Per salvare l’Ucraina dalla Russia, il blocco occidentale capitanato dal presidente statunitense Joe Biden ha messo in atto una strategia che si compone di tre aspetti principali: “invio di armi indefinito senza alcuna idea di come uscire dalla guerra; rifiuto totale di qualunque mediazione diplomatica con la Russia; demonizzazione dei pacifisti falsamente rappresentati come amici della Russia”. A riferirlo è Alessandro Orsini, già professore di Sociologia del terrorismo alla Luiss, dove ha fondato e diretto l’Osservatorio sulla sicurezza internazionale (2016-2022), che questa mattina nelle pagine del Fatto Quotidiano ha commentato le manovre dell’occidente per la risoluzione del conflitto ucraino. Una strategia il cui obiettivo era quello di “portare la Russia al tavolo della pace in poco tempo”, fallendo. Anzi, l’Ucraina - spiega - “è stata devastata”. Ad oggi “la guerra non si è mai attenuata - scrive il professore -. Le infrastrutture energetiche sono al collasso, i profughi sono milioni, i bambini uccisi sono centinaia, le persone senza corrente elettrica sono più di dieci milioni, mentre i soldati ucraini morti o feriti sono circa centomila, una cifra spaventosa, rivelata dal capo di Stato maggiore americano Mark Milley”. In tutto ciò, la strategia occidentale - “diplomazia zero; armi e basta” come la definisce Orsini - ha evidentemente esposto notevolmente la comunità internazionale (Europa in primis) al pericolo del ricorso all’arma nucleare tattica da parte della Russia.
“Siccome Biden è consapevole che la Russia ha trasferito quei mostruosi mezzi di distruzione al confine con l’Ucraina - scrive Orsini -, e siccome alti funzionari della Casa Bianca hanno fatto trapelare, via New York Times, che i generali di Putin parlano di ‘dove e quando’ utilizzarli, il presidente americano è diventato iper-attivo, perché iper-spaventato, nel condannare l’ordigno nucleare russo”. E, come già altre volte ha fatto, Biden “chiede ai capi di Stato stranieri lo stesso tipo di condanna”. Successivamente il professore entra nel merito di un incontro avvenuto pochi giorni fa ad Ankara (capitale della Turchia) tra il capo dei servizi di sicurezza statunitensi e quelli russi. “Un incontro che sarebbe dovuto rimanere segreto proprio per accordarsi sul modo in cui evitare l’uso dell’atomica da parte della Russia - spiega -. Evidentemente, il rischio è grande proprio come il fallimento della strategia di Biden”. Ma anche quello di Ursula vor der Leyen “diventerà innegabile quando le parti tratteranno”, continua Orsini aggiungendo che il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg “afferma che questa guerra può finire soltanto per via diplomatica: ha avuto bisogno di nove mesi per capire ciò che diciamo sin dal primo giorno? Se l’Occidente avesse accettato il dialogo con la Russia a partire dall’inizio della guerra, l’Ucraina non si troverebbe a dover riconquistare quattro regioni”. Una considerazione - quella delle regioni in gioco - che aveva già ampiamente denunciato con urgenza ad una recente puntata di Carta Bianca condotto da Bianca Berlinguer. “Quando le trattative avranno inizio, sarà lecito domandare al blocco occidentale: ‘Perché avete atteso tutto questo tempo e tutti questi morti?’. La risposta è nota. Biden, cui la Commissione europea è asservita, persegue almeno tre obiettivi: 1) impedire l’alleanza tra la Russia e la Germania attraverso il mercato energetico comune: un’alleanza che metterebbe a repentaglio il predominio americano sull’Europa; 2) dissanguare la Russia con una guerra costosa che isoli il Cremlino dall’Europa costringendolo a spendere miliardi; 3) impoverire la Russia per favorire un cambio di regime che provochi il caos interno e la dissoluzione della Federazione russa”. Infine, il professore sottolinea come questa strategia non rientri nell’interesse né dell’Europa né dell’Italia. “Ed è qui che interviene il terzo comandamento della strategia dei gruppi pro-guerra - conclude -: demonizzare chi propone il dialogo con la Russia per risolvere la crisi pacificamente. Il terzo comandamento prevede che chiunque, ricorrendo all’evidenza empirica, metta a nudo il fallimento di Biden e l’inanità politica di Von der Leyen, diventi oggetto di una campagna d’odio come ‘mostro putiniano’”. Dimenticandosi, forse, che Kherson continua ad essere bombardata.
Foto © Internaz
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