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Signor Presidente Vladimir Putin, chi le scrive queste poche righe è nessuno. Ho un nome ed un cognome, mi chiamo Vauro Senesi. Sono solo un anziano, un anziano comunista, ma questo non ha rilevanza. Le posso dire che nella mia vita ho avuto modo di trovarmi in molti luoghi di guerra, Dall'Iraq all'Afghanistan ed anche, nel 2015, nel Donbass tentando di testimoniare le atrocità commesse dalle milizie neonaziste ucraine contro la popolazione di quella terra, altre atrocità non cancellano quelle atrocità ma vi si aggiungono. Aggiungono dolore e paura negli occhi dei bambini a Kabul come a Baghdad, nel Donbass come in Ucraina.

Queste mie esperienze mi hanno portato a capire che la guerra sbrana tutto, insieme alle vite sbrana anche i torti e le ragioni. La guerra cancella il pensiero ed il sentimento. Cancella il presente e per lungo tempo anche il futuro. So che sto affermando delle banalità ma questa è l'unica lezione che le guerre che ho visto mi hanno dato. Lei signor Presidente è un uomo potente, abituato a trattare o a scontrarsi con altri potenti. So che il solo fatto che le scriva mi coprirà di ridicolo, verrò additato come un imbecille nel migliore dei casi o come un traditore perché, come saprà da noi in occidente lei è definito come un pazzo ed un nuovo Hitler. Io non credo che lei sia un pazzo e tantomeno un nuovo Hitler. Sicuramente il pazzo sono io che le sto scrivendo ma quale pazzia più grande della guerra esiste? Anche lei, se questa mia le arriverà, penserà che se non sono pazzo sono un ingenuo. Lo sono, credo nella ingenuità dei bambini e che mai dovremmo strappargliela.

Sono convinto che dovremmo proteggerla. Preservarla anche da adulti, ognuno dentro se stesso, anche e tanto più quando si è potenti. È l'ingenuità che mi spinge a scriverle queste righe. L'ingenuità mi fa sperare che possa leggerle ed anche, almeno in parte, condividerle. Io che ripeto, non la considero un pazzo, la invito a fare una autentica pazzia: fermi questa guerra. La fermi lei, da solo, subito. Lasci agli altri potenti la follia della guerra, lasci a loro arroganza ed ipocrisia, li spiazzi, li confonda, non con carrarmati e bombe come in questo momento ma con la potente arma della umanità, se la possiede. La mia ingenuità mi spinge a chiederle di incontrarmi, mi piacerebbe potessimo parlare, anche per pochi minuti, potessimo incrociare i nostri sguardi. So che non sarà possibile, lei incontra ministri e presidenti e generali non credo che abbia il tempo e la voglia di incontrare il signor nessuno. Io rischio solo di essere sbeffeggiato, lei corre ben altri rischi perché ha ben altre responsabilità. Ma ai pazzi, quelli veri ed agli ingenui, quelli veri, può capitare di tutto, chissà che a me non capiti di ricevere anche solo qualche parola di risposta a questa mia lettera.
Grazie signor Presidente.
La saluto con cordialità e pace.

Vauro Senesi

Foto © Imagoeconomica

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