Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Perseguitato perché denuncia i crimini di guerra: fare il giornalista in Occidente ti costa fino a 175 anni di carcere

Il giorno del giudizio per Julian Assange è sempre più vicino. Il 20 e 21 febbraio si terrà, infatti, un’udienza presso l’Alta Corte di Londra per decidere se il fondatore di WikiLeaks dovrà essere estradato negli Stati Uniti. In caso di estradizione, Assange rischia fino a 175 anni di reclusione in un carcere di massima sicurezza: l’Adx Florence, luogo di detenzione per spie e terroristi considerati tra i più pericolosi al mondo. Attualmente, il giornalista e attivista australiano è detenuto nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, a Londra, e non perché debba scontare una pena - come ha giustamente precisato la giornalista del Fatto Quotidiano, Stefania Maurizi - ma, per attendere la decisione della giustizia britannica riguardo alla sua possibile estradizione. L’inferno per Assange è iniziato nel 2010, quando, insieme ai giornalisti di WikiLeaks, ha pubblicato 700 mila documenti segreti che provano i crimini di guerra commessi dagli Stati Uniti in Iraq e in Afghanistan, ma anche le torture commesse ai danni dei detenuti di Guantanamo. Come se non bastasse, le accuse contro Assange, durante l’amministrazione Trump, potrebbero essere state accompagnate dal tentativo della CIA, allora guidata da Mike Pompeo, di rapire e uccidere il giornalista australiano per aver pubblicato - come ha reso noto Yahoo nel 2021 - i metodi con i quali l’agenzia d’intelligence americana avrebbe spiato cellulari, computer e smart tv. Sempre nel 2021, la giudice britannica Vanessa Baraitser ha respinto la richiesta di estradizione degli Stati Uniti nei confronti di Assange, citando un elevato rischio di suicidio qualora fosse rinchiuso in un carcere di massima sicurezza statunitense. Sfortunatamente, questa decisione è stata rapidamente ribaltata. Infatti, pochi mesi dopo, gli Stati Uniti hanno fornito una serie di garanzie alle autorità britanniche riguardanti le condizioni di detenzione di Assange, che escludono ogni rischio di suicidio.

La risoluzione USA a favore di Assange
Recentemente, negli Stati Uniti, il deputato repubblicano Paul Gosar ha presentato una risoluzione che chiede ai funzionari del Congresso americano di ritirare le accuse contro Julian Assange. All’interno della risoluzione bipartisan presentata da Gosar e da altre personalità politiche come James McGovern, Thomas Massie, Marjorie Taylor Greene, Anna Paulina Luna, Eric Burlison, Jeff Duncan, Ilhan Omar e Clay Higgins, si legge che “le normali attività giornalistiche, compreso l'ottenimento e la pubblicazione di informazioni, sono protette dal Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti”. Inoltre, all’interno della risoluzione - ha fatto sapere “Fox News” - si legge che la divulgazione delle informazioni pubblicate da WikiLeaks “hanno promosso la trasparenza pubblica rispetto alle violazioni dei diritti umani, le uccisioni di civili e l'uso della guerra psicologica da parte degli Stati Uniti”. Tuttavia, la risoluzione bipartisan presentata negli Stati Uniti arriva in un momento particolarmente significativo. Sembra che il caso Assange stia guadagnando sempre più consenso in Australia, e non solo tra il pubblico, ma anche nei circoli politici, in particolare quelli di sinistra. Difatti, a settembre - ha fatto sapere il giornale britannico “The Guardian” - una delegazione di legislatori australiani si è recata a Washington D.C. per chiedere ai funzionari americani di far cadere tutte le accuse contro Julian Assange.

Foto originale © David G Silvers

ARTICOLI CORRELATI

Parla il fratello di Julian Assange: ''Sua persecuzione è totalmente politica''

Roger Waters, Yanis Varoufakis e Stella Morris a Belmarsh: ''Assange libero ora!''

Stella Assange: ''Lo strapotere dei servizi va limitato con paletti legali'

Oltre 60 parlamentari australiani esortano gli Stati Uniti a smettere di perseguire Assange

Julian Assange è cittadino onorario di Roma, la prima capitale al mondo a conferirla

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos