Team legale chiede informazioni al gigante dell'hi-tech sull’origine delle materie prime utilizzate per i suoi dispositivi
Il gigante della tecnologia Apple, con sede negli Stati Uniti, è stato accusato di trarre vantaggio dall’estrazione di risorse naturali provenienti dal Ruanda grazie alle attività delle milizie presenti nell’est della Repubblica Democratica del Congo, come l’M23: il gruppo ribelle indicato in diversi rapporti delle Nazioni Unite “come un esercito convenzionale” che sembra disporre di notevoli quantità di armi e munizioni. Ad accusare il gigante dell'hi-tech è stato un gruppo di avvocati incaricati dalla Repubblica Democratica del Congo, di indagare sulla provenienza dei minerali utilizzati dalla nota multinazionale per realizzare i suoi dispositivi elettronici.
Attraverso una lettera inviata al quartier generale di Apple, a Cupertino, in California, negli Stati Uniti, il gruppo di legali, non solo ha contestato l’impiego di minerali presumibilmente contrabbandati dal Congo, ma ha anche minacciato azioni legali qualora non ne venisse meno l’impiego. Nel frattempo - ha reso noto la rivista “Nigrizia” - un team di esperti nominati dal governo congolese ha inviato una serie di richieste di chiarimento agli uffici francesi di Apple, richiedendo una risposta entro tre settimane. Il team di esperti è un gruppo di avvocati internazionali dello studio legale “Amsterdam & Partners”, che ha pubblicato un rapporto di oltre 50 pagine che evidenzia presunte attività di “riciclaggio minerale” condotte da Kigali e da altri attori privati. Tra i minerali finiti sotto la lente dello studio legale, ci sarebbero soprattutto i minerali noti come 3T: tungsteno, tantalio (derivato dal cobalto) e stagno, ampiamente utilizzati nell'industria tecnologica e fondamentali per la transizione verso i veicoli elettrici.
Minerali insanguinati
Gli avvocati dello studio legale “Amsterdam & Partners”, che hanno redatto il documento, hanno scelto un titolo che non lascia spazio a dubbi e fraintendimenti: “Minerali insanguinati”. Lo stesso vale per la scelta della copertina: i giocatori della nazionale di calcio di Kinshasa, che durante l'ultima Coppa d'Africa hanno protestato contro le violenze nell’est del Rd Congo, posando per i fotografi con una mano sulla bocca e l'altra vicino alla tempia, imitando il gesto di una pistola puntata alla testa. Il report si apre con una citazione altrettanto diretta di Cédric Bakambu, uno dei calciatori coinvolti: “Tutti vedono i massacri nel Congo orientale. Ma tutti tacciono”.
I legali di Kinshasa, all’interno del report, accusano Apple di acquistare minerali da fornitori, che a loro volta li ottengono dal Rwanda. Nonostante Apple affermi di verificare l'origine dei minerali utilizzati nei suoi prodotti, il report suggerisce che queste affermazioni manchino di prove concrete. D'altronde, il Rwanda, nonostante abbia scarse riserve di questa tipologia di minerali, ha esportato quantità significative, alimentando i sospetti sul contrabbando dai territori controllati dal Congo.
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