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“Quando la guerra devasta un Paese, com’è accaduto all’Italia nella Seconda guerra mondiale, i superstiti sviluppano una concezione negativa della stessa. Quando, invece, la guerra trasforma un Paese in una superpotenza ricchissima, i superstiti tendono a concepirla positivamente poiché è stata conveniente”. A meno che non subentri la retorica della propaganda a manipolare l’opinione pubblica come accade, per esempio, con la “manipolazione per accostamento ossimorico”. Ad affermarlo è il professore Alessandro Orsini in un articolo pubblicato questa mattina sul Fatto Quotidiano, in cui, esaminando il conflitto russo-ucraino con l’assedio della Striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano, constata alcune similitudini tra i due scenari.
“Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, la macchina della propaganda diceva: ‘Se l’Italia vuole la pace, deve investire nella guerra. Più armi l’Italia darà, prima la pace arriverà’. La manipolazione fu studiata a tavolino – scrive Orsini -. Da una parte, Draghi aveva il problema di accontentare gli italiani che vogliono la pace; dall’altra, doveva compiacere gli americani che vogliono la guerra. Dichiarando di ricercare la pace, Draghi gratificava gli italiani; impegnandosi a inviare armi, accontentava Biden”.
La manipolazione per accostamento ossimorico “si ottiene esaltando il termine più amato contro quello più odiato per ottenere non la giustificazione, bensì la nobilitazione dei mezzi attraverso il fine. Nel processo di giustificazione dei mezzi rispetto al fine, il mezzo – la guerra o l’attentato terroristico – rimane esecrabile – sottolinea il professore -. Nel processo di nobilitazione dei mezzi rispetto al fine, invece, il mezzo diventa nobile. A differenza di Draghi, Biden non ha il problema di manipolare l’opinione pubblica giacché la guerra, nella cultura dominante americana, è una parola piena di significati positivi. Biden non deve strumentalizzare la parola “pace” per far accettare agli americani l’uso degli ucraini come carne da macello per l’avanzamento della Nato verso la Russia. Il rapporto psicologico di un popolo con la guerra è, in larga misura, condizionato dall’esperienza storica di quel popolo con la guerra”.
Questo metodo propagandistico viene applicato anche per l’assedio di Gaza. In questo caso, i termini dell’ossimoro sono “pace e massacro” poiché a Gaza “non c’è nessuna guerra, ma uno sterminio”, precisa il professore. “Per giustificare il massacro dei palestinesi, la macchina della propaganda dice che lo sterminio è necessario per eliminare Hamas e fondare uno Stato palestinese che porterà la pace – aggiunge Orsini -. Ma questo è falso giacché il massacro dei palestinesi allontana la pace in Palestina così come l’invio delle armi l’ha allontanata in Ucraina. Israele non vuole eliminare Hamas per fondare uno Stato palestinese, ma per impedire che nasca. Netanyahu ha detto che i palestinesi avranno uno Stato soltanto quando impareranno ad amare Israele e l’Occidente ovvero quando avranno imparato ad amare i loro sterminatori”.

Foto © Roberto Pisana

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