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Morta una bambina nell’ospedale pediatrico. Borrell: “Troppi civili sono stati uccisi a Gaza”. Bilancio sale a 19.453 vittime

Almeno 25 persone sono morte in un bombardamento notturno dell’esercito israeliano nei pressi del campo profughi di Nuseirat, nella Striscia di Gaza. Lo riferisce Al Jazeera, citando giornalisti che operano nella zona. Il campo si trova nella parte centrale della Striscia di Gaza, a nord-est della città di Deir al Balah. Una casa è stata distrutta nell’attacco. Tra le vittime, secondo quanto riporta l’agenzia Wafa, c’è anche una giornalista: si tratta di Haneen Ali al-Qutshan, che lavorava per una radio a Gaza. Inoltre, secondo fonti palestinesi citate da Haaretz, un attacco israeliano con artiglieria avrebbe colpito il reparto maternità e pediatria dell’ospedale Nasser di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Secondo una testimonianza, una bambina è rimasta uccisa nell’attacco.
Sempre oggi tre palestinesi, fra cui un minorenne, sono rimasti uccisi in scontri con l’esercito israeliano nel villaggio palestinese di Tubas, a nord di Nablus, in West Bank. Lo riferisce l’agenzia di stampa palestinese Wafa, citando fonti mediche locali. Gli incidenti, precisa, sono divampati nel vicino campo profughi di al-Far’a. L’esercito israeliano non ha ancora fornito una propria versione degli scontri. Il ministero della Sanità di Hamas ha annunciato che le operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza hanno causato 19.453 vittime dall’inizio della guerra, il 7 ottobre. Il governo di Hamas, che controlla il territorio palestinese dal 2007, ha contato anche 52.286 feriti, secondo una dichiarazione del ministero. L’ultimo bilancio delle vittime, reso noto venerdì, era di 18.800 morti.
“Troppi civili sono stati uccisi a Gaza, come hanno sottolineato, tra gli altri, anche i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Regno Unito. Certamente stiamo assistendo a una spaventosa mancanza di distinzione nelle operazioni militari di Israele a Gaza”, ha scritto su X-Twitter l’alto rappresentante Ue Josep Borrell. “La chiesa della Sacra Famiglia e il Convento della Carità, rifugi per gli sfollati, sono stati attaccati. I fedeli, tre ostaggi israeliani e centinaia di altri civili sono morti durante le ultime operazioni militari. Tutto questo deve finire: è urgente una pausa umanitaria”, aggiunge.

Human Rights Watch: “Israele usa la fame come metodo di guerra”
Il governo israeliano “sta usando la fame dei civili come metodo di guerra nella Striscia di Gaza occupata, il che è un crimine di guerra”. Lo ha denunciato l’ong ‘Human Rights Watch’- di base negli Usa - in un rapporto diffuso a Gerusalemme. “Le forze israeliane - ha aggiunto il rapporto - stanno deliberatamente bloccando la fornitura di acqua, cibo e carburante, impedendo volontariamente l’assistenza umanitaria, radendo al suolo aree agricole e privando la popolazione civile di beni indispensabili alla sua sopravvivenza”.


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Israele: “Colpiti oltre 150 obiettivi terroristici a Gaza”
L’esercito israeliano prosegue nei suoi combattimenti all’interno di Gaza. Secondo il portavoce militare sono stati oltre 150 “gli obiettivi terroristici attaccati” nelle ultime 24 ore. Soldati israeliani hanno trovato – ha continuato – “valigie con circa 5 milioni di shekel (oltre 1.5 milione di euro, ndr) a casa di un esponente di Hamas a Jabalya, insieme ad armi”. A Khan Yunis, nel sud di Gaza, “una squadra di terroristi è stata colpita dall’aria così come un cecchino che minacciava le truppe”.
L’esercito avrebbe inoltre completato le sue operazioni contro Hamas nell’area di Beit Hanoun nel nord della Striscia. Secondo i media, con il passaggio alla Divisione di Gaza, l’annuncio indica che l’Idf ha ora il controllo dell’area. Secondo lo stesso esercito, truppe della 252/a Divisione - fanteria, tank e artiglieria - hanno “sconfitto il Battaglione di Beit Hanoun di Hamas catturando tutti i suoi maggiori compound e roccaforti”. L’esercito - secondo le stesse fonti - ha denunciato l’uso da parte di Hamas “di scuole e pubblici edifici come basi all’interno delle quali sono stati scoperti tunnel e armi” con “l’uccisione di molti terroristi”.

Altri due militari morti a Gaza: il totale è 129
Le forze israeliane (Idf) hanno annunciato la morte di altri due militari uccisi in combattimenti nella Striscia di Gaza. Si tratta di un capitano di 22 anni di Rehovot morto nel sud di Gaza e di un altro capitano, un riservista di 33 anni di Nàama, ucciso nel nord dell’enclave palestinese. Secondo il Times of Israel sono 129 i caduti tra le forze israeliane dall’inizio, a fine ottobre, dell’operazione di terra a Gaza.

I capi di Cia e Mossad incontrano il premier del Qatar
Intanto continuano i negoziati per cercare di arrivare ad un nuovo accordo per il rilascio degli ostaggi ancora in mano ad Hamas. Il solitamente ben informato Barak Ravid oggi scrive infatti su Axios che il direttore della Cia, Bill Burns, si incontra oggi a Varsavia con il premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, e il capo del Mossad, David Barnea, per discutere del potenziale nuovo accordo. A riferirlo due fonti Usa e funzionari israeliani.


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L’incontro arriva tre giorni dopo quello di Al Thani e Barnea in un’altra capitale europea - Oslo secondo quanto è stato rivelato - per rilanciare i negoziati indiretti tra Israele e Hamas con la mediazione del Qatar. La presenza di Burns in questo nuovo incontro, sottolinea Axios, è molto rilevante dal momento che il diplomatico Usa che guida la Cia ha avuto un ruolo determinate per l’attuazione dell’accordo precedente che ha permesso il rilascio di oltre 100 ostaggi il mese scorso, tra i quali diversi americani. I funzionari israeliani sottolineano quanto il coinvolgimento di Burns sia importante per il raggiungimento di ogni nuovo tipo di accordo, ammettendo che in questo momento è più difficile raggiungerlo, con l’operazione di terra israeliana in corso a Gaza. Una situazione che lascerebbe poco spazio per i negoziati. Nei giorni scorsi, infatti esponenti di Hamas hanno pubblicamente detto che loro sono disposti a rilanciare i negoziati per un nuovo accordo sugli ostaggi solo dopo che Israele ha fermato le operazioni a Gaza.

Resta acceso il fronte Nord di Israele
Gli Hezbollah libanesi hanno annunciato oggi di aver preso di mira, per la prima volta dallo scoppio del conflitto con Israele lo scorso 8 ottobre, il sistema della contraerea israeliana, l’Iron Dome. In un comunicato diffuso dalla tv al Manar degli Hezbollah si afferma: “Dopo che il nemico ha continuato a sferrare attacchi al di fuori della zona di confine, la Resistenza Islamica (Hezbollah) ha inviato un messaggio di fuoco, sparando contro una piattaforma dell’Iron Dome nella caserma di Kabri, vicino all’insediamento di Naharia”. “La resistenza - si legge - non tollererà nessun altro tentativo del nemico di continuare la sua aggressione contro il territorio libanese al di fuori dell’area delle operazioni militari al confine”.
Se gli sforzi diplomatici non avranno esito, non esiteremo ad attaccare al nord”, ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant riferendosi alla situazione di forte tensione con gli Hezbollah in Libano. Gallant ha parlato in conferenza stampa accanto al segretario della difesa Lloyd Austin.

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