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Per Lavrov è “una messinscena di Kiev”, e chiede una riunione al Consiglio di Sicurezza dell’ONU

Stanno circolando in tutto il mondo le immagini di decine di cadaveri nelle fosse comuni o sparpagliati per le strade intorno alla capitale ucraina, nella cittadina di Bucha, dopo il ritiro russo.
"L'orrore nel nostro villaggio è cominciato il pomeriggio del 4 marzo, quando una ventina di tank russi hanno attraversato questa strada incolonnati e hanno cominciato a sparare con i kalashnikov all'impazzata sulle nostre case e sulle macchine che incrociavano, schiacciandole.
Non evacuavano, sparavano. E con alcuni tank hanno sfondato le case
”, viene detto dalla cittadina. Si tratterebbe di civili giustiziati per le strade, esecuzioni sommarie e arbitrarie, cadaveri con le mani legate dietro la schiena, fosse comuni. Immediate le condanne dell’Europa, Stati Uniti e Nato alla Russia, ritenuta da questi l’autrice del massacro. "Quelle immagini sono un pugno allo stomaco", ha detto il capo della diplomazia USA Antony Blinken in una intervista alla Cnn, ribadendo che gli Usa stanno contribuendo a documentare eventuali "crimini di guerra" presso le istituzioni internazionali, senza però dire se li considera "crimini contro l'umanità" o "genocidio".
"E' la realtà che si verifica ogni giorno, mentre la brutalità della Russia contro l'Ucraina prosegue". Quelle di Bucha sono violenze "orribili", una "brutalità inedita in Europa da decenni", gli ha fatto eco sulla stessa emittente il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. "E' assolutamente inaccettabile che dei civili siano presi come obiettivo e uccisi", ha aggiunto. Mosca però respinge al mittente ogni accusa. Secondo la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova i video dei civili morti ripresi nella città ucraina di Bucha sono stati ordinati dagli Stati Uniti nell’ambito di un complotto per incolpare la Russia. “Chi sono i maestri della provocazione? Naturalmente gli Stati Uniti e la Nato”, ha affermato Zakharova in un’intervista alla tv Stato. L’immediata protesta dell’Occidente per quelle immagini, secondo la portavoce, indica che i video fanno parte di un piano per infangare la reputazione di Mosca e mettere a repentaglio gli sforzi diplomatici. Dello stesso tenore sono le parole e le posizioni del ministro degli Esteri Russo Serghei Lavrov. Le ''provocazioni'' dell'Ucraina a Bucha rappresentano ''una minaccia per la sicurezza internazionale’’, ha detto il ministro ribadendo la tesi di Mosca secondo la quale Kiev avrebbe inscenato ''un falso attacco'', ovvero un falso massacro di civili. ''E' una messa in scena dell'Occidente e dell'Ucraina sui social network'', ha detto Lavrov.
Secondo Mosca, infatti, i militari russi hanno lasciato la città il 30 marzo, mentre "prove di crimini" da loro commessi sono apparse solo quattro giorni dopo il loro ritiro. Dal Cremlino ribadiscono inoltre che mentre Bucha era sotto il controllo dell'esercito russo, i residenti locali non hanno subito violenze, aggiungendo che l'esercito russo ha consegnato 452 tonnellate di aiuti umanitari alla popolazione civile della regione di Kiev.
Il ministero ha anche spiegato che il 31 marzo il sindaco locale, Anatoli Fedoruk, non solo ha confermato in un videomessaggio che non c'erano soldati russi lasciati in città, ma che "non ha nemmeno menzionato i residenti locali con le mani legate, fucilati per le strade". Tutte le "prove dei crimini" a Bucha non sono emerse fino al quarto giorno”. “Pertanto - sostiene Mosca - non sorprende che tutte le cosiddette 'prove dei crimini' a Bucha siano apparse solo il quarto giorno, quando i servizi di sicurezza dell'Ucraina e rappresentanti della televisione ucraina sono arrivati ​​in città", ha dichiarato l'agenzia. Sotto il punto di vista anatomico, inoltre, per la Russia  i corpi "non presentano rigor mortis" e mancano delle "macchie caratteristiche dei cadaveri" mentre “nelle ferite è presente sangue non coagulato", ha detto l'esercito russo.
Per giunta la periferia meridionale di Bucha è stata bombardata 24 ore al giorno dalle forze ucraine.
Inoltre, ha sottolineato che i russi non hanno mai bloccato le uscite da Bucha e che "tutti i residenti locali hanno avuto l'opportunità di lasciare liberamente la città in direzione nord, compresa la Bielorussia". "Per tutto il tempo in cui la città è rimasta sotto il controllo delle forze armate russe, e anche più tardi, fino ad oggi, gli abitanti di Bucha si sono spostati liberamente per la città e hanno utilizzato la comunicazione mobile", ha aggiunto l’esercito.

In foto: panoramica di Bucha lo scorso 22 Febbraio (Foto: it.depositphotos.com)

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