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Riforma fatta da un Parlamento eletto in base ad una legge incostituzionale
Questa riforma, non è stato detto prende origine da un Parlamento che è stato eletto in base a una legge dichiarata incostituzionale. Attenzione, poi torneremo sulle ragioni di incostituzionalità, la consulta con la sentenza numero 1 del 2014 ha anche detto però che il Parlamento proseguiva con le sue attività per il principio di continuità degli organi dello Stato, che prevedeva non solo di attuare una nuova legge elettorale ma prevedeva evidentemente, chiamiamola con un termine non tecnico, la ordinaria amministrazione. Questo Parlamento, invece, sceglie di modificare quarantasette articoli della costituzione, cioè un terzo, la precedente riforma che aveva modificato più articoli ne ha modificati diciassette, un terzo della Costituzione, grazie a un premio d maggioranza gonfiato dichiarato illegittimo, perché il partito di maggioranza avrebbe avuto, senza il porcellum, 170/180 seggi alla Camera, non 340. Nella commissione affari costituzionali del Senato credo, non quella della Camera, sono stati sostituiti due membri del partito di maggioranza che non erano d’accordo sul indirizzo della riforma. Questo non possiamo negarlo. E, attenzione, nella seconda lettura alla Camera per l’approvazione della riforma abbiamo avuto questo esito: 361 voti favorevoli, 7 contrari, 2 astenuti, su 630 deputati. Poco più del 50% per una riforma, una riforma che quindi, inevitabilmente, non si può non giudicare imposta, si dice: “Ma per carità, questo l’ha approvato il Parlamento” ed è del tutto ovvio, ma noi stiamo parlando di altro, stiamo parlando della necessità di pervenire ad una riforma che sia condivisa, come la Costituzione deve essere, altrimenti – scusate faccio anch’io una citazione – si va a riprodurre le teorie di Gianfranco Miglio, ideologo della Lega, che disse (testuali parole): “È sbagliato dire che una Costituzione deve essere voluta da tutto il popolo, una Costituzione è un patto che i vincitori pongono ai vinti, basta la metà più uno dei voti del Parlamento, poi si tratta di mantenere l’ordine nelle piazze”.

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