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cutro ignazio10Le banche passano la palla allo Stato che prende tempo
di Francesca Mondin
“La banca conferma la piena disponibilità a ricercare una soluzione bonaria alla situazione debitoria che il sig. Ignazio Cutrò registra presso il nostro Istituto” scrive l’ufficio stampa dell’UniCredit, una delle due banche che avevano bussato alla porta di Ignazio Cutrò per riscuotere i debiti non pagati. Una buona notizia quindi per il presidente dell’Associazione testimoni di giustizia che ieri ha condotto un azione di protesta contro la sua situazione personale ma anche per denunciare le condizioni dei testimoni di giustizia in Italia. Nel dichiarare la sua disponibilità UniCredit inoltre, richiama la responsabilità delle Istituzioni nel trovare una soluzione congiunta. “La banca - si legge nel comunicato - sottolinea altresì la necessità che tale soluzione si inquadri in un’attività sinergica che (oltre a prevedere il nostro apporto e quello del Confidi, quale Consorzio garante) preveda un concreto supporto finanziario dell’apparato istituzionale secondo quanto previsto dalle norme in vigore”. Anche da parte dell’altra banca e della Serit, secondo indiscrezioni giornalistiche, sembra esserci la disponibilità ad andare in contro al testimone di giustizia. “Questa è una bella notizia - sostiene Davide Mattiello, coordinatore del V Comitato (della Commissione Antimafia) che si occupa dei testimoni di giustizia - Il prossimo passo spetta allo Stato”. Nel mentre abbiamo notizia dal Ministero che la Commissione centrale in questi giorni sta lavorando al caso ma ancora dicono di non avere novità da poter comunicare. Il deputato del Pd Mattiello avvisa intanto che le carte richieste dalla Commissione Antimafia sul caso Cutrò sono arrivate in Commissione a Roma: “Sappiamo che sono in regime di segretezza, quindi non può essere spedita, potremmo vederla solo di persona una volta rientrati, non so dire ancora se ci sono le due famose perizie, della cui esistenza ho ulteriori conferme”. Mattiello nei giorni scorsi aveva dichiarato che il perito incaricato dal Viminale tra il 2011 e il 2012 di valutare i danni dell'azienda Cutrò aveva confermato il nesso di casualità tra la denuncia contro la mafia di Cutrò e i danni alla sua impresa. Non resta che vedere come verrà accolta dal Viminale questa apertura delle banche e seguirne gli sviluppi. Da più parti sembra si siano attivati per dare delle risposte in tempi brevi al testimone di giustizia, a differenza di quanto lamentato più volte da Cutrò e altri testimoni di giustizia sulla lentezza della burocrazia statale. Che sia quel segnale tanto atteso di voler migliorare il sostegno a chi denuncia la mafia? Oppure per avere delle risposte bisogna arrivare a minacciare il peggio?

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