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La giornalista del Fatto Quotidiano lancia l'allarme sulla possibile detenzione negli Usa

Dove rischia di finire Julian Assange se l'Alta Corte di Giustizia Britannica confermerà l'estradizione negli Stati Uniti? Nella più atroce ed estrema prigione degli Stati Uniti d'America, il carcere di massima sicurezza ADX Florence in Colorado, "un carcere peggiore della morte". A spiegarlo, intervenendo durante la conferenza stampa che si è tenuta a Roma sulla vicenda giudiziaria del fondatore di Wikileaks, è la giornalista Stefania Maurizi.
"Si tratta della prigione per i detenuti più pericolosi al Mondo. Lì ci sono quelli della famiglia mafiosa dei Gambino, gli attentatori dell'11 settembre 2001 e quelli della maratona di Boston. L'ex direttore Robert Hood ha raccontato che è pensata per essere peggio della morte".
Cosa significa in termini pratici? "I prigionieri sono in completo isolamento, non riescono a comunicare tra loro neanche attraverso i muri. Vivono per 23 ore in isolamento e in quell'unica ora ricreativa la passano in un'altra cella, all'aperto, dove possono vedere solo il cielo, senza nessun'altra interazione - ha proseguito la Maurizi - L'accesso alle cure mediche è limitato e non c'è forma di attività ricreativa. Gli Usa hanno assicurato che a Julian non sarà applicato il regime speciale di detenzione SAM (caratterizzato da un feroce isolamento, ndr) che è molto più estremo del 41 bis. Hanno dato garanzie diplomatiche all'Inghilterra che se lo estraderanno non verrà soggetto a questo regime, ma Amnesty International per prima e la nuova relatrice speciale delle Nazioni Unite hanno detto che queste garanzie sono scritte nell'acqua e non hanno alcuna valenza di tipo legale. Quindi il fatto che possa finire in questa prigione con questo regime è un rischio reale".
La giornalista, nel suo intervento, oltre a denunciare la distruzione di documenti sul caso da parte di governi come la Svezia e l'Inghilterra, ha ricordato il coraggio di Julian Assange nella scelta di pubblicare insieme ai giornalisti di WikiLeaks 700 mila documenti segreti sulle guerre in Afghanistan e in Iraq, i cablo della diplomazia Usa, le schede dei detenuti di Guantanamo. Documenti questi che hanno permesso di rivelare crimini di guerra, torture, uccisioni stragiudiziali con i droni e così via. Ed appare incredibile l'accanimento che si riversa su Assange, mentre i criminali di guerra e i torturatori non hanno fatto una sola ora di prigione o non hanno scontato alcun tipo di pena.
Un attacco alla libertà di stampa e a tutti i cittadini del Mondo.

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