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Continuano le sanzioni su Mosca. Lijian: “Questo terrorismo economico mina l’ordine globale”

“Esercitare moderazione” e “basarsi sui fatti”. Sono queste le parole d’ordine di Pechino riguardo le atrocità di Bucha.
Attraverso Ursula von der Leyen, l’UE invita la Cina a “prendere posizione” sull’accaduto e contro la Russia.
Ma secondo il dragone rosso le sanzioni americane contro Mosca sono “terrorismo economico” e mettono a repentaglio “l'ordine internazionale”, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian (in foto).
Dopo l’indignazione dell’Occidente per i fatti orribili avvenuti a Bucha, vicino Kiev, dove civili legati sono stati uccisi a sangue freddo, arriva la posizione di Pechino. Sull’accaduto tutti richiedono indagini internazionali per accertare le responsabilità, anche se per Europa e Stati Uniti il responsabile è solo uno, Vladimir Putin.
“Abbiamo chiarito quanto sia cruciale per noi in Europa, ma anche per il resto del mondo, prendere una posizione chiara, contro i massacri di civili” ha affermato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, “in quanto membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, la Cina ha la responsabilità speciale di sostenere la pace e la sicurezza internazionali. […] Nessuno può essere neutrale di fronte a una tale brutale aggressione contro i civili. Non è una guerra limitata all'Europa, quella che la Russia ha scatenato. […] La Cina deve assumere una posizione chiara al riguardo”. Le sue parole, riportate da LaPresse, esprimono la posizione dell’UE riguardo la neutralità che sta mantenendo la Repubblica Popolare Cinese nel condannare l’intervento militare russo in Ucraina, soprattutto in relazione al massacro di Bucha che la comunità internazionale attribuisce all’esercito russo.
Sempre riguardo a Bucha, il portavoce del ministro degli Esteri di Pechino, Zhao Lijian, ha detto che la Cina è “estremamente preoccupata per le conseguenze sui civili” e “le immagini di Bucha sono molto inquietanti”. Tutti gli attori internazionali devono “esercitare moderazione”, ma soprattutto “la verità deve essere scoperta e qualsiasi accusa (alla Russia, ndr) deve essere basata su fatti”.
Zhao ha ribadito che gli Stati Uniti “devono smettere di aggiungere benzina sul fuoco, sventolando il bastone delle sanzioni, e di fatto facilitare i negoziati di pace […] se davvero vogliono contribuire alla riduzione dell'escalation in Ucraina”.
Pechino risponde compatta all’Occidente e sul versante della guerra economica Il Quotidiano del Popolo, l’organo di informazione ufficiale di Pechino, è stato chiaro. Gli Stati Uniti hanno “imposto una serie di sanzioni unilaterali alla Russia e hanno minacciato di costringere altri Paesi a conformarsi all'unilateralità delle loro sanzioni in violazione della stabilità globale e del sostentamento di tutti i Paesi”, come riportato dall’ANSA. “Colpire l'economia e impegnarsi nell'egemonia economica e nel terrorismo finanziario ha causato una diffusa preoccupazione nella comunità internazionale e l'opposizione e la resistenza di molti Paesi” ha concluso il quotidiano cinese. Per Pechino la responsabilità della guerra è anche degli Stati Uniti e della NATO che hanno provocato il conflitto. Il “terrorismo finanziario” statunitense contro la Russia, e contro la Cina, non farebbe altro che peggiorare la situazione economica globale mettendo in crisi “l'ordine internazionale” , “creando confronto e divisione” e “traendo profitto” da tutto questo.
Mentre rimane alta la tensione attorno all’Ucraina, Washington non perde occasione per muovere le sue pedine nel Pacifico. Il Pentagono, come annunciato il 5 aprile, ha stanziato  95 milioni di dollari per addestramento e attrezzature per il sistema missilistico di difesa di Taiwan, aiutando così  a “garantire la prontezza per le operazioni aeree” dell’Isola. L’aiuto fornito sarebbe un “deterrente contro le minacce regionali”. Qui il Pentagono si riferisce alla Repubblica Popolare Cinese, unica minaccia all’indipendenza di Taiwan, siccome l’isola è ritenuta da Pechino parte integrante del suo territorio, in una disputa che va avanti dal secondo dopoguerra. Taipei è divenuta un alleato strategico degli USA nel Pacifico soprattutto al fine di contenere l’espansione cinese nell’area. Sempre più frequenti sono state nell’ultimo anno le dimostrazioni di forza cinese con l’invio di jet militari nello spazio aereo di Taiwan.
Intanto Cina, India e Pakistan starebbero, secondo l’agenzia Bloomberg,  acquistando Gnl russo con uno sconto del 10% rispetto ai prezzi dei mercati asiatici. Il motivo dello sconto è l’eccesso di gas russo che non trova acquirenti sui mercati occidentali. Oltre al gas, la Russia sta vendendo ai partner asiatici anche petrolio e carbone a basso costo. La conversione dei consumi dell’Europa al gas Gnl via nave, ha fatto alzare i prezzi di quest’ultimo su tutti i mercati. L’offerta mondiale di Gnl è stata, visti i lauti guadagni, dirottata verso il continente europeo. La Cina, sempre stato uno dei maggiori importatori di gas, soprattutto di Gnl, si trova ora a pagare molto di più. L’offerta di gas russo a basso costo è quindi per Pechino, ma anche per l’Asia in generale, un’occasione d’oro.
La mossa dei Paesi asiatici non è stata gradita da Washington che li aveva già in precedenza invitati a ridurre le loro forniture di gas e petrolio russo, per isolare Mosca. l’atteggiamento statunitense che mira a dettare l’agenda degli altri Paesi, rende evidente che il sistema della comunità internazionale è stato finora sbilanciato a favore di un unico dominatore. Le potenze emergenti, come la Cina, rivendicano ora il loro spazio e le loro alleanze, e questo spiega in parte la crescente aggressività statunitense nei loro confronti.

Foto © Content published by OneNews

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