Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Il docente: “La narrazione italiana è di parte. Il fatto che nessuno dica che Biden, con riferimento all’Ucraina, è un estremista confonde le idee”

“L’Europa è in guerra” è il titolo della diretta in cui Alessandro Di Battista ha intervistato Alessandro Orsini.

L’ex-pentastellato ha aperto l’intervista raccontando del suo viaggio in Russia durato due mesi, dove ha parlato con gli abitanti di quelle regioni. Dalla sua esperienza è emerso che anche i cittadini che detestavano Putin rispondevano affermativamente a due domande: “La NATO è un pericolo per la Russia?” e “Ci sono neonazisti in Ucraina?”. Di Battista ha affermato: “L’Europa è in guerra. La NATO è in guerra. Sarebbe meno ipocrita smettere di definire la guerra che sta avvenendo in Ucraina la guerra Russia-Ucraina, ma una guerra Russia-Nato in Ucraina”, e ha chiesto all’esperto di politica estera il suo punto di vista riguardo questo conflitto.

Alessandro Orsini ha spiegato come la situazione oggi si sia fortemente aggravata dal 24 febbraio, nonostante negli ultimi giorni sembra esserci una parziale apertura al dialogo con Vladimir Putin che ha fatto sapere attraverso il suo ministro degli esteri Lavrov di essere pronto a discutere con il presidente americano in previsione del prossimo G20 che si terrà in Indonesia. Joe Biden ha replicato affermando che non ha alcun interesse di discutere riguardo alla situazione in Ucraina, ma piuttosto sarebbe aperto al dialogo se si parlasse della donna americana detenuta in Russia (Brittney Griner). Il professore ha sottolineato come ancora “le ombre continuano a prevalere sulle luci”. Il fatto che comunque ci sia una piccola possibilità per dialogare è dovuto ai recenti avvenimenti, infatti Putin ha spostato le testate nucleari al confine con il Donbass.

L’editorialista ha poi posto l’attenzione su quanto sia importante il risultato delle elezioni statunitensi a medio termine. A Kiev, ha affermato, vi è molta preoccupazione a riguardo poiché se dovesse risultare vincente il partito repubblicano la situazione sarà più complicata per Zelensky. Il partito repubblicano ha mosso varie critiche sull’operato dell’amministrazione Biden in Ucraina, in primis Trump e poi sui canali repubblicani come Fox si è criticato il comportamento degli Stati Uniti, volto solo a mostrare alla Russia la propria potenza.

Il giornalista de Il fatto quotidiano ha spiegato come la figura di Biden in Italia sia molto distorta, l’attuale presidente americano è stato senatore dagli anni ’90 e per 8 anni ha ricoperto la carica di vicepresidente. Il democratico prova una vera e propria ostilità nei confronti della Russia, già da vicepresidente aveva proposto di inviare armi in Ucraina, ma Obama non lo accontentò. Subito dopo salito al potere si è verificato un processo accelerato per annettere Kiev alla NATO, come mostra il documento di 79 paragrafi redatto dopo il meeting dell’Organizzazione del Trattato Atlantico del Nord, tenutosi a Bruxelles il 14 giugno 2021. Il 69esimo paragrafo afferma: “La NATO è fermamente determinata ad assorbire l’Ucraina nel proprio seno” e ribadisce - ha ricordato Orsini - la volontà dei paesi membri di annettere l’Ucraina e la Georgia, posizioni già assunte nel primo meeting che si era tenuto a Bucarest nel 2008. Vladimir Putin dopo il meeting del 2008 aveva avuto una conversazione telefonica con Bush in cui avrebbe chiarito come fosse pronto a distruggere la Georgia o l’Ucraina se fossero state annesse alla NATO. A dimostrazione delle parole dette nell’agosto del 2008 l’esercito russo ha invaso e marciato fino a Tbilisi. In Georgia, dopo il 24 febbraio di questo anno, oltre alle esercitazioni Nato, si è tenuta una conferenza stampa in cui il segretario generale Jens Stoltenberg ha apertamente provocato con le sue dichiarazioni la Russia. L’esperto ha quindi riportato il focus anche sui due accordi stipulati fra Stati Uniti e Ucraina subito dopo le elezioni di Biden, uno redatto ad agosto e il secondo a novembre, che consentono l’influenza politica-militare americana a Kiev.

Qui in Italia il popolo è rimasto sorpreso della lettera che Putin ha scritto rivolgendosi ai vertici della Casa Bianca, poiché i mezzi di informazione del nostro paese non avevano raccontato nessuno dei fatti verificatisi dopo l’insediamento dell’amministrazione di Biden. Riferendosi al suo libro, “Ucraina. Critica della politica internazionale”, Orsini ha dichiarato: “Nel libro ho ricostruito la storia delle relazioni conflittuali tra la Nato e la Russia dal 1999 fino ai nostri giorni. È stato un viaggio nella storia, ho individuato questo arco temporale piuttosto esteso, e ho mostrato tutte le volte che il blocco occidentale a partire dal 1999, dal bombardamento NATO alla Serbia, fino a oggi, ha inflitto una serie di impressionanti mortificazioni e sconfitte alla Russia e di quanto la Russia abbia sempre fatto tentativi di dialogo con la NATO”. “Ma non perché sia buona, io sono un realista - ha specificato- ha fatto tanti tentativi disperati di dialogare con la NATO per fermare l’espansione della NATO a est attraverso la diplomazia perché è più debole della NATO. I rapporti erano molto sbilanciati”.

Lo scrittore si è poi soffermato sulle ostilità personali che vi sono fra Biden e Putin, il loro rapporto si è aggravato durante la “crisi dei missili in Polonia”, così viene definito il periodo all’interno del libro, quando gli Usa volevano costruire lo scudo spaziale in Polonia. Biden, all’epoca vicepresidente di Obama, si era incontrato con Putin al Cremlino e gli avrebbe detto, secondo le sue stesse dichiarazioni, “Presidente io la sto guardando negli occhi e mi rendo conto che lei è un uomo senz’anima”. Secondo Orsini Biden ama ricoprire il ruolo di eroe, dell’uomo che ha disprezzato il presidente russo.

L’intervistato ha proseguito discutendo su quanto sia necessario inquadrare la figura di Biden per avere un quadro completo della storia e ha annunciato: “Per quanto la politica internazionale sia fatta soprattutto di rapporti di forza oggettivi e di dinamiche che sfuggono alle volontà individuali però le personalità dei leader politici contano”. Ha poi accusato i mezzi di informazione italiani: “Io credo che la narrazione italiana sia manchevole, difettosa e di parte. Il fatto che nessuno nella televisione italiana dica che Biden, con riferimento all’Ucraina, è un estremista confonde le idee”.

Orsini ha cercato di spiegare quale sia il problema con i presidenti americani, infatti gli Stati Uniti iniziano moltissime guerre e di conseguenza un presidente ha buoni propositi e intenti in alcune regioni del mondo e altri bellicistici in altre. Ha riportato l’esempio di Trump e Biden, infatti quest’ultimo sta portando avanti la guerra in Ucraina e il primo ha promosso la guerra in Libia e ha trasferito l’ambasciata americana a Gerusalemme. Sulla questione palestinese l’esperto di politiche internazionali ha sottolineato come la politica di Trump non sia stata efficace: “Sono in disaccordo sulle politiche di Trump in Medio Oriente sulla scelta di trasferire l’ambasciata americana a Gerusalemme. Non per un discorso moralistico, ma perché gli USA avrebbero dovuto barattare il trasferimento dell’ambasciata americana a Gerusalemme est chiedendo in cambio qualcosa per i palestinesi”. “Il comportamento di Trump è stato gravissimo - ha aggiunto- perché se sei un arbitro non puoi dare tutto agli israeliani e niente ai palestinesi e soprattutto sprecare la tua carta più importante”.

Di Battista è intervenuto affermando che anche lui aveva criticato molto Trump per la sua politica in Medio Oriente, in particolare ha accennato alla decisione di Trump di avvallare l’omicidio del generale Soleimani, un omicidio che secondo l’ex deputato aveva l’obiettivo di rafforzare l’ala estremista iraniana. È tornato sulla questione ucraina discutendo sul fatto che l’Europa è in guerra e di come è rimasto attonito dal comportamento del cancelliere tedesco Olaf Scholz che è rimasto in silenzio quando alla Casa Bianca Biden ha dichiarato che se Putin avesse invaso l’Ucraina avrebbero distrutto il Nord Stream 2, il politico tedesco avrebbe dovuto esporsi infatti il progetto era russo -tedesco e russo-europeo.

Alessandro Di Battista ha sottolineato come nessun capo di stato europeo, eccetto il Papa, si sia mobilitato e abbia chiesto la pace. A suo parere uno dei punti fondamentali rimane il Donbass, regione in cui la maggior parte degli abitanti si sentono russi, ha raccontato che durante il suo viaggio gli hanno mostrato immagini di distruzione, violenze e stupri da parte del Battaglione Azov. Ha evidenziato come molte persone stiano ritenendo Putin troppo buono rispetto alla situazione attuale, molti vorrebbero che la cosiddetta operazione speciale diventasse una vera e propria guerra, e ha concluso: “L’Europa è la grande assente!

Successivamente Orsini ha spiegato come subito dopo lo sfondamento del fronte ucraino avesse invitato la classe dirigente italiana a rendersi disponibile al riconoscimento dell’indipendenza del Donbass per poter aprire un negoziato, ma è stato subito bollato come filo-putiniano. “Se qualcuno avesse ascoltato la mia proposta quasi certamente non saremmo in una condizione che per l’Ucraina è molto più tragica. Perché una cosa è l’Ucraina che resta integra e riconosce l’indipendenza del Donbass, altro è l’ucraina che abbiamo adesso, un paese devastato, in bancarotta, un paese distrutto, un paese in cui la Russia ha annesso non solo il Donbass, ma anche Zaphorizhzhja e Kherson” ha detto lo scrittore. Ha evidenziato quanto sia grave il fatto che i nostri politici non siano stati in grado di elaborare delle strategie: "e la cosa più grave è che le persone che hanno “sragionato” sono stati proprio coloro che dovrebbero ragionare, coloro che sono pagati per ragionare, la nostra classe dirigente, la classe politica, non tutta perché c’erano delle eccezioni, ma la gran parte dei nostri politici si sono rifiutati di pensare di fare ragionamenti strategici”.

Ha spiegato come ormai siano state poste le condizioni necessarie ma non sufficienti per l’escalation nucleare, infatti Putin ha trasferito i missili nucleari al confine con l’Ucraina e ha delineato un quadro normativo, viste le annessioni delle 4 regioni ucraine alla Russia, per giustificare l’utilizzo di un’arma nucleare. Adesso i vertici di Mosca devono solo preparare psicologicamente il popolo in modo che sia favorevole a un’escalation nucleare, e il comportamento occidentale a riguardo favorisce molto quest’ultimo punto, soprattutto “gli atti terroristici” a Darya Dugina e al ponte di Kerch. Ha concluso affermando che né Putin né Biden vorrebbero un’escalation nucleare, in particolare il presidente americano perderebbe tutta la credibilità in Europa.

Di Battista, riferendosi al suo viaggio, ha spiegato come anche i giovani, che sono anti-putiniani e che seguono Navalli, si chiedano come mai l’Italia non abbia imposto sanzioni quando gli Stati Uniti hanno invaso l’Afghanistan o quando la NATO ha bombardato Belgrado.

Vista la visione di alcuni sul fatto che sia giusto che ogni Paese abbia il diritto di fare ciò che vuole e che quindi l’Ucraina debba avere il diritto di entrare nella NATO, Alessandro Di Battista ha domandato a Orsini: “Se domani il presidente del Messico Lopez Obrador sottoscrivesse un accordo con la Repubblica Popolare Cinese e la Federazione Russa per l’installazione di basi militari russe e cinesi al confine con l’Arizona o con la California, nel nord del Messico, gli americani lo consentirebbero, parlando del diritto del Messico di fare tutti gli accordi che vuole?

L’esperto, basandosi sulla storia americana ha risposto che in primo luogo gli statunitensi tenterebbero di assassinare il presidente Obrador e cercherebbero di destabilizzare il paese alimentando rivolte intere e imponendo sanzioni. In seguito ha puntualizzato come gli Stati Uniti siano il principale destabilizzatore del mondo.

Orsini ha chiarito quanto per lui sia fondamentale la sociologia per liberare chi non è esperto di geopolitica dalla manipolazione dell’informazione e ha messo in rilievo come il popolo abbia tante idee sbagliate. Per l’esperto la Russia sta combattendo una guerra con le mani legate dietro la schiena e ha evidenziato che essa non è debole, ma è contrapposta a 31 paesi, ossia gli stati membri della Nato e l’Ucraina. Ha asserito: “I nostri governi vogliono farci credere che la Russia stia per cadere, che tra 24 ore cadrà perché questo accresce la disponibilità di tanti italiani ad appoggiare le politiche di guerra della NATO in Ucraina”. “I principali media italiani non fanno altro che dirci che la Russia non ha più munizioni, però non fanno passare un’altra notizia, i paesi occidentali hanno lo stesso problema - ha aggiunto- noi stiamo rallentando le forniture militari all’Ucraina perché non riusciamo a produrre armi sufficienti senza rimanere noi stessi senza armi”.

Il giornalista ha concluso esprimendo la sua disapprovazione riguardo la decisione di voler finire la manifestazione della pace a Roma intorno all’ambasciata russa, perché significherebbe solo disprezzare Mosca. L’ex deputato si è unito alla visione e ha parlato di come a livello mediatico avrebbe più importanza questo che la marcia per la pace in sé stessa.

ARTICOLI CORRELATI

Borrell: ''L'esercito russo sarà annientato se verranno utilizzate armi nucleari''

Turchia chiede cessate il fuoco a Mosca e Kiev. Lavrov: pronti a considerare incontro con Biden

Mosca torna a colpire Kiev: 5 morti e 12 feriti, esplosioni vicino all’ufficio del Presidente

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos