Nel frattempo Zelensky denuncia: “Forze russe si preparano a sferrare possenti attacchi”
Le condizioni del decreto che prevede il pagamento in rubli per le forniture di gas russo alle nazioni "ostili", firmato giovedì da Vladimir Putin, "sono accettabili per i paesi occidentali”. A dirlo è il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, durante una conferenza stampa questo venerdì a New Delhi, dove è in visita ufficiale di due giorni.
"Lo schema presentato è uno schema onesto. Ci consente di ricevere pagamenti in rubli, alla fine, e questo era l'obiettivo originale", ha detto Lavrov, citando la "mancanza di fiducia nei confronti dell'Occidente" come motivo della decisione del governo russo di addebitare nella sua valuta nazionale.
"È che ci pagano in una valuta [euro o dollari] e poi ci congelano i conti", ha affermato il ministro degli Esteri russo. In tal senso, ha ricordato che Mosca ha iniziato "molti anni fa" a muoversi verso l'uso delle valute nazionali nei suoi scambi commerciali con altri paesi, come l'India e la Cina, per fare a meno del dollaro.
"Non vogliamo dipendere da un sistema che potrebbe essere chiuso in qualsiasi momento. Non vogliamo dipendere da un sistema i cui padroni possono rubarvi i soldi dall'oggi al domani", ha spiegato Lavrov, che ha previsto che l'andamento dei pagamenti in valute nazionali "è che diventerà più forte".
Nel frattempo sul campo, le forze russe sembra si si stiano raggruppando e si preparano a sferrare "possenti attacchi" contro il Donbass, dove è morto anche un foreign fighter italiano, Edy Ongaro, e il sud dell'Ucraina, a cominciare da Mariupol. L’allarme sull’offensiva in arrivo da Mosca arriva dallo stesso presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un nuovo messaggio video lanciato nel cuore della notte.
Nel mentre, oggi, a 37 giorni dall’inizio del conflitto in Ucraina, in cui dovrebbe avvenire l'annunciata ripresa dei negoziati a distanza, si spera che finalmente venga aperto il corridoio umanitario che consenta ai 160-170.000 civili intrappolati a Mariupol di lasciare la città, dopo giorni di tentativi andati a vuoto - l'ultimo ieri - e prima dell'imminente, temuto attacco finale russo alla città martire sul Mare d'Azov.
Intanto un incendio si è sviluppato in un deposito di petrolio nella regione di Belgorod, in territorio russo non lontano dal confine ucraino, e Mosca ne attribuisce la responsabilità all'attacco di due elicotteri delle forze ucraine, entrati nello spazio aereo russo a bassa quota, come afferma il governatore dell'Oblast di Belgorod. Il Cremlino sostiene che l'attacco ucraino all'alba ad un deposito di petrolio sul suolo russo peserà sui colloqui. Dall'altra parte ci sono le parole del ministro degli Esteri russo Lavrov. L'Ucraina - ha detto - ha mostrato "molta più comprensione" sulla Crimea e il Donbass.
Foto © Imagoeconomica
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