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Zelensky: l’Ucraina non è pronta a difendersi in caso di grande offensiva russa

Crescono i timori per un'escalation incontrollata del conflitto. Vladimir Putin nella tarda serata di mercoledì ha affermato che Mosca non ha progetti su nessun paese della NATO e non attaccherà la Polonia, gli Stati baltici o la Repubblica Ceca, ma “se l'Occidente fornirà caccia F-16 all'Ucraina, questi verranno abbattuti dalle forze russe” e “se verranno utilizzati da aeroporti di paesi terzi, diventeranno per noi obiettivi legittimi, ovunque si trovino", ha continuato, precisando che questi caccia potrebbero anche trasportare armi nucleari.
Putin ha aggiunto che la Russia distruggerà gli aerei proprio come “distruggiamo oggi carri armati, veicoli corazzati e altro equipaggiamento, compresi lanciarazzi multipli."
Le osservazioni del leader del Cremlino hanno fatto seguito a quelle del ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, secondo cui i caccia dovrebbero arrivare in Ucraina nei prossimi mesi.
Si tratterà in ogni caso dell'ennesima soluzione che potrà solo ritardare un esito infausto del conflitto. Come riporta la testata The National Interest un piccolo numero di vecchi F-16 non aiuterà le forze armate ucraine.
Si tratta di aerei da combattimento usati la cui vita utile sta volgendo al termine. Il fatto che siano vecchi, ma allo stesso tempo vengano inviati in intense battaglie aeree, non è di buon auspicio per gli ucraini", afferma la pubblicazione, precisando che ci vorranno circa cinque anni affinché Kiev sia addestrata a pilotare adeguatamente gli aerei da combattimento.
Nel merito, il New York Times pochi giorni fa ha aggiunto che solo 6 caccia saranno consegnati all’Ucraina entro l’estate, mentre in totale, gli alleati europei stavano preparando almeno 45 veicoli da asseggnare all'esercito di Kiev.
Nel frattempo crescono i timori per un crollo catastrofico del fronte in prossimità della stagione estiva e questa volta a non celare preoccupazione sulla tenuta delle difese è lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Interpellato dalla CBS News il leader ucraino non usa mezzi termini: “l’offensiva russa incombe”, afferma il capo di Stato, riconoscendo che le truppe russe d’invasione e la loro fornitura apparentemente infinita di missili e proiettili hanno distrutto “alcuni villaggi”.


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Volodymyr Zelensky


"Non avevamo, colpi di artiglieria", ha aggiunto, sottolineando come, mentre le sue truppe sono riuscite a tenere i russi bada finora, non sono preparate a difendersi da un’altra grande offensiva prevista nei prossimi mesi.
Ha riferito che sarebbero necessari più proiettili d'artiglieria e ulteriori sistemi di difesa missilistica Patriot. Solo a marzo, stando ai rapporti del Ministero della Difesa russo, Kiev avrebbe perso ben 5 batterie antimissile e secondo la rivista Forbes, l'acquisto di nuovi lanciatori analoghi per l'Ucraina, potrebbe richiedere mesi o addirittura anni.
"Dozzine di miliardi rimangono negli Stati Uniti… Siamo onesti, il denaro stanziato dal Congresso, dall'amministrazione, nella maggior parte dei casi, l'80% di questo denaro - beh, almeno più del 75% - rimane negli Stati Uniti. Queste munizioni stanno arrivando a noi, ma la produzione avviene lì, e il denaro resta negli Stati Uniti, e le tasse restano negli Stati Uniti", ha continuato Zelensky auspicando allo sblocco dei 60 miliardi di aiuti militari ancora blindati dall’opposizione della fronda repubblicana.
Il leader ucraino, in ogni caso, nonostante le condizioni disastrose del fronte, la crescente mancanza di munizioni e uomini che rendono necessarie nuove mobilitazioni “forzate”, ha mostrato comunque fiducia nella vittoria.
Zelensky ha accettato che sarebbe stata una sfida enorme, ma ha detto che vincere la guerra, villaggio per villaggio, indebolirebbe Putin in patria, e ha avvertito che se l’Ucraina dovesse perdere, Putin non si fermerà qui”, riporta CBS News, evocando uno scenario che vede il leader del Cremlino disposto a condurre la guerra persino fino a Berlino, pur di raggiungere i suoi traguardi egemonici.
"Per lui siamo un satellite della Federazione Russa. Al momento siamo noi, poi il Kazakistan, poi i Paesi baltici, poi la Polonia, poi la Germania. Almeno metà della Germania", ha aggiunto.

Foto © Imagoeconomica

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