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di la verita anche se la tua voce tremadi Roberto Saviano
La prefazione di Roberto Saviano a "Di' la verità anche se la tua voce trema", il libro che la blogger maltese, uccisa in un attentato nel 2017, non era riuscita a completare. Domenica 13 ottobre lo scrittore insieme ai figli della cronista saranno ospiti in tv del programma di Fabio Fazio

Il libro che hai tra le mani, cara lettrice, caro lettore, è sacro. Sacro diventa ciò che paghi con la vita. Sacro come le scelte che hanno la forza dell'irrevocabilità, l'intensità dell'ossessione, la cura dell'amore, la febbre dell'inquietudine, la speranza della poesia. Daphne Caruana Galizia aveva iniziato a costruire questo libro per dare una fisionomia organica e coesa al suo lavoro, ma l'hanno uccisa prima che potesse completarlo.

È bastato che un sms fosse inviato da una barca vicina alla costa a una scheda collegata all'ordigno piazzato nell'auto di Daphne per innescarlo e farlo esplodere. Un sms con questo testo: #Rel1=On. In inglese to rely on significa "fare affidamento su". Un codice che forse racchiudeva in una sigla una sinistra certezza: fare affidamento sul tritolo. E il tritolo è stato puntuale nella sua affidabilità. Ha fermato Daphne. L'ha dilaniata.

The Daphne Project: hanno ucciso la giornalista, ma non le storie

Vorrei che questo libro finisse tra le mani di tutte le donne. Perché? Perché Daphne è stata pienamente donna, o così mi appare ogni qual volta mi occupo della sua vita. Ha vissuto la difficile conciliazione tra la protezione dei propri figli e il coraggio di osare senza sosta. Ha visto sgretolarsi il proprio equilibrio familiare, in molti momenti recuperandolo nella dimensione irrazionale che è il mastice delle relazioni: il bene che continuava a legarla ai figli Matthew, Andrew, Paul, e a suo marito Peter. Ha dovuto fronteggiare i pregiudizi che la volevano innocua redattrice di articoli di costume, ha persino difeso la sua passione per i giardini, per fiori e bulbi, per concimi e siepi, di cui scriveva e da cui traeva risorse economiche e spirituali per proseguire il lavoro d'inchiesta.
Forse solo una donna può comprendere quello spazio che la rende se stessa, cosciente di poter agire rischiando ma senza sentirsi in colpa per esporre i propri figli e la propria vita. Perché dico questo? Perché molte donne sono capaci di tradurre l'abitudine a subire pregiudizio e diffidenza non in senso di sconfitta o rancore ma in ispirazione al cambiamento.

Qui una donna sola con la sua penna osa parlare del sangue marcio dell'economia, e da sola si affaccia sulla voragine profonda più dell'oceano in cui entra danaro sporco, sporco e ancora sporco da tutto il mondo. Con la potenza degli aggettivi, il tiro dei sostantivi, l'armonia delle locuzioni, usa tutte le munizioni dell'alfabeto. Lavorando sui Panama Papers, Daphne scoprì l'esistenza di una società offshore riconducibile alla moglie del premier maltese Joseph Muscat alla quale era intestato un bonifico da un milione di dollari proveniente dalla famiglia di Ilham Aliyev, il capo di Stato - dittatore, sì dannazione: dittatore - dell'Azerbaigian, con cui negli ultimi anni il governo maltese ha stretto accordi energetici. Dietro quei soldi secondo Daphne poteva nascondersi un caso di corruzione. Il bonifico era partito da un conto della Pilatus Bank, una banca privata fondata a Malta dal banchiere iraniano Ali Sadr Hasheminejad, che si rese disponibile ad accettare quei soldi nonostante altri istituti di credito in precedenza avessero rifiutato ad Aliyev l'apertura di conti per via delle norme antiriciclaggio.

Daphne aveva scoperto tutto questo e ne scrisse sul suo blog. Le autorità maltesi lasciarono cadere nel vuoto il suo allarme e l'unica conseguenza fu che la Pilatus Bank la querelò per diffamazione e danni. A marzo 2018, cinque mesi dopo la morte di Daphne, il proprietario della banca è stato però arrestato negli Stati Uniti perché accusato di riciclaggio di denaro: ora è libero su cauzione in attesa del processo a New York e rischia fino a centoventicinque anni di prigione. Nel frattempo, alla Pilatus Bank è stata ritirata la licenza per operare a Malta. Ma non è finita: Daphne sospettava che la vendita della cittadinanza maltese voluta dal governo Muscat potesse facilitare questo schema di riciclaggio internazionale. Dal 2014, infatti, migliaia di stranieri (tra cui magnati russi vicini a Putin) hanno ottenuto la cittadinanza maltese grazie a un programma introdotto dal governo laburista, che permette di averla per circa un milione di euro. Un sistema che di fatto apre le porte a capitali criminali diretti in Europa.

Gli articoli di Daphne erano così potenti che il premier maltese, nonostante abbia sempre negato le accuse, fu costretto a dimettersi. A giugno 2017 si andò a elezioni anticipate, che Muscat vinse nuovamente. Nel 2018 la procura maltese titolare delle indagini su Muscat, sua moglie e il suo entourage ha archiviato le accuse di corruzione e riciclaggio nei confronti degli indagati, non essendo riuscita a trovare riscontri circa la fondatezza delle condotte delittuose ipotizzate; ma Muscat non ha mai reso pubblici, come invece si era impegnato a fare, gli atti di questa inchiesta. Nel frattempo, continua indisturbata la vendita dei passaporti. Le frontiere d'Europa sono aperte a chiunque possa comprarsi un passaporto maltese. Daphne vive i mesi in cui Malta diventa spazio di salvezza per le imbarcazioni di migranti; a questo tema dedica articoli così attuali che colpisce sentire come avesse già intuito chiaramente la drammatica dinamica che ha reso il Mediterraneo un cimitero: strade spalancate per i capitali, porti chiusi per i naufraghi.

Immaginatevi una donna sola, davanti allo schermo del suo computer, con le agende fitte di appunti: la sua trincea. Scrive i suoi articoli e in cambio riceve lo stigma di non difendere la bellezza di Malta, di esibirne un'immagine distorta, di danneggiare il turismo. A Daphne arrivano minacce di morte, le bruciano la porta della casa, squarciano le giugulari dei suoi cani, poi arrivano con una massa di cause per portarle via tempo, soldi, per intimidirla.

Il 16 ottobre 2017 scrive un articolo sul suo blog che chiude così: "Ci sono corrotti ovunque si guardi ora. La situazione è disperata". Poco dopo aver postato l'articolo, Daphne esce per andare in banca e avere notizie sui conti bloccati. Rientra poco dopo perché ha dimenticato il libretto degli assegni del marito, l'unico che può usare data la sua situazione bancaria. Esce di nuovo, sale in auto, mette in moto e parte, decisa come sempre. Dopo pochi metri, l'esplosione. Daphne ha cinquantatré anni. Il figlio maggiore di Daphne, Matthew, sente il boato, corre verso la nuvola di fumo, spera che non si tratti dell'auto della madre, la stessa che il giorno prima aveva usato per andare al mare, perché la Peugeot è color grigio scuro, ma davanti ai suoi occhi ne brucia una bianca. Invece sono le fiamme ad aver divorato la vernice. Poi riconosce le lettere della targa. È finita, arriva la consapevolezza, l'hanno uccisa.

Se hai tra le mani questo libro, significa che l'affidabilità del tritolo è stata un equivoco. L'sms #Rel1=On si è appena mutato in #Rel1=Off: il tritolo non è stato affidabile come i killer si aspettavano, perché dilaniando il corpo di Daphne ha liberato il suo spirito. Nel respiro che stai compiendo mentre leggi queste pagine, un respiro che puoi percepire nitidamente, c'è la vittoria di Daphne: le sue parole ricevono il tuo ossigeno, escono dalle fiamme e tornano a camminare libere.

Il progetto editoriale
Di' la verità anche se la tua voce trema, il libro di Daphne Caruana Galizia, esce il 16 ottobre: due anni fa, nello stesso giorno, la giornalista maltese fu uccisa. È il volume che inaugura "Le Munizioni": nella collana Bompiani progettata e diretta da Roberto Saviano troveranno spazio testi di saggistica e narrativa, o podcast e reportage, di autori che rischiano di persona per raccontare il mondo, che hanno perso la vita per la libertà. Domenica 13 ottobre Saviano sarà con i tre figli di Daphne Caruana a Che tempo che fa, condotto da Fabio Fazio, alle 21 su Rai2. Lunedì 14 la presentazione a Milano, al teatro Parenti, martedì 15 a Roma, all'Ambra Jovinelli.

Tratto da: repubblica.it

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