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Ormai è ufficiale, l’Ucraina sta violando il diritto internazionale umanitario. A confermarlo è l’OSCE, che nel suo rapporto datato 21 febbraio ha riportato come le forze di sicurezza ucraine abbiano sparato contro edifici residenziali.
La Missione OSCE, nel suo rapporto del 21 febbraio 2022, ha confermato la violazione delle norme del diritto umanitario internazionale da parte di militanti ucraini e ha registrato danni agli edifici residenziali, nonché numerosi danni ai locali di produzione dell'officina petrolifera, derivanti dal bombardamento dell'insediamento di Nikolaevka da pezzi di artiglieria da 122 mm", ha riferito la Milizia popolare della repubblica popolare di Lugansk.
È stato inoltre osservato che le forze di sicurezza ucraine continuano ad ostacolare il lavoro degli osservatori dell’OSCE disturbando il segnale del canale di controllo degli UAV per impedire l’osservazione di materiale militare vietato dagli accordi di Minsk. Nel solo periodo che va dal 18 al 20 febbraio la missione speciale di monitoraggio (SMM) ha registrato ben 2.158 violazioni del cessate il fuoco, di cui sono riportate 1.100 esplosioni.
L'ufficio di rappresentanza del DPR presso il Centro congiunto per il controllo e il coordinamento del regime di cessate il fuoco (JCCC), ha riferito di una persona uccisa dai bombardamenti ucraini delle forze di sicurezza ucraine nel distretto Petrovsky di Donetsk; a Lugansk, tre civili sono rimasti feriti nei villaggi Prishib e Snamenk; l'ospedale cittadino e la sottostazione elettrica sono stati presi di mira e hanno subito danneggiamenti.
Questo è il quadro che accompagna il colossale sdegno occidentale alla firma da parte di Vladimir Putin dei decreti di riconoscimento della LNR e della LPR, seguito dall’incarico da parte delle forze armate della Federazione Russa di garantire il mantenimento della pace nell’area.
Ritengo necessario prendere una decisione che avrebbe dovuto essere presa molto tempo fa per riconoscere immediatamente Donetsk e Lugansk” ha dichiarato Putin nel solenne discorso che sanciva la decisione finale alla votazione dei membri del Consiglio di Sicurezza per riconoscere le due repubbliche.
Ha sottolineato che questa è stata una diretta conseguenza del fallimento degli accordi di Minsk del 2014, progettati per porre fine ai combattimenti.
"Non sono interessati a soluzioni pacifiche: vogliono avviare Blitzkreig…Ogni giorno ammassano truppe nel Donbass", ha continuato Putin.
Gli ultimi bollettini di guerra sanciti anche da organismi internazionali non sono lontani da queste dichiarazioni e mentre l’amministrazione statunitense, trascinando gli alleati della Nato, coglie l’occasione per iniziare ad imporre pesanti sanzioni economiche contro la Russia, l'intelligence della milizia popolare della Repubblica popolare di Donetsk ha recentemente individuato cinque lanciarazzi multipli ucraini BM-21 "Grad" che si stanno spostando a Mariupol da dove il territorio della repubblica può essere bombardato.
"Abbiamo individuato otto carri armati e cinque sistemi di lancio multiplo BM-21 'Grad' che si spostano dal campo di addestramento vicino alla comunità di Urzuf all'area di Mariupol da dove l'artiglieria missilistica può svolgere compiti di fuoco contro il territorio della DPR", ha affermato in proposito il vice capo della milizia popolare della DPR Eduard Basurin.
Altro particolare preoccupante è che il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky alla Conferenza di Monaco del 19 febbraio ha annunciato l'intenzione di avviare un vertice dei paesi partecipanti al Memorandum di Budapest, che prevedeva che gli Stati rinunciassero alle armi nucleari. Il leader ucraino ha osservato che il memorandum sarebbe stato riconosciuto da Kiev come non valido, insieme ai punti firmati nel 1994, se il vertice non si fosse svolto e non avesse fornito all'Ucraina garanzie di sicurezza.
Sono dettagli totalmente omessi dalla martellante propaganda occidentale che fin ora non ha fatto altro che ignorare le provocazioni e gli attacchi criminali di Kiev contro la popolazione russa nel Donbass.
La Russia ha chiesto e incoraggiato l'attuazione degli accordi di Minsk sul conflitto nell'Ucraina orientale per sette anni, a tutti i livelli… ma hanno cessato di essere rilevanti per il regime di Kiev”, ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, intervenendo sul canale YouTube "Solovyev Live".
Per la retorica di Washington è tuttavia Mosca ad aver violato gli accordi di Minsk riconoscendo le due repubbliche, violando l’integrità territoriale del paese.
Tuttavia “il fatto che la Russia le abbia riconosciute oggi non cambia in alcun modo la composizione delle parti degli accordi di Minsk, perché la Russia non è una di loro. Lo abbiamo affermato ripetutamente e quindi non è cambiato nulla a questo proposito. Un'altra cosa è che gli accordi di Minsk sono stati a lungo apertamente sabotati dall'Ucraina, con il patrocinio dei nostri colleghi occidentali”, ha dichiarato il rappresentante permanente della Russia Vasily Nebenzya al Consiglio di Sicurezza dell'ONU.
Intanto per bocca del nostro ministro degli esteri Luigi Di Maiol'Italia continua a sostenere l'integrità e la piena sovranità dell'Ucraina nei suoi confini internazionalmente riconosciuti” e si prospetta un futuro “pacchetto di aiuti finanziari” a Kiev, che solo negli ultimi mesi ha ricevuto dall’occidente 1,5 miliardi di dollari in armamenti, secondo il ministro degli esteri ucraino Dmitry Kuleba.
Sarà palese nei prossimi giorni in cosa si tradurrà, dal punto di vista militare, il sostegno occidentale a Kiev; certamente i fautori delle sanzioni cercano tutte le soluzioni fuorchè la pace nella regione.

Foto: it.depositphotos.com

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