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Il generale Kyrylo Budanov: abbiamo finito le riserve

A Kharkov la condizione delle difese ucraine è in progressivo deterioramento e questa volta nemmeno i funzionari di Kiev tradiscono sconforto, unito ad un cupo presagio sul futuro della guerra. "Ogni ora questa situazione diventa critica", ha detto il capo dell'agenzia di intelligence militare ucraina, Kyrylo Budanov, interpellato dal New York Times, esprimendo una valutazione che fa eco a quella di altri ufficiali ucraini, concordi sull'affievolirsi delle prospettive militari per il Paese a causa della mancanza di uomini e munizioni.
Nel merito, la recente analisi del Wall Street Journal, citando i dati giornalieri del Comando dell’aeronautica ucraina, evidenzia in modo inequivocabile il deterioramento del potenziale difensivo rispetto agli attacchi russi. Secondo la pubblicazione, negli ultimi sei mesi, il Paese è riuscito a colpire circa il 46% dei missili di Mosca, rispetto al 73% nei sei mesi precedenti, mentre solo negli ultimi 30 giorni è sceso al 30%.
Tutte le nostre forze sono qui o a Chasov Yar... Ho usato tutto quello che avevamo. Purtroppo non abbiamo nessun altro nelle riserve”, ha continuato Budanov, ritenendo che gli attacchi russi nel nord-est abbiano lo scopo di sfruttare le già scarse riserve di soldati dell'Ucraina e distoglierli dai combattimenti altrove.
Secondo l’lnstitute for the Study of War, le forze russe hanno continuato a compiere avanzamenti tatticamente significativi a nord e nord-est della città di Kharkiv, dando priorità alla rapida creazione di una “zona cuscinetto” lungo il confine internazionale piuttosto che alla creazione delle condizioni per penetrazioni più profonde nell’oblast. Nelle ultime ore, le truppe di Mosca hanno compiuto progressi a Hlyboke (a nord di Lyptsi), issando una bandiera al centro del villaggio e sono avanzati a sud-ovest di Oliinykove.
Lunedì, i combattimenti hanno infuriato alla periferia di Vovchansk, una piccola città a circa cinque miglia dal confine russo-ucraino a nord-est di Kharkiv. Denys Yaroslavsky, un tenente anziano al comando di un'unità in quella zona, parlando al NYT ha riferito che gli attacchi aerei russi colpivano la città con una frequenza di cinque-sette bombe ogni tre minuti. L'insediamento, che aveva una popolazione prebellica di circa 17.000 persone, vede ora i funzionari locali lottare per evacuare i 200-300 residenti rimasti. Hryhoriy Shcherban, un volontario presente in città lunedì mattina, ha dichiarato di aver ricevuto più di 200 richieste di evacuazione durante la notte e di affrontare difficoltà a causa dei bombardamenti russi sulla strada di evacuazione. L'avanzata su Vovchansk segue settimane di avvertimenti delle autorità ucraine riguardo a un possibile attacco russo dal confine, concretizzatosi venerdì mattina con truppe che hanno attraversato due linee principali a nord di Kharkiv e intorno a Vovchansk.
Di concerto con Budanov, anche secondo l’analista militare Franz-Stefan Gady, l’obiettivo russo è quello di allontanare le forze da Chasov Yar, una città su un'altura strategica dove gli ucraini hanno combattuto per settimane per respingere un attacco russo. È fondamentale per difendere la parte controllata dall’Ucraina della regione sudorientale del Donbass, che Mosca spera di conquistare.
Secondo il quotidiano The Indipendent, una volta che questo insediamento sarà conquistato dai russi, le posizioni delle forze armate ucraine nel Donbass si troveranno in serio pericolo.
"Se l'esercito russo prendesse il controllo di questa città, la sua artiglieria sulle alture di Chasov Yar colpirebbe liberamente l'esercito ucraino a Kramatorsk, Slavyansk, Konstantinovka e Druzhkovka", afferma la pubblicazione, precisando che la “liberazione” della città avvicinerebbe la Russia al pieno controllo della regione di Donetsk.

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