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Giornalista Antonio Mazzeo: “Operazioni sanguinarie da parte di Israele, governo italiano sospenda ogni collaborazione”

Dopo l'attacco del 7 ottobre, che ha provocato oltre 1200 vittime israeliane, la risposta del premier israeliano Benjamin Netanyahu, iniziata quattro mesi fa contro Hamas ma finita con il bombardamento dei palestinesi nella Striscia di Gaza, ne ha causato quasi 30 mila. Intanto, si scopre che i missili che stanno continuando a cadere sulle teste dei civili provengono anche da cannoni fabbricati in Italia e venduti a Israele. La notizia, ripresa da “Fanpage” è stata diffusa dal sito “Israel Defense”, che ha intervistato il tenente colonnello Steven, ufficiale della Marina Militare israeliana. Il tenente colonnello Steven ha spiegato che l'unità navale presente nel Mar Mediterraneo al largo di Gaza è composta da 15 navi missilistiche della classe Sa'ar, divise in modelli 4.5, 5 e 6, i più recenti. “I lanciamissili di classe Sa'ar 4.5 sono equipaggiati con le capacità di classe 6, ad eccezione di un elicottero sul ponte. La nave - ha spiegato l’ufficiale della Marina israeliana - è armata con un cannone da 76mm, un cannone Typhoon da 25 mm, sistemi EL/M e sistemi antisommergibile”. E aggiunge: “La maggior parte dei sistemi d’arma sono prodotti da industrie israeliane, ad eccezione del cannone da 76 mm, prodotto dalla società italiana Oto Melara”. Il giornalista e saggista Antonio Mazzeo, che in passato si è occupato anche dei processi di riarmo e militarizzazione nel Mediterraneo, intervistato da Fanpage, ha detto: “Gli OTO Melara 76/62 sono cannoni multiruolo prodotti dall’omonima società del gruppo Leonardo SpA con quartier generale a Roma e stabilimenti a La Spezia e Brescia. Questi strumenti bellici sono caratterizzati da una cadenza di tiro molto elevata, soprattutto nella versione Super Rapido (120 colpi al minuto), per la ‘difesa’ antiaerea, antimissile e il bombardamento navale e costiero. La loro gittata massima varia dai 9 ai 20 chilometri di distanza. Hanno un’altissima capacità di fuoco grazie alle differenti tipologie di munizioni utilizzate contro sistemi missilistici a corto raggio, aerei, navi ed obiettivi terrestri.” - prosegue - “I cannoni OTO Melara da 76/22 armano le quattro corvette lanciamissili della classe Sa’ar 6 ‘Magen’ consegnate dalla Germania alla Marina Militare israeliana a fine 2020, attualmente impiegate nelle operazioni di guerra contro Gaza. Gli stessi cannoni di produzione italiana sono stati forniti a Israele per armare altre unità navali missilistiche, come le Sa’ar 3 class, acquistate in Francia a fine anni ‘60; le Sa’ar 4, prodotte a partire del 1973 nei cantieri navali israeliani; le Sa’ar 4.5 class, anch’esse varate dal gruppo Israel Shipyards Ltd. e utilizzate per bombardare il sud del Libano nel biennio 1984-85”.


Il core business che lega Italia e Israele

E’ negli ultimi dieci anni che la collaborazione tra Italia e Israele ha visto il suo momento migliore. Addirittura, le maggiori industrie belliche italiane e israeliane, attraverso dei programmi di coproduzione, sono riuscite a consolidare la propria presenza nel mercato internazionale delle armi, arrivando a creare anche una fusione dei capitali finanziari per potenziare ulteriormente il proprio ruolo. “Solo nel triennio 2019-2021, il governo italiano ha rilasciato alle aziende nazionali autorizzazioni al trasferimento di armi alle forze armate israeliane per il valore complessivo di 80 milioni di euro. L’affare più grosso risale però al 2012 - ha ricordato Mazzeo - quando Israele ha acquistato 30 caccia-addestratori M-346 ‘Master’ prodotti a Venegono Inferiore (Varese) negli stabilimenti di Leonardo/Finmeccanica Spa. I velivoli sono stati assegnati al 102° squadrone dell’Aeronautica di stanza nella base di Hatzerim per preparare i piloti alla guida dei cacciabombardieri di nuova generazione, ma sono stati utilizzati anche per attacchi al suolo con bombe e missili aria-terra o antinave”. E ancora: “L’Aeronautica italiana ha invece acquistato in Israele due sofisticati velivoli spia CAEW basati sulla piattaforma del jet Gulfstream G550 sviluppato dalla statunitense Gulfstream Aerospace, appositamente modificato e potenziato da Elta Systems Ltd, società del gruppo IAI – Israel Aerospace Industries. Valore della commessa 550 milioni di dollari, con tanto di fornitura dei servizi di supporto e logistica a terra. Leonardo DRS (la controllata di Leonardo Spa con sede ad Arlington, Virginia) e la società aerospaziale israeliana Rafael Advanced Defense Systems Ltd. hanno sottoscritto invece un accordo per fornire all’Esercito e al corpo dei Marines statunitensi le tecnologie avanzate da installare nei carri armati ‘Abrams' M1A1/A2 MBT (contratto del valore di 80 milioni di dollari). Nello specifico Rafael si è fatta carico della produzione del sistema Trophy APS per la ‘protezione’ dei veicoli terrestri da eventuali attacchi simultanei di razzi e missili. Il sistema contromisure è impiegato nei moderni carri armati ‘Merkava IV’ che Israele dispiega per l’attacco da terra della Striscia di Gaza. A fine 2021, le autorità militari di Tel Aviv hanno perfezionato l’ordine di acquisto di 12 elicotteri di addestramento avanzato AW119KX ‘Koala’ prodotti nello stabilimento USA di Filadelfia del gruppo Leonardo”.


L’appello di Mazzeo al governo italiano

A prescindere dai presunti crimini di guerra commessi da Israele contro il popolo palestinese a Gaza, Mazzeo ha ribadito che ogni forma di collaborazione politica, economica e commerciale da parte del governo italiano con Israele dovrebbe essere sospesa immediatamente. Soprattutto per quanto riguarda l’importazione e l’esportazione di armamenti e sistemi di difesa. “Indipendentemente dall’accusa di genocidio e da un eventuale procedimento di fronte alla Corte Internazionale di Giustizia, le sanguinose operazioni belliche di Israele contro la popolazione di Gaza, il sud del Libano e la Siria impongono al nostro governo, alle forze armate italiane e a tutte le aziende del comparto industriale la revoca di qualsivoglia relazione politica ed economica con lo Stato israeliano e di ogni accordo commerciale sottoscritto nel campo dell’importazione e dell’esportazione di sistemi d’arma ed equipaggiamenti bellici. Inoltre - ha proseguito Mazzeo - devono essere revocati tutti gli accordi nel settore della ricerca e dello sviluppo di apparati dual (civili e militari) e/o applicabili in ambito sicuritario, della vigilanza e dell’ordine pubblico. Per le relazioni fittissime tra le università pubbliche e private israeliane e il complesso militare-industriale e finanziario, le forze armate e i servizi segreti di Tel Aviv, il mondo accademico italiano è chiamato a interrompere immediatamente con esse ogni accordo di collaborazione e cooperazione. Spetta poi a ogni singolo cittadino e all’associazionismo pacifista di sostenere le campagne di boicottaggio, disinvestimenti e sanzioni contro tutti quei gruppi economici, bancari e finanziari che sostengono le politiche di guerra genocida e di apartheid di Israele”.

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