Il Presidente russo: “Gli impegni presi dalla NATO sono parole vuote”
Al termine del suo lungo discorso alla nazione, alla presenza dei due leader delle repubbliche separatiste Denis Pushilin e Leonid Pasechnik, il presidente russo Vladimir Putin ha firmato in diretta tv il riconoscimento delle due repubbliche autoproclamate del Donbass.
"Ritengo necessario prendere la tanto attesa decisione di riconoscere immediatamente l'indipendenza e la sovranità della Repubblica popolare di Donetsk e della Repubblica popolare di Luhansk", ha affermato Putin, invitando anche l'Assemblea federale russa a sostenere questa decisione e poi a ratificare i trattati di amicizia e di mutua assistenza con le due repubbliche.
La notizia ha scatenato la reazione immediata di Germania, Francia e Ucraina che hanno convocato un vertice d’urgenza e in aggiunta Macron riunirà in serata il Consiglio di difesa francese. Stessa cosa in Italia dove la capogruppo del Pd al Senato, Simona Malpezzi ha chiesto alla presidente Casellati “la convocazione straordinaria del Senato alla luce del precipitare della crisi tra Ucraina e Russia a seguito delle dichiarazioni di Putin”.
Anche al di là dell’Oceano c’è agitazione: alla Casa Bianca Biden ha riunito il Consiglio di sicurezza nazionale ribadendo che un attacco “estremamente violento contro l’Ucraina è possibile nei prossimi giorni o ore”, mentre Kiev ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza Onu.
Il capo di stato russo ha detto di aver preso questa decisione poiché gli accordi di pace di Minsk non hanno “nessuna prospettiva” di applicazione, almeno per il momento. Quindi aveva scongiurato l’adesione dell’Ucraina alla Nato: in questo caso Kiev “potrebbe iniziare a riprendersi la Crimea, e la Nato stessa si unirebbe a questi eventi”.
“Gli americani dicono che non dobbiamo preoccuparci" per l'ingresso dell'Ucraina nella Nato e "che ci vorrà tempo" perché questo accada. "Ma cosa cambia per noi? Assolutamente nulla. Gli Stati Uniti non hanno escluso l'allargamento, se rispetterà determinate condizioni. Quindi arriverà il momento dell'adesione e allora la Nato non sarà più un'alleanza difensiva" ha detto il presidente russo Vladimir Putin nel suo discorso alla nazione ribadendo che “siamo noi l'obiettivo dei missili" della Nato. Sono un “coltello alla gola della Russia", secondo il presidente, le armi dispiegate in Ucraina dalla Nato.
Se questo è il modo in cui Nato e Usa "vogliono comportarsi anche in territorio ucraino, l'obiettivo siamo noi. I missili Tomahawk possono raggiungere facilmente Mosca, in poco più di 30 secondi. Proprio come hanno fatto negli anni, dispiegando armamenti sempre più vicini alla frontiera e ignorando le nostre preoccupazioni. Non hanno fatto che fare ciò che volevano e presumo continueranno. Non sono d'accordo con questo e mai lo sarò" ha dichiarato il presidente russo definendo gli impegni presi dalla Nato nel corso degli anni come "parole vuote".
Putin ha anche sottolineato che Kiev "è caduta sotto il controllo esterno" e ha aggiunto che il paese vicino è stato portato al livello di "una colonia con un regime fantoccio".
Le minacce di Kiev contro le repubbliche indipendenti
Il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha sottolineato, a sua volta, che oltre 59.000 soldati del governo ucraino si trovano vicino ai confini delle repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk, in un'area dove Kiev sta concentrando attrezzature militari come 354 carri armati, più di 2.000 veicoli blindati, 160 lanciarazzi multipli e complessi missilistici operativi-tattici Tochka-U. "Se parliamo della situazione intorno alle repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk: è chiaro che l'Ucraina non ha bisogno di questi territori. Sono una merce di scambio nel commercio per lo status dell'Ucraina", ha poi affermato Dmitry Medvedev vicepresidente della Federazione Russa.
Inoltre nelle ultime ore i servizi di sicurezza di Mosca hanno accusato Kiev di aver distrutto, con una granata, un valico di frontiera. L’agenzia Tass cita una nota del Servizio federale per la sicurezza russa, secondo la quale un proiettile sparato dal territorio ucraino ha colpito un avamposto delle guardie di frontiera russa nella regione di Rostov: “Il 21 febbraio alle 09:50, un proiettile di un campione non identificato sparato dal territorio dell’Ucraina ha completamente distrutto un posto di controllo delle guardie di frontiera dell’Fsb della Russia nella regione di Rostov, situato a una distanza di circa 150 metri dal confine russo-ucraino”, si legge nella nota. Il segretario del Consiglio di sicurezza dell’Ucraina ha respinto le accuse.
Mentre l’esercito ucraino ha accusato i separatisti filo russi di aver compiuto 80 violazioni del cessate il fuoco. La compagnia aerea Air France ha fatto sapere di aver annullato i suoi voli previsti per il 22 febbraio fra la capitale francese e quella ucraina. La decisione francese segue quella della tedesca Lufthansa e dell’associata Swissair, oltre a quella del vettore austriaco Austrian Airlines.
Foto © Imagoeconomica
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