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Sono in dirittura d'arrivo le discussioni presentate dai legali difensori nell'ambito del processo 'Ghota' che si sta celebrando con rito ordinario davanti al Collegio giudicante nell'aula bunker di Reggio Calabria presieduto dalla dottoressa Silvia Capone. Ieri infatti è intervenuto l'avvocato Carlo Morace il quale riprenderà la sua arringa durante il corso della prossima udienza fissata per settimana prossima ponendo fine all'elenco degli interventi difensivi. Nello specifico sono trenta le persone sul banco degli imputati, diciannove per richieste di condanna e undici di assoluzione la cui gran parte sono dovute alla recente "sentenza Cavallo" con cui la Cassazione ha ridefinito il perimetro delle intercettazioni rendendone alcune inutilizzabili. Inoltre è stato disposto il non luogo a procedere nei confronti di Saverio Genoese Zerbi poiché deceduto nella fase conclusiva del dibattimento.
Fino ad ora non è stato registrato nessun intoppo nel fitto calendario tracciato dagli addetti ai lavori, redatto con lo scopo di poter permettere a tutte le difese di poter svolgere serenamente e compiutamente il proprio mandato nei confronti dei propri assistiti e di controbattere quindi alle pesanti accuse rassegnate dall'Ufficio di Procura nel corso della requisitoria durata in tutto dieci udienze affrontate dal procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo e dai sostituti antimafia Stefano Musolino, Walter Ignazitto, Sara Amerio e Giulia Pantano con la formale richiesta di condanna avanzata dal Procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri.
Infatti le richieste dell'accusa arrivano fino a 258anni di carcere complessivi contro quella che sarebbe, secondo il capo della Dda, "la componente riservata della 'Ndrangheta; quella più insidiosa e pericolosa". In sinergia con questa dichiarazione l'aggiunto Giuseppe Lombardo, il quale ha rilevato che la 'Ndrangheta è "un progetto eversivo che destabilizza l'ordinario operare delle istituzioni democratiche all'interno di un sistema che non può essere un sistema tipicamente mafioso". Inoltre il magistrato ha aggiunto che "questo è un processo alla 'Ndrangheta, quella più pericolosa. Non quella dei trafficanti internazionali di droga, ma quella più pervasiva. E' un processo per la gente che ha subito vessazioni e ha sete di sapere cosa sia successo in questi anni. Oggi non c'è più spazio per questa 'Ndrangheta".
Dopo l'ultima arringa verrà lasciato spazio alla fase delle repliche del Pubblico Ministero e alle eventuali controrepliche delle difese e la sentenza è stata messa in programma prima della pausa estiva.

Foto © Imagoeconomica

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