di AMDuemila
Lo scorso 22 novembre i legali di Francesco Arcuri, imputato nel processo per l'omicidio dell'avvocato Enzo Fragalà, picchiato a morte il 23 febbraio del 2010 a pochi metri dal tribunale di Palermo e deceduto in ospedale il 26, hanno chiesto l'acquisizione delle immagini in cui si vede un uomo che procederebbe verso il palazzo di Giustizia due minuti prima del delitto con in mano un oggetto che gli avvocati Filippo Gallina e Michele Giovinco identificano con un bastone. Secondo i due legali non si può escludere che quell'uomo, mai identificato, e non gli imputati, avesse aggredito Fragalà. Diversamente per gli inquirenti quell'oggetto non sarebbe un bastone ma un ombrello o un altro oggetto. Il dato è emerso ieri in udienza durante la deposizione del maggiore Dario Ferrara, comandante del Nucleo investigativo dei carabinieri di Palermo.
Il militare è stato sentito davanti alla prima sezione della Corte d'Assise, presieduta da Sergio Gullotta.
Così è emerso che quel video con l'uomo che si trova nella zona di Porta Carini, su via Volturno, era stato valutato dagli investigatori che esclusero anche il coinvolgimento del soggetto in quanto, in base alle tempistiche, non vi sarebbe il tempo di raggiungere via Nicolò Turrisi (il luogo in cui fu aggredito Fragalà) partendo dal punto in cui fu inquadrato dalla telecamera.
"Da quel punto a piedi e a passo sostenuto - ha detto il teste - occorrono due minuti e quindici secondi. Tempi incompatibili con le altre risultanze delle indagini". A questo elemento si aggiunge il fatto che l'uomo in questione non porta un casco mentre tutti i testimoni dicono che l'assassino dell'avvocato Fragalà lo indossava.
Da parte loro i legali di Arcuri hanno rilanciato le accuse chiedendosi perché non siano state acquisite le immagini di altre telecamere presenti in quella zona e da cui, secondo loro, si potevano ricavare ulteriori elementi investigativi.
Nella giornata di ieri sono anche stati sentiti alcuni imputati di reato connesso che hanno smentito di aver fatto confidenze al pentito Francesco Chiarello, il quale li aveva indicati come i propri informatori. Inoltre ha deposto anche l'ergastolano Giovanni Di Giacomo che fu intercettato mentre discuteva con il fratello Giuseppe, poi assassinato, del coinvolgimenti di "quelli del Borgo" nell'omicidio. Rispondendo alle domande Di Giacomo ha detto di non ricordare i dettagli di quel dialogo ma che, qualora avessero parlato del delitto del penalista, sarebbe anche stato normale in quanto la notizia era di dominio pubblico.
In foto: Enzo Fragalà insieme alla figlia Marzia in uno scatto d'archivio
Omicidio Fragalà, depone un carabiniere: ''L'uomo col bastone? Ha in mano un ombrello''
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