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In occasione delle elezioni municipali di domenica 12 giugno, in seguito alle quali saranno eletti i sindaci su varie località del territorio italiano, e del referendum abrogativo, in base al quale il paese potrà esprimersi su cinque questioni  riguardanti il tema della giustizia, come previsto dalla Costituzione della Repubblica, a mezzogiorno di questo venerdì i giovani del Movimento Our Voice e di “Attivamente” hanno letteralmente occupato Piazza Verdi al centro di Palermo, di fronte al teatro Massimo, per dire ancora una volta ai palermitani e a tutti i cittadini italiani che bisogna votare No al Referendum. Attraverso una performance molto appropriata gli Our Voice hanno lanciato un messaggio all'opinione pubblica, preciso, diretto e d'impatto: “Referendum: se si vota Si si uccide la Giustizia”.
Il cartellone è stato posizionato ai piedi di un'attrice (Juli), rappresentante la giustizia imbavagliata ed incatenata. Un intervento artistico che non ha bisogno di commenti perché è espressione molto chiara del messaggio che si vuole dare. Difendere la giustizia e la verità. Difendere l'indipendenza della magistratura che è a rischio.


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I turisti, in gran parte europei e statunitensi, affollavano la piazza scattando continuamente delle foto. Timidamente alcuni hanno fatto domande e hanno ascoltato pazientemente le risposte dei membri di Our Voice e del movimento “Attivamente”. Mormoravano tra loro. Ed i più audaci si sono spinti a fare ancora più domande. Sono stati rispettosi. Forse non capivano molto bene le motivazioni del No a causa  della lingua ma comunque assentivano con la testa. Hanno compreso che gli artisti stavano dando un messaggio serio. Che i giovani sono impegnati in una causa giusta. E lo hanno espresso attraverso i loro volti sorridenti, senza smettere di fare scatti con le loro macchine fotografiche.
Ma ci sono anche cittadini italiani che vanno oltre. Si prestano al dialogo. Un dialogo che solidarizza con la manifestazione dei giovani. Questi giovani che, sotto un sole radiante, fanno tutto il possibile affinché il loro sentimento di difesa della giustizia sia compreso e ben interpretato.


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Sonia Bongiovanni, leader e fondatrice del Movimento Our Voice, dà il benvenuto ad altri giovani di altri movimenti che si sono uniti alla manifestazione pubblica. Si abbracciano. C'è entusiasmo. C'è armonia tra loro. Gli ideali li uniscono. Li spingono ad una lotta senza frontiere per far sì che questa bella terra palermitana sia liberata dalla mafia, dalla corruzione, dalla manipolazione politica, ma specialmente da chi è determinato  dall’interno delle stesse istituzioni - ad imbavagliare i magistrati, a farli tacere, a mettere  degli ostacoli nello svolgimento delle loro funzioni.
Marta Capaccioni ed un giovane di Attivamente hanno dialogato con le persone che si avvicinavano a loro per leggere i volantini che avevano preparato: in uno di questi è raffigurata la giustizia con gli occhi bendati e un disegno che mira a far prendere coscienza al cittadino di votare No; nell'altro volantino vengono spiegati i motivi dei cinque NO per salvare la giustizia. Questo il titolo: “Referendum della (in)giustizia. Perché diciamo No!”. “La storia ci richiama ad una risposta massiva, di cuore e di popolo. Il 12 giugno, dentro la sacra urna, ogni cittadino/a italiano/a ha il dovere morale di difendere la sicurezza della nazione, l'indipendenza della magistratura e di dimostrare che c'è la  possibilità di alzare la testa”.


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Il tutto Con un sentimento di impegno sociale e rivoluzionario, perché il Movimento Our Voice è essenzialmente un movimento rivoluzionario ed artistico, ognuno dei suoi giovani manifesta a favore della giustizia, della verità e dell'antimafia.  In questa piazza turística si ha una grande responsabilità tra le mani: svegliare la coscienza di tutti, e se sono giovani ancora meglio. Perché Our Voice ed Attivamente è formato da giovani. Giovani che vivono la militanza ogni giorno dell'anno. Con passione rivoluzionaria. Con la consapevolezza che Palermo non deve essere sprofondare nell’indifferenza, perché l'indifferenza - alla lunga - diviene funzionale al sistema mafioso, è già radicata nelle istituzioni ed in una democrazia che, oramai, di democrazia ha ben poco.


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Fa molto caldo, e in alcuni momenti passano dei nuvoloni e scende una leggera pioggia passeggera, ma a loro non importano le inclemenze del tempo. Non ci sono ostacoli per continuare a distribuire i volantini. Non si lasciano intimidire dalle alte temperature per spiegare ai loro concittadini la ragione della lotta ed i cinque punti per i quali devono barrare il NO.
Sono giovani che si esprimono con fermezza  in  un'attività che li esalta perché non lo fanno per individualismo bensì per un atto di amore alla lotta sociale ed a tutto ciò questa comporta,  pensando soprattutto alla collettività: essere disponibili, sacrificare ferie, condividere studio e militanza con responsabilità militante; e se ciò non bastasse, convivere nella sede di Palermo, progettando attività proprie dell'arte e di una militanza che va assumendo delle connotazioni politiche. Ma mai una politica schierata.


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Ma l'eroina del pomeriggio è la giovane Julieta degli Our Voice che rappresenta la giustizia. È in ginocchio su uno sgabello, indossando un abito da magistrato e con le braccia aperte, con un bastone sulle spalle, come se fosse in croce. Deve rimanere in questa posizione per oltre quindici minuti, con le ginocchia intorpidite e mantenendo l'equilibrio. Riposa per un breve lasso di tempo e poi  riprende la posizione, così una volta, due volte. Si vede che è sfinita, ma continua come se niente fosse. Il suo entusiasmo da militante la mantiene insensibile al dolore, assistita dai suoi compagni che la aiutano a scendere e salire continuamente.


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I giovani di Our Voice e di Attivamente stanno facendo la storia a Palermo. Stanno creando un precedente: la militanza rivoluzionaria nelle strade di Palermo di denuncia sociale, di denuncia politica e di lotta antimafia. L'unico precedente che riuscirà, penso in non più di cinque anni, a disarticolare la mafia ed un sistema politico corrotto e destabilizzatore di una democrazia che, giorno dopo giorno, si presenta sempre più assente, incipiente, ipocrita e, se si vuole, falsa.

Foto © Deb Photo

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