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Gli allarmi inascoltati lanciati dal procuratore Nicola Gratteri ora diventano realtà

Che i pacchetti di aiuti militari inviati a Kiev potessero finire in mani ostili come quelle della criminalità organizzata - Cosa nostra e 'Ndrangheta, per esempio - è stata fin da subito una preoccupazione per chi si è sempre detto contrario all'invio di armi in Ucraina. Ma ora quel sospetto è diventato certezza.

Un rapporto dell’Ispettore generale del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (U.S. Department of Defense), scoperto dalla Cnn, svela che molte delle armi e delle attrezzature che l’anno scorso l’Occidente aveva inviato a Kiev per rendere il fronte ucraino in grado di reggere il confronto bellico con la Russia sono state, in realtà, rubate da trafficanti, criminalità organizzata e mercenari. L'emittente americana ha chiarito poi che i servizi di intelligence ucraini nella maggior parte dei casi sono riusciti a recuperare armi e attrezzature rubate.

Secondo il rapporto del Dipartimento Difesa Usa, intitolato ‘Responsabilità del Dipartimento della Difesa per le attrezzature fornite all’Ucraina' (in parte omissato), l’Office of Defence Cooperation-Kiev “non è stato in grado di condurre il monitoraggio richiesto delle attrezzature militari che gli Stati Uniti hanno fornito all’Ucraina nel 2022”. Il rapporto, datato 6 ottobre 2022 descrive dettagliatamente una serie di complotti criminali per rubare armi, munizioni e attrezzature da campo di battaglia. In particolare, secondo quanto riferisce anche Rai News, "nel giugno 2022, un funzionario russo alla guida di un'organizzazione criminale ha falsificato documenti per entrare a far parte di un battaglione di volontari. Il funzionario anonimo ha quindi rubato un lanciagranate, una mitragliatrice e oltre 1.000 colpi di munizioni. I servizi di intelligence ucraini hanno però fatto fallire il piano. In altre circostanze i servizi di intelligence ucraini hanno anche sventato diversi complotti di trafficanti per rivendere sul mercato nero, armi, munizioni e attrezzature rubate dalla linea del fronte".


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Il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri © Imagoeconomica


Secondo il report pubblicato dal "Freedom of Information Act. Military.com", “l’incapacità del personale del Dipartimento della Difesa (statunitense, ndr) di visitare le aree in cui le attrezzature fornite all’Ucraina venivano utilizzate o immagazzinate ha ostacolato in modo significativo la capacità di Odc-Kiev di eseguire” il monitoraggio. “Il governo degli Stati Uniti è profondamente consapevole del rischio di possibili dirottamenti illeciti e sta adottando misure per mitigare questo rischio in stretta collaborazione con il governo dell’Ucraina. Siamo realistici sul fatto che stiamo inviando armi per aiutare l’Ucraina a difendersi in un conflitto attivo, e c’è il rischio che queste armi possano essere catturate se il territorio cambia di mano, cosa che accade in qualsiasi guerra”, ha detto un portavoce del Dipartimento di Stato americano di fronte allo scoop della Cnn.

Quanto dichiarato dal rapporto dell’Ispettore generale del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, rafforza i moniti lanciati dall'inizio della guerra in Ucraina dal procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri. Quest'ultimo ha spesso invitato a monitorare e tracciare le armi che le forze Alleate inviano a Kiev, per evitare quanto accaduto in ex Jugoslavia.

Quando ero sostituto procuratore a Reggio Calabria e mi occupavo della 'Ndrangheta sulla fascia ionica, diverse indagini ci hanno portato in Montenegro dove la ‘Ndrangheta andava a fare shopping di armi ed esplosivo al C4. Ricordo che erano prezzi veramente bassi. Nella testa di ogni famiglia c’era l’idea che la guerra sarebbe ritornata. Sotterravano le armi e in tempi di fame le hanno vendute per poter mangiare”, disse Gratteri intervenendo qualche settimana fa a Trame Festival. “Questa situazione che si verificò con la guerra in Bosnia si potrebbe verificare con la guerra in Ucraina”. “Noi - ricordò il procuratore - avevamo fatto indagini e avevamo scoperto che la Sacra Corona Unita prendeva armi in ex Jugoslavia e le barattava con la cocaina. Anche questa cosa potrebbe accadere in Ucraina”. “È mai possibile che non si possano tracciare queste armi? - si domandò - Per vedere se queste armi vengono utilizzate. Noi dobbiamo pensar anche al dopo. Chi fa politica deve avere una visione del mondo non deve pensare dall’oggi al domani, deve porsi il problema della fine della guerra”. “Tutti si stanno preoccupando di mettere il cappello sulla sedia sulla ricostruzione dell’Ucraina quando ancora non sappiamo come e se finirà questa guerra - concluse a Lamezia Terme -. Si sta facendo un salto logico. Noi dobbiamo preoccuparci se queste armi saranno poi vendute alle mafie visto che le mafie italiane e sudamericane sono in contatto con le mafie dell’est europeo". Allarmi terrificanti che, in seguito alla rivelazione della Cnn, diventano certezze.

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