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L’AIEA visita la centrale dopo l’ennesimo atto di sabotaggio ucraino che vedrebbe coinvolta l’intelligence britannica

Sulla centrale nucleare più grande d’Europa è calato il silenzio di una tregua che ha finalmente visto i cieli liberi da improvvisi colpi di mortaio, pronti a provocare un disastro senza fine. Sono arrivati a Zaporizhzhia (ZNPP) gli esperti dell’AIEA, che hanno raggiunto la centrale elettrica verso le 13.00 di ieri, accompagnati da un imponente convoglio composto da nove veicoli blindati e diversi mezzi militari di scorta. Non si tratterebbe di una coincidenza il silenzio delle armi di Kiev, secondo il capo della regione di Zaporizhzhia, Yevhen Balitsky, che ha ricordato come le ispezioni “mostreranno non solo la stazione stessa, ma anche le infrastrutture della città distrutte a causa degli attacchi dell'artiglieria e dei droni ucraini”. Lunedì, un alto funzionario del Pentagono, durante un briefing del Dipartimento della Difesa, pur imputando ai russi la responsabilità di aver disposto postazioni di tiro attorno alla centrale nucleare, non ha escluso che siano state le truppe ucraine ad effettuare gli ultimi bombardamenti: “E non voglio dire che anche gli ucraini non abbiano sparato in quella zona perché penso che probabilmente ci sia una probabilità che lo abbiano fatto, ma... in un certo numero di casi, sta rispondendo al fuoco dei russi che stanno sparando da quelle posizioni”, ha affermato il funzionario. Nonostante lo schieramento opposto continui, viceversa, ad accusare la Russia dei bombardamenti alla ZNPP e di voler sabotare l’ispezione permanente dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, l’Onu ha recentemente preso atto del fatto che Mosca ha fatto tutto il necessario per garantire la sicurezza della missione.

Lo ha annunciato oggi il rappresentante ufficiale del segretario generale dell'organizzazione Stefan Dujarric: “Siamo lieti che la Federazione Russa abbia fatto tutto il necessario per garantire la sicurezza dei nostri ispettori", ha affermato durante un briefing. Dujarric ha anche affermato che i rappresentanti delle Nazioni Unite non avrebbero identificato i responsabili dei bombardamenti sul territorio della ZNPP, poiché il personale di sicurezza delle Nazioni Unite non ha il mandato e le competenze per condurre ricerche balistiche.

Come riportato da Ria Novosti, nell'ultimo giorno, la città è stata colpita da oltre 60 attacchi di UAV e artiglieria ucraini; tre civili sono rimasti vittime la scorsa notte, un'altra persona è rimasta ferita e quattro proiettili sono esplosi a 400 metri dalla prima unità di potenza della centrale nucleare.

Il tentato sabotaggio di Kiev, organizzato dall’intelligence britannica
Alle 6:20, poche ore prima dell’arrivo degli ispettori, una milizia composta da 60 persone ha tentato di sbarcare a tre chilometri nord-est della centrale nucleare di Zaporizhzhia, con l’ausilio di sette motoscafi atterrati sulla costa del bacino idrico di Kakhovskoye. Secondo le autorità locali, con i combattimenti che ne sono seguiti, fino a 47 militanti di Kiev sono rimasti uccisi, tre sono stati fatti prigionieri, due dei quali in gravi condizioni, mentre altri 12 militari sono stati bloccati e sarebbero ancora sotto tiro.

L'esercito russo avrebbe anche affondato due chiatte con sabotatori inviati per aiutare il primo gruppo di incursori.

Un tentato sequestro della centrale nucleare che per il membro del consiglio principale dell'amministrazione della regione di Zaporizhzia, Vladimir Rogov, è stato effettuato sotto il controllo dei servizi speciali britannici.

"Il tentativo da parte ucraina di impossessarsi della centrale nucleare, secondo le informazioni che ho da fonti vicine a Zelensky, è stato effettuato sotto il controllo dei servizi di intelligence britannici", ha affermato Rogov a Ria Novosti. Secondo il funzionario, i paracadutisti sono stati addestrati all'estero, nel Regno Unito e in Polonia e sono tornati in Ucraina via Odessa alla fine di agosto.

Non si tratterebbe di un’eventualità totalmente priva di fondamento. Come riportato dal Times qualche mese fa, il leggendario corpo di élite britannico Sas (Special Air Service) avrebbe addestrato militari ucraini a Obolon, alla periferia Nord di Kiev.  A metà febbraio, invece, il Sunday Mirror aveva scritto che, prima dell’aggressione russa, cento forze speciali Sas e Sbs (Special Boat Service) erano state spedite a Kiev per addestrare gli ucraini in controguerriglia, artiglieria, cecchinaggio e sabotaggio.

I ritardi che hanno preceduto l’arrivo dell’AIEA
Secondo le autorità locali di Zaporizhzhia, citate da Ria Novosti, l’arrivo della missione dell’AIEA è stato ritardato di almeno tre ore: la parte ucraina avrebbe lasciato passare parte del convoglio e le restanti auto sarebbero state trattenute al posto di blocco a Novoaleksandrovka. Successivamente, Balitsky, ha affermato che il capo dell'AIEA, Rafael Grossi, aveva superato un posto di blocco controllato dall'esercito russo e che la parte ucraina aveva già fatto passare la parte trattenuta della colonna. “In caso di nuovi tentativi da parte di Kiev di interrompere il loro lavoro con bombardamenti o sabotaggi, tutta la responsabilità delle conseguenze ricadrà interamente sul regime di Vladimir Zelensky e dei suoi curatori, così come sul loro" gruppo di supporto "in Occidente", ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.

Ancora falliti attacchi ucraini su Kherson
L’ennesimo tentativo delle truppe di Kiev di sfondare su Kherson si sono rivelati l’ennesima disfatta. Come riportato dal rappresentante ufficiale del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, durante l’offensiva, l’Ucraina ha perso 31 carri armati, 22 veicoli da combattimento di fanteria, 18 altri veicoli corazzati da combattimento, otto camioncini con mitragliatrici pesanti, 17 unità di veicoli speciali e più di 350 militari.

"Avendo lanciato in battaglia le riserve strategiche che Kiev aveva accumulato per diversi mesi, sperava di riuscire nel giro di pochi giorni e sconfiggere il gruppo russo oltre il Dnepr", ha affermato l'esperto militare Vladislav Shurygin a Izvestia. “La VFU deve attaccare sotto il dominio delle nostre truppe in aria e sotto la stretta supervisione di droni che correggono il fuoco dell'artiglieria. Le concentrazioni di truppe create per l'attacco vengono colpite dalle armi convenzionali e di precisione. In difesa le persone e soprattutto le attrezzature possono essere disperse e mimetizzate, e nell'offensiva è necessario andare in fitti gruppi, "pugni". Ecco perché gli ucraini stanno subendo perdite brusche”, ha spiegato l'esperto.

Foto © Imagoeconomica

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