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di AMDuemila
Si tratterebbe del boss di Porta Nuova Gregorio di Giovanni

Potrebbe esserci una svolta nelle indagini sull’omicidio dell’avvocato catanese Enzo Fragalà, assassinato a bastonate a pochi passo dal tribunale di Palermo la notte del 26 febbraio 2010. Il collaboratore di giustizia Paolo Lo Iacono, che attualmente si trova in carcere con l’accusa di traffico di droga, ha fornito ai pubblici ministeri Francesca Mazzocco e Bruno Brucoli un nome a questi già ben noto come mandante del delitto anche: il boss di Porta Nuova Gregorio Di Giovanni. Lo Iacono, che all’epoca dei fatti lavorava come barista al bar Bobbuccio di Palermo, un giorno ricevette la telefonata del suo titolare che gli chiese di portare alcuni caffè in un appartamento dove si trovava l’allora capo del mandamento Gregorio Di Giovanni in compagnia di altre persona di cui il collaboratore non conosce l'identità. Lo Iacono ha raccontato ai magistrati di aver sentito chiaramente Di Gregorio dire che doveva essere data una lezione ad un avvocato e poco dopo, mentre usciva, udì il nome dell’avvocato Fragalà.
Ai pm Lo Iacono sta riferendo anche riguardo ai nuovi assetti del mandamento di Porta Nuova, di chi sta prendendo le veci dei boss finiti in cella, degli affari legati a racket e droga. Ad oggi il boss di Porta Nuova non è imputato perché del suo presunto coinvolgimento nella vicenda ha parlato soltanto il collaboratore Francesco Chiarello, colui che fece riaprire il caso dopo la prima archiviazione. Le dichiarazioni di Lo Iacono sono ora al vaglio della procura.

Foto © Imagoeconomica

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