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Nuovo stallo dei negoziati al Cairo. Netanyahu afferma di aver fissato una data per l’invasione e Israele cerca 40mila tende per preparare l’evacuazione

Negli ultimi 6 mesi, nella Striscia di Gaza, ogni 15 minuti circa un bambino è stato ucciso o è morto di fame, considerata anch’essa come arma dalle Nazioni Unite. A denunciarlo è lo staff di Save the Children che ha ricordato tutti loro come monito alla comunità internazionale affinché si adoperi per fermare queste morti. Lo staff della Ong si è riunito in prossimità della sede di Roma dell'Organizzazione, esponendo uno striscione con il terribile dato. Inoltre, lo staff, in silenzio, ha deposto sulla scalinata in prossimità del palazzo, una serie di oggetti che rappresentano l'infanzia rubata ai bambini che vivono in zone di conflitto, a Gaza e in tante altre crisi dimenticate.
Sei mesi di guerra che hanno portato la popolazione allo stremo e sull'orlo di una crisi umanitaria senza precedenti. La distruzione di scuole e ospedali a Gaza è diventata la norma, e la maggior parte dei bambini è privo di cibo e non può ricevere nemmeno le cure più elementari. Circa 30 dei 36 ospedali sono stati bombardati e il sistema sanitario è ormai al collasso.
Da ottobre, l'escalation del conflitto ha danneggiato o distrutto quasi il 90% degli edifici scolastici e metà della popolazione sta affrontando un livello catastrofico di insicurezza alimentare, con zone come quelle del nord del Paese che sono a rischio di carestia, si legge in una nota.
Nel frattempo almeno 16 palestinesi sono stati uccisi in attacchi al centro e al sud di Gaza. E' quanto riporta l'emittente araba Al Jazeera. Tra le vittime ci sarebbero anche donne e bambini. L'agenzia di stampa palestinese Wafa riferisce che almeno cinque persone sono state uccise in un attacco al campo profughi di al-Maghazi nel centro di Gaza. Anche un medico, identificato come Shadi Abu Hassanein, è stato ucciso in un attacco a Gaza City. Almeno 10 corpi, tra cui quelli di sei bambini, sono stati recuperati dagli operatori della protezione civile dopo che un edificio residenziale è stato bombardato a Khan Younis, nel sud di Gaza. Diverse altre persone sono rimaste ferite negli attacchi.
Il bilancio delle vittime palestinesi nella Striscia di Gaza dall'inizio del conflitto il 7 ottobre è salito così a 33.360 morti e 75.993 feriti, come riferisce il ministero della Sanità di Gaza, precisando che il bilancio delle ultime 24 ore è di 153 morti e 60 feriti.
"Completeremo l'eliminazione dei battaglioni di Hamas, anche a Rafah. Nessuna forza al mondo ci fermerà”, ha dichiarato il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, presso una base militare dove ha incontrato le reclute dell'Idf destinate a essere dispiegate ai valichi di frontiera. In questo senso sembra che Israele stia acquistando 40.000 tende per preparare l'evacuazione di centinaia di migliaia di palestinesi dalla città di Rafah, nel sud di Gaza: lo afferma un funzionario israeliano all'Associated Press, ripresa dal Guardian. Ieri il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha annunciato che è stata fissata una data per l'invasione israeliana dell'ultima città di Gaza situata al confine con l'Egitto. Si stima che circa 1,5 milioni di palestinesi si siano rifugiati nella città meridionale dopo essere fuggiti dai bombardamenti israeliani in altre parti del territorio.


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Benjamin Netanyahu


Fonti Hamas: “I negoziati non stanno andando bene”

"Non stanno andando bene" i negoziati tra Israele e Hamas sul rilascio degli ostaggi e il cessate il fuoco. Lo dicono alla Dpa fonti del gruppo terroristico palestinese, che tornano ad accusare gli israeliani di "non essere interessati al cessate il fuoco, sono solo interessati alla questione degli ostaggi e non al cessate il fuoco".
La nuova proposta "non include un ritiro totale e un cessate il fuoco. Non possiamo accettare una proposta del genere, che non parla di un cessate il fuoco totale e permanente”, ha detto Sami Abu-Zohri, alto funzionario di Hamas, come riporta Ynet. "La nuova proposta ignora le richieste del nostro popolo e si concentra solo sul ritorno dei rapiti", ha aggiunto.
Le sue parole arrivano dopo che Hamas aveva fatto sapere in una nota di stare studiando la proposta presentata durante i colloqui che si sono tenuti al Cairo nel weekend.


Francia, Egitto e Giordania per cessate fuoco: “Onu spinga per soluzione a due Stati”

Intanto i leader di Francia, Egitto e Giordania hanno chiesto un cessate il fuoco immediato a Gaza e un percorso verso una soluzione a due Stati. Lo si legge in un editoriale sul Washington Post. Il Re della Giordania Abdullah, il Presidente francese Emmanuel Macron e l'egiziano Abdel Fatah El-Sissi non condizionano il cessate il fuoco al rilascio degli ostaggi e non menzionano la sconfitta militare di Hamas. Chiedono, tuttavia, "il rilascio immediato di tutti gli ostaggi".


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© Imagoeconomica


I leader mettono in guardia contro un'offensiva a Rafah, affermando che "porterebbe solo più morte e sofferenza, aumenterebbe i rischi e le conseguenze di uno sfollamento di massa della popolazione di Gaza e minaccerebbe un'escalation regionale". Sostengono che "la carestia sta già arrivando" e chiedono un massiccio aumento degli aiuti umanitari. Sostengono che Israele non ha adempiuto al proprio obbligo di garantire il flusso di aiuti umanitari a Gaza. I tre leader affermano che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbe spingere per una soluzione a due Stati e "deve svolgere un ruolo nel riaprire in modo decisivo questo orizzonte di pace".


Iran, porteremo Israele in tribunale per il raid di Damasco

L'Iran avvierà azioni legali presso tribunali internazionali contro Israele per l'attacco della scorsa settimana, attribuito da Teheran a Tel Aviv, contro la sezione consolare dell'ambasciata iraniana a Damasco, che ha ucciso sette membri delle Guardie della rivoluzione. Lo ha annunciato il portavoce della Magistratura, Masoud Setayeshi, come riporta Irna, affermando che "l'uccisione presso una missione diplomatica di comandanti e consiglieri militari iraniani da parte del regime sionista è in linea con la natura brutale di questo regime". Sempre dall’Iran arrivano serie minacce a Israele.
"L'unico modo per combattere i sionisti è formare una coalizione di eserciti islamici”, ha detto il comandante della Marina delle Guardie rivoluzionarie iraniane, Alireza Tangsiri. "I sionisti hanno fallito nella battaglia di Gaza perché non sono riusciti a sconfiggere Hamas o a liberare gli ostaggi israeliani", ha aggiunto, citato dalla Tv di Stato.
Secondo gli Stati Uniti è improbabile che l'Iran attacchi direttamente Israele: Teheran starebbe invece esortando i gruppi che sostiene a lanciare attacchi di rappresaglia. Ad affermarlo sono fonti dell'intelligence americana citate dalla Cnn, secondo cui Teheran non punterebbe ad una escalation significativa della situazione ed è preoccupata dalle eventuali risposte americane o israeliane a suoi attacchi. L'Iran, secondo quanto riporta il Times of Israel citando l'emittente, starebbe esortando i suoi “proxy” a lanciare attacchi missilistici e con droni su ampia scala contro Israele nei prossimi giorni.

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