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ReCommon: “L'istituto torinese coinvolto nel business delle armi insieme al resto dell'Occidente”

Mentre la pace nel mondo sembra aver raggiunto il suo minimo storico, con il 96 per cento di morti in più rispetto al secolo scorso, registrati tra l’altro solo pochi mesi fa dal Global Peace Index all’interno del suo ultimo rapporto per il 2023, un altro trend inquietante sembra voler emergere anche dal rapporto pubblicato da ReCommon, dal titolo “Soldi a grappolo”. Dal rapporto è emerso che l’industria bellica, a differenza delle vittime che causa ogni anno, è in buona salute, prospera e registra utili in costante aumento. Lo sanno bene i vari istituti bancari che negli ultimi anni hanno messo a segno affari considerevoli nel settore della difesa. Tra queste, non poteva di certo mancare Intesa Sanpaolo che, grazie al proliferare dei conflitti militari nel mondo, sta registrando incassi esorbitanti. Dal 2016 ad oggi, l'istituto torinese ha destinato al settore degli armamenti ben 2,135 miliardi di dollari, di cui 1,75 miliardi per i finanziamenti e 385 milioni per gli investimenti. Registrando nel 2022, l’anno in cui è iniziato il conflitto in Ucraina, un incremento nel settore degli investimenti del 52% rispetto all’anno precedente.

Dall’Ucraina al Medio Oriente
Dunque, non dovrebbe meravigliare che nel portfolio clienti di Intesa Sanpaolo ci sia Leonardo S.p.a., società leader del settore militare e aerospaziale, controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla quale sono stati destinati il 63% circa degli investimenti che Intesa Sanpaolo ha erogato dal 2016 ad oggi, di cui 30 milioni di dollari investiti dall’istituto bancario solo nel 2022. Difatti, la stessa Leonardo S.p.a. ha chiuso proprio il 2022 con un utile netto del 58,5% a 932 milioni e - come ha reso noto ANSA - con ordini pari a 17,3 miliardi. “La performance positiva conseguita da Leonardo nel 2022 - ha sottolineato l'a.d. Alessandro Profumo - è il frutto di una visione di lungo periodo che ha permesso all'azienda di rafforzare la propria competitività in uno scenario internazionale di grande incertezza”. A quanto pare, sembra che le incertezze stiano favorendo soprattutto gli investitori, e gli affari che Leonardo sta portando avanti con l’industria bellica israeliana sembrano confermarlo. Dopo l’attacco di Hamas avvenuto il 7 ottobre scorso, Israele ha risposto militarmente con un attacco che ha provocato migliaia di vittime innocenti, molti dei quali anche bambini. Il 30 ottobre scorso, gli Stati Uniti hanno assegnato a Leonardo e all’azienda israeliana Elbit System lo sviluppo di un nuovo sistema laser capace di individuare le posizioni nemiche sul campo di battaglia e coordinare gli attacchi. Ciò nonostante, gli affari tra Leonardo e l’industria bellica israeliana sembrano andare ben oltre i sistemi laser. Di recente, Leonardo ha firmato anche un accordo per vendere i suoi elicotteri alle forze armate israeliane, e un altro con Rada Electronic Industries, un’azienda israeliana leader nello sviluppo di Iron Dome: lo scudo antimissilistico di Israele.

La denuncia contro l’Italia
Tra i beneficiari degli investimenti dell’istituto bancario torinese, ci sarebbero anche altri protagonisti dell'industria bellica mondiale come la francese Thales, la statunitense Raytheon e la tedesca Rheinmetall, tutti impegnati nella fornitura di armi per il conflitto in Yemen, che dal 2014 è alle prese con la guerra civile e una grave crisi umanitaria. Infine, anche la RWM, filiale italiana di Rheinmetall con sede in Sardegna, ha realizzato ordigni utilizzati dalla coalizione capeggiata dall’Arabia Saudita per bombardare lo Yemen. Nel luglio di quest’anno, i familiari delle vittime di un tragico attacco avvenuto nel 2016 hanno presentato una denuncia contro l’Italia alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU). Il loro obiettivo - ha fatto sapere ReCommon - è il riconoscimento, da parte degli Stati europei, dell’accesso alla giustizia per le vittime di crimini di guerra perpetrati con armi prodotte in Europa; armi che sarebbero state vendute in violazione del Trattato sul commercio di armi.

Elaborazione grafica by Paolo Bassani

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