Il direttore dei servizi di sicurezza interni russi Alexander Bortnikov: Kiev ha contribuito all'attacco perpetrato da islamisti
Mosca ora guarda direttamente ad occidente per additare i colpevoli della strage del Crocus avvenuta la sera del 22 marzo, quando quattro persone hanno fatto irruzione nella sala concerti a Krasnogorsk (vicino a Mosca), sparando a bruciapelo sui partecipanti. Una strage il cui bilancio attuale, secondo il comitato investigativo russo, ammonta a 139 persone uccise e 182 feriti.
Il direttore dei servizi di sicurezza interni russi (Fsb) Alexander Bortnikov ha dichiarato che le controparti di intelligence ucraine hanno contribuito all'attentato terroristico che è stato perpetrato da islamisti radicali.
Secondo il funzionario, gli attentatori del Crocus City Hall sono stati "addestrati da Kiev in Medio Oriente" e i risultati preliminari dell'inchiesta indicano un coinvolgimento degli Usa e della Gran Bretagna.
"Crediamo che questo sia vero. In ogni caso, ora stiamo parlando delle informazioni fattuali che abbiamo. Si tratta di informazioni generali, ma hanno una lunga storia di questo tipo", ha detto Bortnikov, dopo aver partecipato ad una riunione allargata del Procuratore, chiarendo che i servizi speciali hanno chiarezza su chi ha organizzato e reclutato gli autori del reato.
L'Ucraina si preparava ad accogliere "come eroi" i terroristi ha proseguito il funzionario, citato dalla Tass, spiegando che Kiev sta cercando di dimostrare di essere sufficientemente capace di compiere attacchi in profondità sul territorio nemico.
"Che cosa dovrebbe fare per dimostrare le sue capacità? Dovrebbe compiere atti di sabotaggio e terroristici nelle retrovie. Questo è ciò a cui mirano sia i capi dei servizi speciali ucraini che quelli britannici. I servizi speciali statunitensi hanno ripetutamente menzionato anche questo", ha aggiunto, sottolineando che c'è una grande quantità di informazioni nello spazio pubblico "che dimostrano che l'Occidente e l'Ucraina vogliono causare danni maggiori al nostro Paese... Ci sono stati attacchi di droni, attacchi di imbarcazioni senza equipaggio in mare e incursioni di gruppi di sabotatori e organizzazioni terroristiche nel nostro territorio", ha continuato Bortnikov.
Il direttore dell'FSB ha inoltre affermato che la SBU deve essere riconosciuta come organizzazione terroristica e il capo della direzione principale dell'intelligence del Ministero della difesa ucraino, Kirill Budanov, è diventato da tempo un obiettivo legittimo per le truppe russe.
“Coloro che commettono crimini contro la Russia e i cittadini russi sono un obiettivo legittimo”, ha precisato.
In merito alle informazioni trasmesse dagli Stati Uniti all'inizio di marzo sulla preparazione di un attacco terroristico in Russia, il funzionario ha riferito che queste erano di carattere generale.
"Sulla preparazione di atti terroristici in luoghi di raduno di massa di cittadini. Abbiamo risposto a queste informazioni e, ovviamente, abbiamo adottato misure adeguate per prevenire tali manifestazioni", ha sottolineato.
Nel frattempo, proprio nella giornata di oggi il presidente Volodymyr Zelensky ha licenziato Alexey Danilov dalla carica di segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale dell'Ucraina e lo ha sostituito con l'ex capo dei servizi segreti esteri dell'Ucraina, Alexander Litvinenko.
Le strane dichiarazioni di Arestovich sulle complicità dell’attacco
L’ex consigliere del capo dell’ufficio di Vladimir Zelenskyj, Alexey Arestovich si sarebbe recentemente lasciato scappare un’implicita ammissione delle responsabilità di Kiev nell’attacco al Crocus: "(Presumibilmente le autorità russe dicono. - ndr) Il mondo intero dovrebbe simpatizzare con noi, siamo vittime dell'Islam radicale. Dimenticando che qui (in Ucraina, ndr) uccidono tante persone quante ne abbiamo uccise noi... Non importa quanti ne abbiamo uccisi, li hanno uccisi in questo attacco terroristico", ha affermato in un video pubblicato sul suo canale YouTube.
Recentemente, il leader del Servizio di Sicurezza dell'Ucraina (SBU) Vasily Malyuk ha inoltre apertamente riconosciuto in un'intervista ai media ucraini il coinvolgimento del suo dipartimento negli omicidi e negli attentati alla vita di politici e personaggi pubblici russi e ucraini.
Quando un giornalista gli ha chiesto se fosse vero che la SBU era coinvolta negli attentati ai politici Ilya Kiva e Oleg Tsarev, al blogger Vladlen Tatarsky, ecc., Malyuk ha risposto che non lo ammetterebbe ufficialmente, ma "la domanda è esattamente al posto giusto".
I legami tra l’Isis, l’Ucraina e l’Occidente: il mercato delle armi
L’ISIS ha rivendicato le responsabilità dell’assalto mortale di venerdì, rilasciando filmati grafici che pretendono di mostrare ai suoi uomini armati che hanno portato a compiere quello che è stato il peggior attacco terroristico della Russia da decenni.
La CNN, citando fonti, riporta che da novembre sono emerse informazioni abbastanza concrete secondo cui in particolare il ramo ISIS-K voleva compiere attacchi terroristici in Russia.
È doveroso ricordare la paternità nella creazione del califfato, originariamente costituito per la destituzione del regime di Assad in Siria. Un celebre rapporto della Dia rilasciato nell’agosto 2012 dalla Defence Intelligence Agency segnalava che l’Occidente, gli Stati del Golfo e la Turchia sostenevano i salafiti, i Fratelli Musulmani e “al-Qaida in Iraq” (AQI, che poi assumerà la denominazione di “Stato islamico”) e che queste erano a capo dell’insurrezione in Siria.
Il direttore dei servizi segreti militari americani, il generale Michael Flynn, confermò in seguito al giornalista Mehdi Hasan l’autenticità di quel rapporto: “Sì, ho visto questo documento della DIA dell’agosto 2012… Era una scelta voluta dal governo”, aveva affermato.
Ad armare le milizie che poi avrebbero confluito nello Stato Islamico avrebbero contribuito le armerie del colonnello Mu’ammar Gheddafi, deposto nel 2011.
“Aerei della NATO privi di segni di riconoscimento atterrano negli aeroporti turchi vicino al confine siriano e consegnano armi provenienti dall’arsenale libico”, scriveva nel merito, l’analista della CIA Philip Giraldi.
Ma non sarebbe stata solo la Libia a contribuire alla destabilizzazione della Siria per mano degli islamisti pilotati dall’Occidente. Il quotidiano israeliano Haaretz nel 2014 scrisse che il principe saudita Abdul Rahman Al Faisal, fratello del principe Saud al Faisal (ministro degli Esteri saudita da trentanove anni) e del principe Turki al Faisal (ex direttore dei servizi segreti sauditi e attuale ambasciatore a Washington e Londra, nda) ha acquistato a maggio (2014, ndr) una fabbrica di armi in Ucraina.
Lo ha potuto fare grazie ai buoni rapporti tra i servizi segreti turchi (Mit) e l’oligarca ucraino Igor Kolomoiskij, nonché governatore di Dnipropetrovsk e padrone della città portuale di Odessa.
Qualche giorno dopo la vendita, scorte di armi pesanti (cannoni, carri armati, blindati eccetera) sono state imbarcate a Odessa direzione Turchia, per poi essere condotte verso un aeroporto militare turco, dove gli uomini del Mit le hanno instradate con treni speciali per l’Isis.
Il 29 giugno 2014, Abu Bakr al Baghdadi proclamava unilateralmente la nascita di un califfato nei territori caduti sotto il suo controllo. Era nato lo Stato Islamico.
A conferma di ciò, un mese prima (il 18 maggio) il Wall Street Journal aveva riferito che l’ex dipendente del Pentagono e oggi intermediario tra la società di contractor (mercenari)
Blackwater e il Dipartimento della Difesa, Joseph Schmitz, “ha fornito ai ribelli dell’Esercito libero siriano decine di migliaia di armi d’assalto e decine di milioni di munizioni, tutto proveniente dall’Ucraina e pagato da uno sconosciuto saudita”.
Foto di copertina © Imagoeconomica
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