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Il capo della Chiesa e dello Stato si distinguono dal mondo politico invitando le parti a dialogare

Sull’escalation tra Russia e Ucraina, mentre da Palazzo Chigi, dalla stampa e dal mondo della politica in generale, la voce che si solleva è una sola, cieca e pericolosamente irragionevole contro Mosca, c’è chi, come Papa Francesco e Sergio Mattarella, utilizza toni più cauti per esprimersi sulla crisi in Ucraina distinguendosi per diplomazia. Il Pontefice e il capo dello Stato, infatti, in questi giorni drammatici di scontri e bombardamenti stanno dimostrando un’intelligenza politica, per lo meno a parole, che diversamente non sta affatto dimostrando il governo Draghi il quale, oltre a usare termini violenti contro Mosca, ha prima avviato multiple campagne di sanzioni che andranno in primo luogo a intaccare la popolazione civile e gli interessi italiani, e poi ha deliberato la fornitura di armamenti alle forze ucraine (le cui ultime destinazioni sono sconosciute e che contribuiranno ad infiammare il conflitto). Papa Francesco in questi giorni ha ripetuto più volte che “la guerra è una pazzia”, deplorando lo scorrimento di fiumi di sangue e lacrime, invocando l’apertura di veri corridoi umanitari ed esortando ad aiutare quanti sono “oppressi dalle bombe e dalla paura”. “La guerra non una volta, sempre, è la sconfitta dell’umanità”, ha detto rivolgendosi ai partecipanti al Congresso Internazionale “Educare alla democrazia in un mondo frammentato”. “Noi che lavoriamo nell’educazione siamo sconfitti da questa guerra, perché in parte siamo responsabili. Non esistono le guerre giuste". Il suo, è un invito al dialogo alle parti che ha trovato d’accordo il presidente della Repubblica il quale, in un messaggio al Pontefice scritto in occasione del IX anniversario della solenne inaugurazione del Pontificato, ha detto di condividere le sue parole e le sue posizioni per la pace. "Nell'attuale situazione le Sue accorate invocazioni contro la guerra assumono la veste di un appello- rivolto soprattutto a coloro che hanno in mano i destini di così tante vite umane - affinché si ritrovino le ragioni del dialogo e si ponga fine a una situazione gravissima e inaccettabile che mette a repentaglio la sicurezza e la stabilità globali”, si legge sul sito del Quirinale.
"Nella consapevolezza che ogni guerra lasci il mondo peggiore di come l'ha trovato, la costante sollecitudine della Santità Vostra a mai smarrire il sentiero della fratellanza costituisce un ancoraggio prezioso e un saldo punto di riferimento per far prevalere le ragioni della pace", conclude il Capo dello Stato.

Lavrov denuncia l’empasse di Kiev: "Delegazione a guida USA"
Nel frattempo, oggi sono giunte forti dichiarazioni da parte del ministro degli esteri russo Seghei Lavrov, che ha affermato che l'Occidente controlla la delegazione ucraina nei negoziati con la Russia senza consentire a Kiev di accettare le condizioni minime.
"Si sente costantemente che la delegazione ucraina è guidata per mano, molto probabilmente dagli Stati Uniti, e non è autorizzata ad accettare le richieste che ritengo assolutamente minime", ha affermato Lavrov da Interfax. In compenso, sul tema, Lavrov ha detto sta rafforzando la cooperazione con altri paesi, in particolar modo la Cina. "Certo, credo che l'interazione si rafforzerà, considerato che l'Occidente sta calpestando ogni pilastro del sistema internazionale e noi, le due grandi potenze, dobbiamo ovviamente pensare a come proseguire", ha spiegato Lavrov citato da Interfax.

Mosca avverte Roma: “Basta sanzioni' o conseguenze irreversibili”
La Russia intanto ha detto basta alle sanzioni e avverte l'Italia che se ci saranno altre sanzioni contro la Russia le "conseguenze potrebbero essere irreversibili". "Le sanzioni non sono una nostra scelta - ha affermato Alexei Paramonov, direttore del dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo - e non vorremmo che la logica del ministro dell'Economia francese Bruno Le Maire, che ha dichiarato la ‘totale guerra finanziaria ed economica’ alla Russia, trovasse seguaci in Italia e provocasse una serie di corrispondenti conseguenze irreversibili". "Ci aspettiamo che a Roma, come in altre capitali europee, tornino comunque in se' - ha aggiunto - e ricordino gli interessi profondi dei loro popoli, le costanti pacifiche e rispettose delle loro aspirazioni di politica estera". Ha rincarato la dose il ministro degli esteri russo Lavrov che, dopo aver definito "demagogica" la proposta di mandare dei "peacekeeper della Nato in Ucraina", ha dichiarato: "La condotta occidentale conferma che questi paesi non sono affidabili come partner economici". "La Russia resta aperta alla cooperazione con l'Occidente, ma non intende intraprendere tali iniziative da sola", precisa il ministro che invece non esita a sottolineare come la cooperazione tra la Cina e la Russia, "si rafforzerà” con questa crisi ucraina "considerato che l'Occidente sta calpestando ogni pilastro del sistema internazionale e noi, le due grandi potenze, dobbiamo ovviamente pensare a come proseguire". Un avvertimento, quello russo, che arriva proprio quando da Dubai, il direttore generale dell'Agenzia Ice, Roberto Luongo, avverte come stia "emergendo con forza" una "dipendenza molto forte di approvvigionamenti" per l'Italia "da Russia e Ucraina" per materie varie, "dai metalli ferrosi e non, ai fertilizzanti, al grano". Una dipendenza che mette "a rischio la catena degli approvvigionamenti del nostro Paese, e non è facile andare su altri Paesi a recuperare queste forniture", anche se ora si dovranno andare a "scovare" alternative. E mentre i negoziati sembrano in una situazione di stallo con Kiev che parla di "colloqui che dureranno ancora diverse settimane", avvertendo che l'Ucraina "non rinuncerà mai a suoi territori", l'Onu fa un primo bilancio: 816 i civili uccisi e 1.333 i feriti dall'inizio della guerra. Ma nonostante il tragico numero di vittime, sul campo si continua a combattere. A Leopoli suona per ore un nuovo allarme anti-aereo, poi rientrato. E un reporter belga, Robin Ramaekers, secondo la Bbc, dice di aver documentato le immagini "di 80 cadaveri ritrovati sotto le macerie della base militare di Mykolaiv, nel sud dell'Ucraina", distrutta dalle bombe.

Foto © Imagoeconomica

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