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Ministero della Difesa russo: “Kiev ha perso 1200 militari in un giorno”. Soldati ucraini al The Guardian: “Non ci sarà una controffensiva, non abbiamo armi”

Circolano ancora speculazioni su un ribaltamento delle sorti del conflitto. È dalla giornata di ieri che le principali testate giornalistiche occidentali incalzano su una controffensiva ucraina destinata a sbaragliare una volta per tutte le prime linee di Mosca nel sud del paese.

Ad annunciare l’attacco per la prima volta è stata una portavoce del comando meridionale dell'Ucraina, Natalia Humeniuk, che ha parlato di una poderosa manovra militare in "diverse direzioni". Secondo il consigliere del presidente Zelensky, Oleksiy Arestovyc, le truppe ucraine avevano sfondato le difese russe in diverse aree della prima linea vicino alla città di Kherson, ma, a scanso di futuri equivoci, in un post su Telegram ha messo in guardia contro qualsiasi aspettativa di una rapida vittoria, descrivendo l'offensiva come una lenta operazione per macinare il nemico.

"Naturalmente, molti vorrebbero un'offensiva su larga scala con notizie sulla cattura da parte dei nostri militari di un insediamento in un'ora", ha scritto. "Ma non combattiamo così” ha affermato Arestovyc. Nessuna informazione è trapelata dalle autorità ucraine sull’andamento del piano militare annunciato con toni tanto trionfalisti. Sul lato opposto della trincea, da parte russa, il quadro descritto è invece quello di una pesante disfatta militare per le truppe di Kiev:

Il Ministero della Difesa russo, questa mattina, ha affermato che le truppe di Mosca a seguito dell’offensiva ucraina lanciata su Nikolaev-Krivoy Rog e in altre direzioni, hanno annientato più di 1200 militari in un solo giorno. "Il nemico ha subito perdite su larga scala. Le azioni efficaci di un gruppo di truppe russe ha distrutto 48 carri armati, 46 veicoli da combattimento di fanteria, 37 altri veicoli corazzati da combattimento, 8 camioncini con mitragliatrici di grosso calibro e più di 1.200 militari ucraini", ha affermato il ministero. Il dipartimento militare ha comunicato inoltre che l'aviazione militare delle forze aerospaziali russe ha distrutto cinque quartier generali ucraini, tre depositi di armi e munizioni, nonché 52 unità di artiglieria e ha liquidato più di cento militanti della formazione nazionalista Kraken, assieme a mercenari stranieri vicino al villaggio di Konstantinovka, nella Repubblica popolare di Donetsk.


esercito ucraina fun depos


Tra le vittime vi sarebbero 200 militanti, inclusi circa 40 mercenari stranieri, vicino al villaggio di Aleksandrovka nella regione di Dnepropetrovsk.

A testimoniare una situazione non del tutto rosea per l’esercito di Zelensky, si sono aggiunti soldati in prima linea intervistati dal The Guardian, rimasti anonimi in quanto proibito per loro parlare con i media. Un soldato ha affermato che non c'era controffensiva, l'altro ha detto che si stavano svolgendo battaglie, ma per fermare un'offensiva russa lanciata la scorsa settimana.

Non c'è controffensiva e non ci sarà", ha detto un combattente che presta servizio in prima linea nella regione di Kherson da marzo. “Potrebbe essercene un'imitazione, ma non ce ne sarà una vera. Non abbiamo assolutamente le armi per portarla avanti… I russi si sentono completamente a loro agio nelle loro posizioni... non hanno paura di noi; non c'è motivo di aver paura di noi", ha detto il combattente. "Per ogni missile che lanciamo, ne lanciano 50, 40, 30. Naturalmente, le proporzioni possono cambiare a seconda della situazione", ha affermato il militare, che ha poi amaramente concluso: “Non abbiamo equipaggiamento offensivo”.

Aiuti militari non funzionali a costruire un’offensiva
Nei giorni scorsi il presidente statunitense Joe Biden ha annunciato, trionfale, l’approvazione della più grande tranche di assistenza militare all’Ucraina mai elaborata fin ora: circa 2,98 miliardi, che comprende 245.000 proiettili di artiglieria da 155 mm, 65.000 colpi di mortaio da 120 mm, radar anti-artiglieria U24, un sistema di soppressione dei veicoli aerei senza pilota (UAS), attrezzature di supporto, contromisure UAV Vampire, sistemi missilistici a guida laser e fondi per l'addestramento e il supporto dei militari.

Tuttavia, come osservato anche da Bloomberg, questo pacchetto non fornirà alle forze armate l'opportunità di una rapida offensiva in quanto non include i missili a lungo raggio HIMARS. Kiev ne aveva chiesti almeno 50 per bloccare l’avanzata russa e 100 per una controffensiva; Washington a luglio per bocca del presidente del Comitato per i servizi armati del Congresso USA, Adam Smith, ne ha promessi solo 30. Questioni economiche? Difficile immaginarlo, dato che a fronte dei 3 miliardi stanziati, 100 HIMARS costerebbero agli Stati Uniti circa 400 milioni di dollari. Forse più l’esigenza di Washington di mantenere una guerra a bassa intensità per finanziare l’industria bellica e trasformare il paese in un grande poligono militare, fino all’ultimo ucraino.

Foto: it.depositphotos.com

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