Il professore ospite della Berlinguer per parlare di Ucraina e immigrazione
“Non ho mai detto che l’Ucraina non debba essere rifornita di armi. Ho parlato sempre e soltanto dell’Italia. A mio giudizio l’Italia non deve più inviare armi pesanti all’Ucraina perché deve sostituire la Turchia assumendo il ruolo di guida della diplomazia”. A dirlo è Alessandro Orsini, professore di Sociologia del terrorismo internazionale, intervenuto ieri sera a “Carta Bianca”, il programma condotto da Bianca Berlinguer su Rai3. L’oggetto della conversazione, che ha visto anche la partecipazione dell’onorevole Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana) e dei giornalisti Francesco Borgonovo e Gad Lerner, era la possibilità e le modalità per intavolare una trattativa di pace tra Russia e Ucraina in grado, quanto meno, di ottenere un cessate il fuoco. “Questo conflitto potrà essere risolto soltanto se ci sarà un Paese che assuma la guida della diplomazia in Unione Europea”, ha continuato Orsini facendo poi luce su una “tecnica per manipolare l’opinione pubblica” da tempo in atto in Occidente per impedire un tavolo diplomatico. “Induciamo le persone a pensare falsamente che il mediatore debba essere un attore esterno al conflitto, quindi la Cina o la Turchia - ha detto il professore -. Asserendo che l’unico che può intervenire è la Cina diciamo il falso. Imbrogliamo le persone, inducendole a credere che il problema potrebbe essere risolto dalla Cina, perché vogliamo promuovere politiche di morte in Ucraina. Il conflitto deve essere risolto da un Paese membro dell’UE, uno dei tre principali: Francia, Germania o Italia”. “Se l’Italia si rifiutasse di inviare armi pesanti all’Ucraina, e assumesse la guida della diplomazia, godrebbe di una stima internazionale enorme. Il mondo non è Biden e non è la Casa Bianca - ha continuato -. Subito dopo essersi rifiutata di inviare armi pesanti, l’Italia dovrebbe battersi per il cessate il fuoco, non per la pace. E dovrebbe farlo semplicemente facendo ciò che Erdogan fa. Erdogan incontra Putin? Dopo il rifiuto di invio di armi pesanti all’Ucraina Tajani incontra Lavrov. È molto semplice il meccanismo”. In riferimento alla campagna mediatica filo-Nato secondo cui le politiche adottate in questi nove mesi di guerra stiano portando ad una vittoria, Orsini si dice contrario. “L’Occidente e la Nato si intestano una vittoria che in realtà è una sconfitta - ha detto -. Quando il 24 febbraio è scoppiata la guerra io ho detto di trattare subito con Putin così che avremmo trattato soltanto sul Donbass. Questi maledetti gruppi di potere che sostengono politiche di morte in Ucraina, invece, hanno affossato quest’ultima. Ora abbiamo sprofondato l’Ucraina in un inferno tanto che deve recuperare 4 regioni, non più una sola. Quando proponevo la trattativa forse Putin si sarebbe accontentato dell’autonomia del Donbass, senza l’indipendenza. Adesso, invece, noi disonestissimi del blocco Occidentale diciamo: ‘Vedete com’è di successo la politica che stiamo portando avanti? Pensate come sarebbe stata messa male l’Ucraina senza l’invio delle armi’. Ecco com’è messa male: l’Ucraina ora deve recuperare 4 regioni. Se non trattiamo ora su 4 regioni rischiamo di arrivare a marzo e dover trattare su 6 regioni”. A quel punto, però, “dovrà arrivare qualcuno che risponde di questo massacro e si assume delle responsabilità”.
La questione delle ong
Altro argomento dibattuto durante la trasmissione televisiva è la questione migratoria e, nel caso specifico, la vicenda della ong “Humanity 1”, da giorni su tutte le prime pagine della stampa italiana. Orsini ha affermato di essere “un po’ di parte” sul tema avendo scritto un libro intitolato “Viva gli immigrati” ma non per questo è venuto meno alle domande della Berlinguer. A differenza degli altri ospiti, però, ha voluto chiarire che “la ragione per cui queste navi sono ferme in mezzo al mare è prevalentemente una ragione strategica”. “Non è che ciò accada perché il governo Meloni è composto da sadici e ci gode a lascarli lì. C’è una strategia che mira a raggiungere due obiettivi - ha aggiunto -. Il primo è quello di dissuadere tanti africani dal tentare l’approdo in Italia, cioè la speranza che si diffonda la voce che il nostro Paese è ostile agli sbarchi clandestini. La seconda ragione è quella di aprire un contenzioso con Bruxelles, perché è chiaro che se il Governo Meloni non agisse in questo modo non richiamerebbe l’attenzione di Bruxelles”. Successivamente, chiamando in causa la teoria marxista la quale “ha tanti limiti ma anche un grande pregio - ha continuato il professore -, ci insegna una grande verità: il conflitto muove il mondo”. Secondo Orsini, infatti, non è possibile risolvere “il problema dell’immigrazione senza aprire un conflitto fortissimo con la Commissione Europea”. “Con questo non giustifico le azioni del Governo Meloni - ha precisato -. Distinguiamo la spiegazione con la giustificazione. Con le mie parole sto cercando di spiegare che il fenomeno è molto complesso, che non può essere ridotta al fatto che è una forma di sadismo nei confronti dei migranti e richiamare l’attenzione sul fatto che l’UE è una macchina elefantiaca che, come dimostra la guerra in Ucraina, non si muove se non c’è un conflitto serio. Quindi quando apriamo questo conflitto serio con la Commissione Europea con riferimento al problema dell’immigrazione? Perché, appunto, viva gli immigrati, ma resta il problema non soltanto degli sbarchi ma anche dell’integrazione di queste persone”.
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