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Giuseppe Graviano, boss stragista di Cosa Nostra, attualmente detenuto al 41-bis, aveva scritto una missiva indirizzata alla moglie, in seguito trattenuta. Motivo?
I giudici della Suprema Corte indicano un "contenuto fortemente criptico", con "argomenti in apparenza confusi", che potrebbero indicare "suggerimenti" e "direttive ai familiari".
Gli 'ermellini' hanno anche dichiarato inammissibile il ricorso della difesa di Graviano contro il provvedimento del magistrato di sorveglianza di Spoleto che aveva disposto il trattenimento della lettera. Per i supremi giudici, la decisione del tribunale di sorveglianza di Perugia è giusta, "illustrando i tratti del contenuto fortemente criptico e le ambiguità relative alle particolari modalità già della stessa redazione e dell'affastellarsi di argomenti in apparenza confusi, in modo però da potersi comprendere un'indicazione di suggerimenti e di direttive ai familiari, con riguardo alle accuse dei collaboratori di giustizia, alla quale si aggiungono riferimenti a soggetti non identificabili. Da ciò emerge l'adeguata illustrazione di specifici elementi che depongono nel senso dell'inoltro di messaggi comprensibili nell'interezza solo da soggetti in grado di decodificarli - hanno concluso i giudici della prima sezione penale della Cassazione - e dunque della possibilità che la comunicazione possa ledere le finalità di tutela e dell'ordine pubblico del particolare regime detentivo indirizzato a recidere gli attuali legami criminali".

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