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Continuano i colpi d’artiglieria di Kiev nei pressi della centrale nucleare. Arrestata una cellula ucraina che preparava un attacco terroristico

Dopo settimane in cui il mondo ha guardato con il fiato sospeso il succedersi di attacchi indiscriminati potenzialmente catastrofici alla centrale nucleare di Zaporozhye (ZNPP), oggi gli ispettori dell’AIEA sono finalmente arrivati a monitorare il sito. "Oggi, 31 agosto 2022, verso le 15:00, la missione dell'Agenzia internazionale per l'energia nucleare è arrivata a Zaporozhye", riporta un comunicato telegram della società ucraina Energoatom. Come riferito da Reuters, citando il capo dell’agenzia Rafael Grossi, l'Agenzia Internazionale per l'energia atomica prevede di organizzare una missione permanente, che non si concluda dunque nell’arco di pochi giorni: "Questa è una delle cose più importanti che voglio fare e lo farò", ha affermato Grossi. Il clima che si respira attorno alla centrale nucleare più grande d’Europa è tuttavia ancora rovente e carico di tensione: sempre nella giornata di oggi, come riportato da Ria Novosti, una cellula di sabotatori ucraini è stata arrestata ad Energodar, mentre era intenta a preparare un attacco terroristico all’interno del sito.  Come riportato dal membro del consiglio principale dell'amministrazione della regione di Zaporizhzhya, Vladimir Rogov, ai criminali sono state sequestrate armi leggere, ordigni esplosivi improvvisati e lanciagranate. Il funzionario ha anche chiarito che, secondo i dati preliminari, i sabotatori avevano in programma di organizzare l’attacco terroristico, proprio durante la visita della missione dell'AIEA diretta alla centrale nucleare. Tutto questo allo scopo di “mostrare l'incontrollabilità della situazione e che la Russia non può fornire sicurezza", ha spiegato Rogov. Nelle ultime ore inoltre, il comunicato stampa ufficiale della regione di Zaporozhye, ha riportato di un massiccio fuoco d’artiglieria sulla costa di Energodar, nelle immediate vicinanze della ZNPP. Le autorità hanno registrato 23 bombardamenti che hanno visto l’utilizzo di obici americani M777 da 155 millimetri; due giorni prima.

Bombardato l’edificio contenente combustibile nucleare
Il 29 agosto, un proiettile ha perforato il tetto dell'edificio della ZNPP, dove è immagazzinato il combustibile nucleare.  Nel merito, come riportato da Ria Novosti, la Russia ha fatto circolare una lettera al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite con le prove dei bombardamenti da parte delle truppe ucraine risalenti a quella data.

"Abbiamo fatto circolare tra i membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite una lettera riguardante le informazioni del ministero della Difesa russo in merito al bombardamento della centrale nucleare di Zaporozhye da parte delle forze armate ucraine il 29 agosto", si legge nel comunicato dell'ufficio di rappresentanza russo.

Un alto funzionario del Pentagono, durante un briefing del Dipartimento della Difesa avvenuto lunedì scorso, pur imputando ai russi la responsabilità di aver disposto postazioni di tiro attorno alla centrale nucleare non ha escluso che siano state le truppe ucraine a sparare: “E non voglio dire che anche gli ucraini non abbiano sparato in quella zona perché penso che probabilmente ci sia una probabilità che lo abbiano fatto, ma... in un certo numero di casi sta rispondendo al fuoco dei russi che stanno sparando da quelle posizioni.” Ha affermato il funzionario.

Prosegue l’attacco suicida ucraino a Kherson
La controffensiva avviata da Kiev due giorni fa nel sud dell’Ucraina, sembra sempre più destinata a lasciare posto ad una carneficina senza fine. Secondo un rapporto del Ministro della Difesa russo, le truppe ucraine, nel corso dei tentativi di riprendere l'offensiva nel Nikolaev-Krivoy Rog e in altre direzioni, hanno perso circa 1700 uomini in due giorni.

"Durante due giorni di attacchi infruttuosi al Nikolaev-Krivoy Rog e in altre direzioni, le truppe ucraine hanno perso quattro aerei da combattimento: due Su-25, un Su-24 e un MiG-29. Abbattuti anche tre elicotteri Mi-8 ucraini. Le truppe russe hanno distrutto 63 carri armati ucraini, 59 veicoli da combattimento di fanteria, 48 altri veicoli corazzati da combattimento, 14 camioncini con mitragliatrici pesanti e più di 1.700 militari ucraini", ha affermato il ministero.

Ma non sono solo le autorità russe a parlare di una disfatta: a testimoniare una grave situazione sulle linee del fronte nel versante meridionale, si sono aggiunti alcuni soldati in prima linea, intervistati dal The Guardian.  “Non c'è controffensiva e non ci sarà", aveva detto un combattente che presta servizio in prima linea nella regione di Kherson da marzo. “Potrebbe essercene un'imitazione, ma non ce ne sarà una vera. Non abbiamo assolutamente le armi per portarla avanti… I russi si sentono completamente a loro agio nelle loro posizioni... non hanno paura di noi; non c'è motivo di aver paura di noi", ha detto il combattente. "Per ogni missile che lanciamo, ne lanciano 50, 40, 30. Naturalmente, le proporzioni possono cambiare a seconda della situazione", ha affermato il militare, che ha poi amaramente concluso: “Non abbiamo equipaggiamento offensivo”.

Ma cosa ha spinto le autorità di Kiev ad intraprendere una decisione tanto sconsiderata? Secondo Igor Korotchenko, redattore della rivista National Defense, la decisione presa da Zelensky, ha un legame con il vertice vertice Ue a Bruxelles, a livello di capi di dipartimento militari e del ministero degli Esteri. "Lì si discute anche della questione di ulteriore assistenza all’Ucraina da parte dell’UE. Fu per questo incontro che Zelensky chiese una controffensiva, contando sul successo militare", crede Korotchenko.

Per il professore associato del Dipartimento di scienze politiche e sociologia dell’Università di economia russa, Alexander Perendzhiev, si conosceva già l’esito finale, ma le cifre delle perdite e i video delle ostilità sarebbero stati “presentati alla leadership dei paesi occidentali per contrattare nuove forniture di armi e denaro".

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