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Domani l'ultima udienza del filone in ordinario

Con l'audizione di Giovanni De Stefano, il principe, citato dalle difese, domani terminerà la fase dibattimentale del processo "Gotha", che si sta celebrando con il rito ordinario davanti al Tribunale collegiale, presieduto da Silvia Capone. Principale imputato di questo troncone è l'avvocato Paolo Romeo, ex parlamentare del Psdi vicino alla destra eversiva e a strutture paramilitari come Gladio, ritenuto uno dei sette componenti della direzione strategica della Ndrangheta assieme a Giorgio De Stefano (in abbreviato condannato in appello a 15 anni e 4 mesi di carcere, dopo i 20 rimediati in primo grado).
Un'inchiesta, quella condotta dalla Dda reggina, che ha permesso di individuare la direzione strategica della ‘Ndrangheta, ma anche di individuare questa struttura di vertice (così scrivevano i giudici di primo grado nel filone in abbreviato) "chiamata a svolgere compiti di direzione strategica e, in ultima analisi, di gestione 'occulta' delle scelte di politica criminale del sodalizio di stampo mafioso".
Tra le persone alla sbarra ci sono anche l'ex senatore Antonio Caridi, l'avvocato Antonio Marra, l'ex sottosegretario regionale della Calabria Alberto Sarra, l'ex presidente della Provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa, l'ex magistrato Giuseppe Tuccio, accusati a vario titolo di gravissimi reati come associazione mafiosa, voto di scambio, violazione della legge Anselmi, corruzione, estorsione, truffa, falso ideologico e rivelazione di segreti d’ufficio.
A partire da venerdì, presso l'aula bunker (in foto), avrà luogo la requisitoria che vedrà intervallarsi il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo ed i sostituti Stefano Musolino, Walter Ignazitto e Sara Amerio.
Secondo l'accusa, grazie alla struttura degli "invisibili" la 'Ndrangheta avrebbe accresciuto il proprio potere, accaparrandosi tutte quelle risorse che a livello comunale, regionale, nazionale ed europeo erano state destinate allo sviluppo della città di Reggio Calabria e della Regione.
E dalle sentenze del processo in abbreviato si ricava la dimensione di questa struttura che caratterizza il Sistema criminale, capace di arrivare fin dentro i salotti del potere del Parlamento. "Un sistema allargato di potere - scrivevano i giudici di primo grado che hanno condannato De Stefano - in cui convivono, in osmotico interscambio di uomini e mezzi, elementi di vertice del sodalizio criminale ed esponenti della società civile, dell’associazionismo, delle Istituzioni, delle Forze dell’Ordine, della Magistratura”.

Foto © Emanuele Di Stefano

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