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Luca Tescaroli, Luca Turco e Giuseppe Creazzo in viaggio per ricostruire le dinamiche della strage di via dei Georgofili

Prosegue a passo spedito l’attività di indagine della procura di Firenze che indaga sui mandanti occulti della strage di via dei Georgofili del 27 maggio 1993. Sopralluoghi in Sicilia sono stati compiuti personalmente dai pubblici ministeri fiorentini. A renderlo noto è un servizio della Tgr Toscana, che parla di una perquisizione nell'abitazione e nell'ufficio del sindaco di un piccolissimo comune nei pressi del lago d'Orta e dell'interrogatorio dei fratelli Giuseppe e Filippo Graviano. A condurre i sopralluoghi e gli interrogatori sono stati i procuratori aggiunti Luca Tescaroli e Luca Turco, ai quali si è unito anche il procuratore distrettuale antimafia Giuseppe Creazzo, che coordina personalmente le indagini. I lavori sono iniziati con i verbali rilasciati da Salvatore Baiardo, ufficialmente un gelataio ma in realtà personaggio chiave per i Graviano, rimasto accanto ai due fratelli stragisti di Cosa nostra in momenti cruciali oltre ad aver curato la loro latitanza in Toscana, a Forte dei Marmi, e a Omegna. E proprio nella zona del lago d'Orta si sono recati a fine marzo gli investigatori della Dia di Firenze: in tasca avevano un mandato di perquisizione per il sindaco di un piccolissimo comune. Secondo il racconto di Baiardo, all'uomo, che non risulta indagato, i Graviano avrebbero consegnato un miliardo di lire da reinvestire. Una dichiarazione che però non avrebbe avuto alcun riscontro nella perquisizione. I pm della procura di Firenze si sono quindi messi nuovamente in viaggio, questa volta verso il carcere di Terni, per sentire proprio i fratelli di Brancaccio. Da quel che emerge Giuseppe Graviano, che era già stato ascoltato il 20 novembre, avrebbe risposto alle domande, ma non avrebbe confermato nulla sul ruolo di Silvio Berlusconi nella stagione delle stragi mafiose del 1992 e del 1993.

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