Colpita l’area dell’impianto di stoccaggio per i rifiuti di combustibile nucleare. Mosca blocca il testo sul trattato di non proliferazione
Ancora una volta il mondo assiste con il fiato sospeso ad una possibile catastrofe radioattiva nel cuore dell’Europa. Nella giornata di ieri, come riportato da Ria Novosti, le forze armate ucraine hanno inflitto dieci attacchi nell’area dell’impianto di stoccaggio delle scorie nucleari presso il territorio della centrale nucleare di Zaporozhye (ZNPP), presidiata dall’esercito russo. "Ci sono stati dieci attacchi nell'area dell'impianto di stoccaggio a secco di scorie di combustibile nucleare. <...> È stato chiaramente dato il comando di colpire lì, nel tentativo di liberarlo", ha affermato Vladimir Rogov, membro del consiglio principale dell'amministrazione della regione di Zaporozhye.
L’evento è stato preceduto, sempre nella giornata di ieri, dalla disconnessione di tutte le unità di alimentazione della ZNPP a partire dalle 9.00 del mattino. L'elettricità per il fabbisogno dell'impianto è stata dunque fornita attraverso una sola linea elettrica dal sistema elettrico dell'Ucraina. La centrale nucleare più grande d'Europa, come specificato da Energoatom, fa affidamento sull'elettricità per mantenere i suoi reattori ad una sicura temperatura di esercizio. Durante un'interruzione, l'impianto riceve forniture di elettricità da una linea di riserva rimanente collegata alla vicina centrale elettrica convenzionale, ma se tutte le connessioni esterne si interrompono, deve fare affidamento su generatori diesel, che in caso di guasto, possono portare i reattori a pericolosi surriscaldamenti entro 90 minuti. In precedenza, Petro Kotin, presidente di Energoatom, ha comunicato all'agenzia di stampa Reuters che la Russia intenderebbe collegare l'impianto alla sua rete; un processo tecnicamente difficile che richiede di separare l'impianto dal sistema ucraino prima che possa essere gradualmente collegato a quello russo. Fortunatamente non risultano danni al sito ed il livello di radioattività si mantiene ancora nella norma, ma proseguono i bombardamenti: anche questa mattina, a partire dalle 9:37, la vicina città di Energodar è stata colpita dal fuoco dell’artiglieria ucraina, con munizioni di calibro 155 mm. Allargando l’arco temporale, la sequenza delle provocazioni che si sono abbattute nel sito in questi ultimi giorno disegnano un quadro preoccupante: l'11 agosto, le forze armate ucraine hanno sparato al sito con cannoni da 152 mm, danneggiando le apparecchiature per il raffreddamento dei reattori; il 14 agosto, l'artiglieria di Kiev ha bombardato lo ZNPP utilizzando obici M777 forniti dagli Stati Uniti; il 15 agosto, sono stati sparati 30 proiettili da cannoni da 152 millimetri contro la città di Energodar; il 18 agosto la città ha subito sette volte il fuoco dell'artiglieria pesante; il 20 agosto, le forze armate ucraine hanno aperto nuovamente il fuoco sul territorio della centrale nucleare; il 22 agosto, un drone delle forze armate ucraine ha attaccato l'edificio del laboratorio n. 2 presso la ZNPP.
Il viaggio dell’AIEA a rischio
Secondo il rappresentante del ministro degli esteri russo Maria Zakharova Kiev sta facendo di tutto per interrompere il viaggio della missione dell’AIEA alla centrale nucleare. "La parte russa sta facendo tutto il necessario per garantire che la missione internazionale dell'AIEA presso lo ZNPP abbia luogo, si svolga in modalità sicura e sia in grado di raggiungere tutti i suoi obiettivi. La cosa principale è fermare l'arbitrarietà nucleare da parte del regime di Zelensky e porre fine al bombardamento dell'impianto, garantendone un ulteriore funzionamento in sicurezza", si legge nel comunicato. Data la gravità della situazione, infatti, questa settimana si è tenuta una riunione del Consiglio di sicurezza, presso la sede delle Nazioni Unite a New York, dedicata esclusivamente alla situazione attorno alla centrale. Secondo il rappresentante permanente della Russia all'Onu Vasily Nebenzi, l’ispezione dell’AIEA dovrebbe avvenire nei prossimi giorni, in un arco temporale che va da fine agosto ad inizio settembre.
Come riportato dal The Guardian, l'AIEA ha cercato in passato di inviare una squadra per ispezionare l'impianto, ma Kiev aveva respinto quegli sforzi, che avrebbero legittimato l'occupazione russa del sito agli occhi della comunità internazionale. “Cosa può portare la visita del Direttore Generale (AIEA Rafael Mariano Grossi. - NdR) o dei suoi rappresentanti alla ZNPP? Ovviamente una cosa sola – agli occhi della comunità mondiale legittimare l'occupazione della stazione causata dalla presenza di terroristi nucleari lì". Questa aveva sostenuto in passato la società ucraina Energoatom.
La Russia blocca accordo delle Nazioni Unite sul trattato di non proliferazione nucleare
Sempre durante la riunione del consiglio di sicurezza dell’Onu la Russia ha bloccato un accordo volto a rafforzare il trattato di non proliferazione nucleare (TNP), poiché Mosca si è opposta ad una clausola sul controllo della centrale di Zaporizhia.
Un paragrafo della bozza di testo finale di venerdì ha sottolineato “l'importanza fondamentale di garantire il controllo da parte delle autorità competenti dell'Ucraina degli impianti nucleari … come la centrale nucleare di Zaporizhzia”. La delegazione russa è stata l'unica a esprimersi contro il testo concordato e dopo aver rilasciato la sua dichiarazione, è uscita dall'aula delle Nazioni Unite.
In precedenza, Igor Vishnevetsky, vicedirettore del Dipartimento per la non proliferazione e il controllo degli armamenti del ministero degli Esteri, aveva affermato che la Russia ha proposto di modificare cinque punti, allineandoli con l'agenda urgente relativa al processo di revisione del TNP e liberandoli da connotazioni politica. Tuttavia, il desiderio della delegazione russa "di lavorare non ha trovato risposta". Inoltre, come ha sottolineato Andrey Belousov, vice capo della delegazione russa, anche la bozza del documento finale del TNP non rifletteva i problemi del crollo del Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio (Trattato INF, da cui gli Stati Uniti si sono ritirati nel 2019), lo sviluppo della cooperazione tra paesi non nucleari con potenze nucleari, il consenso collettivo dei membri della NATO all'uso delle armi nucleari.
Per l’intelligence britannica la Russia intensifica gli attacchi
Secondo il servizio segreto britannico, citato del The Guardian, la Russia ha probabilmente aumentato l'intensità dei suoi attacchi nell'area di Donetsk, nella regione del Donbass dell'Ucraina orientale negli ultimi cinque giorni. “I separatisti filo-russi molto probabilmente hanno fatto progressi verso il centro del villaggio di Pisky, vicino all'aeroporto di Donetsk, ma le forze russe nel complesso si erano assicurate poche conquiste territoriali”, afferma il rapporto. Secondo il quotidiano Readovka, nella direzione di Kharkiv, le truppe ucraine hanno lasciato le loro posizioni a causa delle pesanti perdite. La stessa dinamica si è registrata in direzione Ugledar, dove il personale militare dell'unità della 53a brigata meccanizzata delle forze armate di Kiev a Novomikhailovka ha abbandonato le aree di combattimento. In direzione sud, nell'ambito di un combattimento di controbatteria, due plotoni di cannoni Giatsint-B furono soppressi nelle aree degli insediamenti di Dobroye e Zeleny Gay, nella regione di Mykolaiv.Attacchi missilistici sono stati effettuati dalle forze aerospaziali russe su strutture strategiche militari e posti di comando nelle regioni di Mykolaiv, Dnepropetrovsk, Zaporozhye, Kharkiv e Donetsk.
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