Su Il Foglio l'assurdo invito a scuole e Università affinché non si parli di Stato-mafia
“Esiste un ampio schieramento di intellettuali che ritiene, già o meno in buona fede, che la mafia, o più precisamente le mafie, siano un super potere criminale che tutto decide e tutto dispone”. “E' chiaro che fino a quando nelle scuole si continueranno ad invitare Saverio Lodato e Nino Di Matteo, che dicono che lo Stato è marcio, si darà un messaggio diverso alle nuove generazioni”.
E' con queste affermazioni che il professor Costantino Visconti, docente di diritto penale all'università di Palermo, intervistato da Ermes Antonucci per Il Foglio (dal titolo “No alla fuffa antimafia”), di fatto auspica bavagli e censure contro lo storico giornalista e il sostituto procuratore nazionale antimafia.
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Saverio Lodato e Nino Di Matteo © Paolo Bassani
La lettera degli studenti al professor Visconti
Gentile Prof. Visconti,
Le scriviamo questa lettera come studenti e studentesse di diverse Università, licei e istituti scolastici di Palermo e di varie parti d’Italia.
Siamo rimasti molto sconcertati dalle dichiarazioni che lei ha rilasciato al Foglio due giorni fa, parlando dell’antimafia “della fuffa” e invitando (di fatto) le nuove generazioni a non chiamare più nelle scuole e nelle università il magistrato Nino Di Matteo e il giornalista Saverio Lodato.
Siamo rimasti interdetti, non solo perché la storia della mafia che lei racconta è totalmente fuorviante e antistorica, soprattutto per chi, come molti di noi, ha letto sentenze e assistito fisicamente ai processi giudiziari, ma anche e soprattutto perché offende le conferenze e i confronti voluti ed organizzati dagli studenti in questi mesi e in questi anni all’interno delle proprie aule (nelle città di Catania, Catanzaro, Roma, Milano ecc.).
Tra le firme ci sono anche studenti che hanno organizzato recentemente due di questi incontri lo scorso febbraio all’interno dell’istituto scolastico Rutelli e lo scorso marzo all’interno della facoltà di Giurisprudenza di Palermo. Entrambi confronti diretti tra gli studenti e il dott. Di Matteo; incontri da noi fortemente voluti e che sono stati estremamente formativi, stimolanti ed emozionanti: non solo per comprendere l’importanza dei nostri strumenti legislativi nella lotta alla mafia, unici in Europa e nel mondo, ma anche per approfondire gli avvenimenti riguardanti le stragi del 1992-1993, il processo Trattativa Stato-mafia e soprattutto le riforme della giustizia della ministra Cartabia e quelle del ministro Nordio. Incontri che hanno lasciato un segno, riempiendo dopo tanti anni le aule e suscitando entusiasmo in migliaia di ragazzi fisicamente presenti e collegati online. Quindi, pensiamo sia veramente inopportuno da parte sua, come professore di Diritto Penale, pretendere di dirci cosa possiamo e non possiamo fare, chi possiamo o non possiamo invitare all’interno dei nostri spazi e soprattutto quale storia della mafia è giusto che noi conosciamo.
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