Col “bavaglio” sulle intercettazioni nel mirino finiscono anche i blog
di Aaron Pettinari - 28 settembre 2011
Non può più aspettare il premier Silvio Berlusconi. Con il crescere degli scandali e delle inchieste a proprio carico ha modificato ancora una volta le priorità del governo. Non più la crisi ma l'approvazione del ddl intercettazioni, con la volontà chiara di mettere un bel bavaglio alla libertà di stampa.
La proposta di legge tornerà ad essere discussa domani alla Camera dopo il “congelamento” scaturito dalle proteste del 2009 e del 2010.
Oltre alla volontà più volte ribadita di ridimensionare l'utilizzo delle intercettazioni da parte dei magistrati ed evitare la diffusione degli atti d'indagine tramite i mezzi d'informazione anche quando non sono più coperti dal segreto istruttorio, il governo torna a voler censurare anche il web.
L'hanno chiamata “norma ammazza blog” ed è contenuta nel comma 29 dell’articolo 1. Nello specifico prevedere "per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono". E poco importa se l’oggetto della rettifica sia un contenuto che corrisponda o meno alla verità, visto che per richiederla è sufficiente che la persona offesa lo consideri lesivo della propria dignità. Insomma una vera ghigliottina sopra la testa di “blogger” ed i gestori di siti informatici. Ma la società civile, con il popolo della Rete in testa, è pronto a scendere nuovamente in piazza per protestare di fronte a questo nuovo “schiaffo alla costituzione” e al diritto di essere informati. Domani, mentre in aula vi sarà la discussione sulla “legge bavaglio”, cittadini ed associazioni si ritroveranno dalle 15 alle 18 in piazza del Pantheon a Roma a difesa della libertà di informazione. La manifestazione è stata indetta dal Comitato per la libertà e il diritto all’informazione, alla cultura e allo spettacolo ed ha finora raccolto le adesioni, fra gli altri, della Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), Cgil, Articolo 21 e Libertà e Giustizia con l'obiettivo di dire no all'ennesima legge ad personam confezionata per salvare Berlusconi dai suoi processi.
A lanciare un forte grido d'allarme su tutto ciò che potrà accadere con l'entrata in vigore della norma è Valigia Blu, il collettivo di attivisti per “la dignità dei giornalisti e il rispetto dei cittadini” rappresentato da Arianna Ciccone, che fornisce un' elenco di domande e risposte alquanto signficativo (leggi). Ma la "chiamata alla protesta" si muove su tutti i fronti, dai social network ai semplici forum. «Domani lanceremo un´iniziativa più grande, sulla falsariga della manifestazione a piazza del Popolo del 2009. E stabiliremo un calendario di massima per i sit-in», ha detto Renzo Santelli, responsabile delle relazioni esterne della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Articolo 21, così come annunciato da Stefano Corradino e Giuseppe Giulietti, direttore e portavoce di Articolo21, presenterà addirittura un giuramento per giornalisti dal testo chiaro ed incisivo, “una sorta di 'giuramento di Ippocrate' dei giornalisti, nel quale si ribadisce la necessità di un impegno formale contro la censura e l'autocensura nell'informazione".
Nuove minacce contro la libertà d'informazione
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