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Carriere separate per i magistrati, due Csm e l'ipotesi di un'Alta Corte, ovvero un organismo che giudicherà 'requirenti' e 'giudicanti'. La nuova riforma costituzionale della Giustizia è emersa da un vertice allargato a Palazzo Chigi a cui hanno partecipato la premier Meloni, il Guardasigilli Nordio e il suo vice Sisto, il sottosegretario Mantovano, i sottosegretari di Via Arenula, i presidenti delle Commissioni di Camera e Senato e i responsabili Giustizia dei partiti di maggioranza.
Prende così corpo il disegno ideato nel Piano di rinascita democratica di Licio Gelli, capo della P2, di cui “Mister B.” (Silvio Berlusconi) faceva parte.
Forza Italia esulta, così come tutta la cavalleria garantista e i falchi anti-pm, dal deputato Enrico Costa in giù.
Oltre all'istituzione di due Csm (uno per i pm e uno per i giudici) è previsto anche l'aumento della componente politica; secondo le valutazioni in campo, vi è l'aumento del numero dei membri laici dei Consigli (pari al 50 per cento), almeno un quarto nominati dal Parlamento.
Inoltre resta ancora aperto il dibattito sulla presidenza dei due Csm: anche se è prevalente l'ipotesi che resti il presidente della Repubblica a presiederli, non si può ancora escludere l'eventualità che la scelta ricada sul primo presidente della Corte di Cassazione e sul procuratore generale presso la Corte, entrambi rispettivamente per i due distinti Consigli (con l'inevitabile modifica degli articoli 87, 104 e 105 della Costituzione).
Al paradosso si accompagna l'assurdo quando emerge con più insistenza l'ipotesi dell'istituzione di un'Alta Corte che possa giudicare tutti i magistrati. Si tratta di un desiderata comparso anche durante le sedute del Csm di marzo 2022, quando i consiglieri erano stati chiamati a stilare un parere sulla Riforma Cartabia.
Questa proposta verrebbe ripresa dalla cosiddetta 'bozza Boato', che mise a punto l'allora deputato Marco Boato durante la Bicamerale per le riforme di Massimo D'Alema. Secondo la bozza, "la Corte di giustizia della magistratura" si sarebbe dovuta occupare dei "provvedimenti disciplinari nei riguardi dei giudici ordinari e amministrativi e dei magistrati del Pubblico ministero". "La Corte - si leggeva ancora nella bozza - è altresì organo di tutela giurisdizionale in unico grado contro i provvedimenti amministrativi assunti dai Consigli superiori della magistratura ordinaria e amministrativa". La "Corte è formata da nove membri, eletti tra i propri componenti dai Consigli superiori della magistratura ordinaria e amministrativa".
La procedura di selezione dei giudici rimane avvolta nell'incertezza, poiché si discute tra un sorteggio diretto, che potrebbe sollevare questioni costituzionali, e un sorteggio "temperato", dove i magistrati scelgono tra i candidati sorteggiati per nominare i consiglieri.
Non si esclude infine che nei prossimi giorni un'ulteriore riflessione potrebbe essere dedicata all'esercizio dell'azione penale e alla sua discrezionalità. Il proposito potrebbe essere quello di riformare l'articolo 112 della Costituzione, in cui è attualmente prevista l'obbligatorietà dell'azione penale, introducendone invece la discrezionalità, la quale in questo senso attuerebbe pienamente il sistema accusatorio. Sulla futura riforma della Giustizia è ancora intervenuta l'Associazione nazionale dei magistrati per chiedere "un confronto con Nordio per un contributo tecnico al provvedimento, almeno prima che diventi legge". Un incontro dove l'Anm intende esprimere anche i suoi timori per "il totale stravolgimento dell'assetto costituzionale" perché "viste nell'insieme le riforme preoccupano". Una bocciatura sui provvedimenti annunciati arriva intanto anche dall'Associazione europea dei giudici, la quale ritiene che le ipotesi di riforma del governo italiano costituiscano "un grave attacco all'indipendenza della magistratura", poiché andranno a minare "l'attuale equilibrio di poteri esistente in Italia", in contrasto "con gli standard europei".

Foto © Imagoeconomica

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