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di Karim El Sadi
Nel pomeriggio il premier ha confessato di essere stato ricattato da Fenech in questi giorni

E’ dal 2017, subito dopo l’esplosione dell’autobomba che spezzò la vita alla giornalista maltese Daphne Caruana Galizia, che la famiglia chiede a gran voce le dimissioni del premier Joseph Muscat, il cui governo laburista è in parte ritenuto complice dell’efferato omicidio che ha scosso l’isola intera e in generale tutta l’Europa. Troppi silenzi, ostacoli e magagne (indimenticabili i tentativi dell’amministrazione Muscat di rimuovere le dediche sulla stele dedicata alla blogger) si sono frapposti tra il delitto e la ricerca della verità. Ma ora che finalmente le indagini hanno subito una svolta decisiva e gli occhi della stampa mondiale sono puntati sull’isolotto del Mediterraneo, anche la poltrona del primo ministro Muscat, dopo quelle di tre dei suoi membri di governo, sta per saltare. Lo riporta in questi minuti il quotidiano The Times of Malta che in prima pagina scrive “Muscat espected to step down”. Secondo il giornale il presidente Muscat ha annunciato che si dimetterà non appena verrà eletto un nuovo leader laburista nelle prossime settimane. Questa mattina Muscat ha incontrato il presidente di Malta George Vella e gli ha comunicato la sua intenzione di lasciare l’incarico. Il sospetto c’era già da ieri sera, durante una riunione urgente del Consiglio dei ministri, dove in 14 su 22 tra ministri e sottosegretari del governo laburista ha chiesto a Muscat di lasciare la guida del Paese.

Il governo vacilla
Le dimissioni non sono altro che la diretta conseguenza di una crisi politica accesa e divampata con le rivelazioni di due soggetti finiti in manette pienamente coinvolti nell’omicidio della giornalista: il tassista-usuraio Melvin Theuma e il magnate Yorgen Fenech. Quest’ultimo in particolare, additato da Theuma come la mente del delitto, ha tirato in ballo alcuni ormai ex membri del governo tra cui il capo di gabinetto Keith Schembri, il ministro del Turismo Konrad Mitzi e il capo dello staff del primo ministro Chris Cardona. Minacciando di rivelare quanto a sua conoscenza su di loro. Mitzi e Schembri infatti erano finiti nelle inchieste di Daphne relative, in particolare, alla società offshore con sede a Dubai “17 Black”, la stessa di cui è titolare Fenech. La mole di informazioni in possesso di quest’ultimo gli hanno consentito di tenere per il collo tutto il governo: Fenech aveva chiesto a Muscat la grazia in cambio di ulteriori dettagli utili ai fini dell’indagine sul caso. Muscat ha scelto la via del silenzio non esponendosi, e ha lasciato al capo della polizia e del procuratore generale la delicata decisione, i quali hanno respinto per due volte la richiesta. Inoltre il premier poco fa ha confessato di essere stato ricattato da Fenech (rilasciato su cauzione stamani per l’ennesima volta). Secondo una nota diffusa da ambienti governativi Muscat ha denunciato alla polizia di aver ricevuto un messaggio in cui si diceva che, se non si fosse espresso a favore della grazia presidenziale per Fenech, l'imprenditore milionario avrebbe testimoniato "di aver avuto due telefonate con lui mesi addietro", telefonate che Muscat ha assicurato non ci sono mai state. "E questo può essere facilmente verificato” aggiunge la nota.
Mitzi e Schembri in settimana hanno rassegnato le dimissioni a seguito del ciclone delle indagini e quest’ultimo è stato addirittura arrestato dalla polizia martedì notte salvo poi essere rilasciato questa mattina scatenando maggiormente l’ira dei maltesi che in questi giorni si sono piazzati in massa davanti al Parlamento. "Muscat ha ordinato alla polizia di rilasciare Schembri, il suo migliore amico", ha scritto su Facebook Matthew Caruana Galizia, figlio della giornalista assassinata il 16 ottobre 2017. "Yorgen Fenech ha confessato l'omicidio - ha affermato ancora Matthew su Twitter - egli ha lo stesso medico di Schembri, e questo medico ha confessato che inoltrava messaggi da Schembri a Fenech mentre quest'ultimo era in carcere. Nonostante questi indizi criminali, la polizia ha appena rilasciato Schembri”.

Situazione fuori controllo
Nel frattempo a Malta trascorrono ore concitate, i colpi di scena si susseguono uno dopo l’altro e sia il governo che tantomeno le istituzioni sembrano avere la situazione sotto controllo. Ieri sera, ad esempio, i giornalisti italiani Paolo Borrometi e Sandro Ruotolo insieme ad una quarantina di colleghi internazionali sono stati “letteralmente sequestrati dopo la conferenza stampa del Premier Joseph Muscat. - come ha riportato su Facebook il vice direttore dell’agenzia Agi Borrometi - Un fatto di una gravità assoluta, come testimoniano le immagini. Sono stati dieci minuti incredibili, sequestrati e bloccati senza una motivazione, fra le urla delle colleghe maltesi che avevano riconosciuto chi ci bloccava. Inizialmente pensavamo a poliziotti in borghese o uomini del secret service, apprendiamo invece che fossero picchiatori e criminali, pluripregiudicati, a quanto pare sostenitori del primo ministro maltese”.

Foto © Imagoeconomica

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