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Abbiamo strumenti che nessun altro può vantare di avere. Non ce ne vantiamo: li useremo, se necessario

Se qualcuno decide di intervenire negli eventi attuali dall'esterno e crea per noi minacce inaccettabili di natura strategica, dovrebbe sapere che la nostra risposta ... sarà fulminea”. Con queste tesissima premessa Vladimir Putin si è rivolto mercoledì ai legislatori russi.
Il clima di escalation tra Russia e Nato, già acuito dalle recenti forniture di armamenti da parte degli Stati Uniti, aveva superato la soglia di guardia nella giornata di ieri, quando il deputato britannico James Heappey aveva affermato che era "completamente legittimo" che l'Ucraina colpisse obiettivi all'interno della Russia utilizzando le armi fornite da Londra. Dichiarazione subito seguita dall’immediata risposta da parte del ministero della difesa russo che ha avvertito pesanti ritorsioni, sottolineando che tali azioni porterebbero inevitabilmente ad “una risposta proporzionale” della Russia sul territorio della Nato.
Putin ha aggiunto che l’esercito russo non esiterebbe ad utilizzare le armi più moderne.
Abbiamo tutti gli strumenti per questo, che nessun altro può vantare di avere. Non ce ne vantiamo: li useremo, se necessario. E voglio che tutti lo sappiano…Abbiamo già preso tutte le decisioni in merito" ha affermato il capo del Cremlino.
Lo scorso anno il presidente russo, parlando all'Assemblea federale a Mosca aveva promesso che la sua scorta di armi strategiche sarebbe andata in fase di revisione e sarebbero state aggiornate le vecchie apparecchiature dell'era sovietica a favore delle tecnologie di prossima generazione, come gli armamenti "ipersonici e laser". Tra le potenziali nuove armi avveniristiche aveva anche fatto riferimento al Peresvet, un cannone laser segreto che si dice abbia il potenziale per abbattere sia gli aerei nemici che i missili in arrivo. Secondo quanto riferito, l'arma è già stata dispiegata in installazioni in tutto il paese.
Nessuno sembra più voler muovere un passo verso la diplomazia: la Gran Bretagna oggi ha paventato la possibilità di inviare suoi jet a Paesi alleati dell'est Europa per permettere loro di girare alcuni dei propri caccia di fabbricazione sovietica alle forze di Kiev impegnate a contrastare l'invasione russa.
Viene così riproposta l'iniziativa suggerita fra Stati Uniti e Polonia, che prevedeva la fornitura di F-16 Usa a Varsavia, che avrebbe poi inviato i suoi Mig-29 agli ucraini. Un’ipotesi allora scartata per evitare un’ulteriore escalation con Mosca e la cui rivalutazione riflette la tendenziale soppressione di ogni razionale tentennamento ad alzare la posto in gioco contro la Russia. Lo testimonia anche la recente svolta nel sostegno militare a Kiev da parte tedesca che fin ora si era sempre detta contraria alla consegna di armi pesanti: fonti tedesche hanno annunciato ieri che Berlino invierà a Kiev carri armati Cheetah, utili per la difesa anti aerea. Tutto questo, mentre il cancelliere Olaf Scholz in una recente intervista allo Spiegel aveva promesso che avrebbe fatto “di tutto per impedire una terza guerra mondiale”, esprimendo un fermo dissenso sull’invio di armi pesanti all’Ucraina.
Pericolosi voltafaccia, mentre la guerra non si ferma: mercoledì mattina, secondo il capo dell’amministrazione militare regionale, Pavlo Kyrylenk le forze russe hanno bombardato due volte la città di Avdiivka, nella regione orientale ucraina di Donetsk, con munizioni al fosforo; il Cremlino in poche ore avrebbe conquistato cinque villaggi ucraini fra Kharkiv e Donetsk.
Prosegue anche la guerra del gas: Gazprom ha sospeso le forniture di gas a Polonia e Bulgaria per effetto del mancato pagamento in rubli e si minaccia lo stop anche verso altri Paesi se non si utilizzerà tale valuta per pagare le quote assegnate ai paesi europei.

Foto © Imagoeconomica

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