“A chi depone le armi garantiamo il rispetto delle Convenzioni di Ginevra”. Sul fronte diplomatico i russi dicono di non fidarsi più degli ucraini
Il ministero della Difesa russo ha nuovamente esortato i soldati ucraini assediati presso l'acciaieria Azovstal, l'ultimo punto di resistenza ucraino nella città di Mariupol, ad arrendersi martedì entro le 13 di quest’oggi. "Nonostante la mancanza di qualsiasi azione elementare da parte delle autorità di Kiev per salvare l'esercito del loro paese, e anche rendendosi conto della totale irresponsabilità dei funzionari del regime di Kiev, […] le forze armate russe, guidate da principi puramente umani, offrono ancora una volta ai militanti dei battaglioni nazionalisti e mercenari stranieri di cessare le ostilità e deporre le armi dalle 14:00 (le 13.00 in Italia) del 20 aprile 2022", affermano i vertici dell’esercito russo. Il piano di resa proposto è simile a quello offerto all'inizio di martedì.
Il capo del Centro nazionale russo per la gestione della difesa, il colonnello generale Mijaíl Mizíntsev, ha detto che “nel caso in cui i comandanti delle formazioni armate ucraine si rifiutassero di deporre le armi, chiediamo alle autorità di Kiev di influenzare i militanti per garantire il 'regime del silenzio' per il ritiro dei civili presenti nel territorio dell'Azovstal", sottolinea Mizintsev. Su questa linea, il comandante degli ultimi difensori di Mariupol ha detto al Washington Post che i suoi soldati non si arrenderanno, anche se gli attacchi russi si intensificano. Parlando al quotidiano statunitense tramite connessione satellitare, il maggiore Serhiy Volyna ha detto che le sue forze non ripeteranno l'errore commesso da altri di fidarsi delle garanzie russe di un passaggio sicuro. Volyna ha poi rivolto un disperato appello ai leader mondiali. “Supplichiamo tutti i leader mondiali di aiutarci - ha detto - questi potrebbero essere i nostri ultimi giorni o ore”. Nel suo appello il maggiore ha chiesto che un paese terzo si faccia garante della sicurezza delle truppe e dei civili in partenza da Mariupol in quanto diffida dalle parole dei russi. La Federazione Russa, però, ha assicurato di garantire “la conservazione della vita, la completa sicurezza e l'assistenza medica qualificata a tutti coloro che hanno deposto le armi”, come ha detto il colonnello generale Mizíntsev. “La Russia lo ha fatto più volte, ha già confermato in pratica il suo atteggiamento umano nei confronti dei prigionieri di guerra", ha indicato il colonnello, assicurando che tutti i prigionieri saranno trattati in conformità con le convenzioni di Ginevra.
In una dichiarazione al riguardo, sempre il colonnello generale Mijaíl Mizíntsev, ha affermato che il corridoio umanitario aperto oggi non è stato utilizzato né dalle truppe ucraine né dai rifugiati civili nel complesso in quanto le autorità di Kiev "continuano ad ingannare gli ucraini, assicurandoli della presunta mancanza di possibilità di evacuare i gruppi armati da Mariupol". Allo stesso modo, Mizíntsev ha affermato che "i comandanti delle formazioni armate che rimangono ad Azovstal, consapevoli di quanto sia disperata la loro situazione, sono disposti a deporre le armi, ma solo con il corrispondente ordine di Kiev”. Senza di esso, "in Ucraina li attende una corte marziale per queste azioni, con una sentenza che può arrivare all'esecuzione", ha detto.
Quanto ai rifugiati civili in Azovstal, Mizíntsev ha denunciato che le truppe ucraine li usano come "scudo umano", impedendo loro di lasciare lo stabilimento. Mentre quelli che dovessero riuscire ad essere evacuati da Mariupol grazie al corridoio umanitario concordato per oggi verranno portati a Zaporizhzhia, a nordovest della città portuale assediata, attraverso i territori occupati di Mangush e Berdyansk, come ha comunicato la vice premier Iryna Vereshchuk, citata dal quotidiano Kyiv Independent.
Sul piano diplomatico, nel frattempo, da Mosca fanno capire che la Federazione non intende fidarsi più dei negoziatori ucraini che hanno estinto, a loro dire, ogni tentativo di negoziato, come ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova in un’intervista al canale televisivo Russia-24, citata da Tass. “Non c’è fiducia in queste persone da molto tempo”, ha detto commentando il processo di negoziazione tra Russia e Ucraina, e sottolineando che la Russia era preparata al fatto che l’Ucraina si comportasse in modo incoerente durante i negoziati. “Da parte dell’ufficio di un uomo che si fa chiamare presidente dell’Ucraina ed è dotato di poteri adeguati, è stata avanzata una richiesta per condurre i negoziati, la Russia non ha rifiutato questa richiesta. Poi, come sempre, è iniziato un circo, letteralmente e in senso figurato, da parte del regime di Kiev: prima vengono, poi non vengono, a volte partecipano, a volte no”, ha detto Zakharova. “Lo schema classico, che dice che il regime non è indipendente, è controllato. E in secondo luogo, i negoziati sono usati come diversivo”, ha aggiunto.
Sempre sul piano politico, la Germania ha detto che il suo esercito non può al momento mandare le proprie armi pesanti in Ucraina. Le spedizioni del materiale Bundeswehr andrebbero a scapito degli impegni tedeschi nella Nato. “Non avremmo più la possibilità di reagire alle contingenze e questo indebolirebbe notevolmente la nostra capacità di difesa", ha detto l’ispettore generale Markus Laubenthal, numero due dell’esercito, intervenendo stamattina alla tv pubblica tedesca ZDF. Ieri il cancelliere Scholz aveva già confermato che le risorse della Bundeswehr per l’Ucraina sono esaurite. Kiev, ha detto Scholz, potrà invece rifornirsi dall’industria tedesca usando finanziamenti provenienti proprio da Berlino. L’ispettore generale Laubenthal ha anche sottolineato che i vecchi veicoli da combattimento Marder servirebbero ai tedeschi per i pezzi di ricambio. Laubenthal ha poi ripetuto che, per usare questi veicoli, sarebbe comunque necessaria una formazione che, anche se preparata velocemente, richiederebbe settimane. Un discorso, quello di Scholz, che è stato accolto con "grande delusione e amarezza" a Kiev, ha detto alla Dpa l'ambasciatore ucraino in Germania, Andrij Melnyk. L'Ucraina ha accolto con favore la volontà della Germania di fornire a Kiev ulteriori finanziamenti per gli armamenti, ma non le dichiarazioni di Scholz secondo cui le capacità di export delle forze armate tedesche sono esaurite.
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