Confermata la decisione del Tribunale di sorveglianza di Perugia. Secondo i giudici ermellini lettere in entrata avevano “riferimenti a terze persone”
Restano bloccate alcune lettere scritte dal boss stragista Giuseppe Graviano e destinate a quest’ultimo, detenuto nel carcere di Terni.
Lo ha stabilito la Corte di Cassazione che ha respinto il ricorso del boss di Brancaccio, confermando la decisione del Tribunale di sorveglianza di Perugia.
Graviano, alias “Madre natura”, da decenni è recluso al 41 bis e per questo le sue lettere vengono sottoposte al controllo rigido del GOM (Gruppo Operativo Mobile) e del personale carcerario come previsto dal regime del carcere duro.
Alcune missive inviate ai familiari sono state bloccate “essendo presenti frasi ambigue e prive di attinenza rispetto alla restante parte del testo”. Altre in entrata avevano “riferimenti a terze persone” e “la documentazione allegata appariva di dubbia finalità".
I giudici ermellini scrivono che “non è necessario dimostrare che la missiva trasmessa ordini la commissione di reati o contenga espliciti messaggi rivolti ad altri partecipi della organizzazione, ma è sufficiente che elementi concreti facciano ragionevolmente dubitare che il contenuto effettivo della missiva sia quello che appare dalla semplice lettura e temere che il detenuto abbia voluto trasmettere un messaggio” che vili l’esigenza di bloccare la trasmissione di ordini all’esterno.
Fonte: livesicilia.it
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