A tre decenni dalla tragica strage di via Palestro, nella quale persero la vita 5 persone, tra cui 3 vigili del fuoco, la verità rimane ancora lontana. Nicola Perna, un familiare delle vittime, afferma che sebbene i mafiosi siano stati condannati, c'è altro dietro l'angolo: una "collaborazione tra elementi dei servizi segreti deviati".
L'ultima commissione parlamentare antimafia ha rilevato il coinvolgimento di personale dei servizi segreti nelle stragi del 1993 con "Cosa Nostra". Questa collaborazione riguardava la scelta dei luoghi degli attentati, la preparazione degli esplosivi e persino la logistica. Un testimone ricorda che poco prima della strage a via Palestro, una donna misteriosa si allontanò dall'auto che sarebbe esplosa.
In seguito alla strage, l'ex ambasciatore ONU, Francesco Paolo Fulci, consegnò una lista di possibili complici degli stragisti provenienti dai servizi segreti all'allora presidente del consiglio Carlo Azeglio Ciampi. Molti di questi presunti complici facevano parte della VII° Divisione del SISMI, tra cui "numerose donne", secondo quanto raccontato dal criminologo Federico Carbone.
Nella stessa notte della strage di via Palestro, esplosero altre due bombe a Roma e le linee telefoniche di Palazzo Chigi andarono in blackout, suscitando la paura di un colpo di Stato. Nei mesi successivi, Ciampi chiese un'indagine proprio sugli agenti segreti italiani.
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