Alla festa del Fatto, nel corso del dibattito, “A che punto è la guerra”, tenutosi alla Casa del Jazz di Roma, si è stilato il bilancio “dell’operazione militare speciale” in Ucraina, una guerra per procura alimentata da logiche ciniche e diaboliche, che alla fine hanno favorito la spinta egemonica statunitense contro la Russia. L’evento ha visto la partecipazione della scrittrice Elena Basile, del generale Fabio Mini, del docente di Sociologia del terrorismo internazionale Alessandro Orsini e della giornalista Barbara Spinelli.
È stato l’ex comandante NATO della missione KFOR in Kosovo, Fabio Mini, ad aprire l’incontro, descrivendo una situazione militare, dove l’esercito ucraino sta subendo perdite colossali e non più recuperabili.
“È una situazione che si sta stabilizzando verso una guerra di usura, quindi una guerra lunga, di grande dispendio di vite umane che andrà avanti così per parecchio tempo”, ha affermato Mini citando le analisi dell’ex colonnello dell’esercito statunitense Douglas McGregor, che recentemente ha stimato le perdite di Kiev in circa 400.000 soldati, di cui 40.000, solo nell’ultimo mese di controffensiva.
Accordi di Pace stracciati dall’Occidente
Una carneficina che poteva essere evitata, secondo l’ex deputata del parlamento europeo Barbara Spinelli, che ha posto l’accento sulle trattative di pace boicottate dall’occidente a Marzo 2022.
“Poche settimane dopo le trattative tra Kiev e Mosca vanno avanti e si concludono su una bozza di accordo, che prevede la neutralità dell’Ucraina e garanzie di sicurezza da parte di una serie di Paesi per l’Ucraina, quindi Zelensky era pronto a rinunciare all’ingresso alla Nato. Putin ha confermato questo, mostrando la bozza in un recente incontro con i dirigenti africani a Mosca. Questa occasione è stata completamente persa perché Boris Johnson si è precipitato a Kiev esortando affinché la guerra continuasse”, ha affermato la Spinelli, menzionando un retroscena che era stato rivelato dall’ex primo ministro israeliano Naftali Bennett, (presente alle trattative), secondo cui erano stati gli Stati Uniti a quel punto a bloccare clamorosamente il processo di pace.
Ma perché ciò è avvenuto? Perché l’occidente ha avallato il perpetrarsi di una guerra sanguinosa nel cuore dell’Europa? A dare risposte a questo quesito, è intervenuto il professor Alessandro Orsini, che ha spiegato come la vera strategia dell’Occidente consisteva nel realizzare un conflitto di lunga durata che evocasse una minaccia russa per tutto il tempo necessario a conseguire 3 condizioni: giustificare un ulteriore espansionismo della Nato, separare Mosca dall’Europa e preparare lo scenario a Taiwan contro la Cina.
La Guerra per espandere l’Alleanza
È certo che “un accordo nel 2022 avrebbe quasi sicuramente compromesso l’assorbimento della Svezia e della Finlandia della Nato”, che avrebbe portato l’Alleanza da 30 a 32 membri.
“La Nato aveva 2 strade per la sua espansione. La prima è quella che è stata tentata infruttuosamente, vale a dire l’assorbimento dell’Ucraina nella Nato per passare da 30 a 31 membri. Fallita questa strada, gli Stati Uniti hanno avuto la possibilità di raddoppiare sfruttando la guerra per assicurarsi un ingresso molto rapido della Svezia e della Finlandia, estendendo così impressionantemente il confine con la Russia che con la Finlandia supera i 1000 chilometri”, ha affermato Orsini, constatando che l’unica cosa che conta davvero per il presidente Joe Biden ed il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg non è l’Ucraina, bensì “l’Ucraina in funzione dell’espansione della Nato”.
Un riscontro di questa logica diabolica arriva dalle parole di Stian Jensen, capo dell'ufficio del segretario generale dell’Alleanza Atlantica, che poco dopo l’ingresso della Svezia e Finlandia ha proposto un accordo di pace che potrebbe comportare la rinuncia di Kiev a territori a favore della Russia in cambio della sua adesione alla NATO.
“Uno dei modi possibili per chiudere questa guerra è che l’Ucraina ceda territori alla Russia e non è soltanto Jensen che rilascia questa dichiarazione. Nella prospettiva cinica e disumana del blocco occidentale l’Ucraina sta perdendo importanza”, ha continuato Orsini.
Stoltenberg ammette che l’espansionismo della NATO ha causato il conflitto
Come ha ricordato l’ex direttore dell’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale della LUISS, è stato lo stesso Stoltenberg a riconoscere che la guerra è scoppiata a causa dell’espansionismo della Nato.
“Davanti alla commissione Affari Esteri del Parlamento europeo … ha detto candidamente che la ragione per la quale è scoppiata la guerra in Ucraina è stata che la Nato si sia rifiutata di trattare con Putin, che ha presentato un documento il 15 dicembre 2021, in cui chiedeva di dare garanzie che l’Ucraina non sarebbe stata assorbita nell’Alleanza Atlantica”, ha affermato Orsini.
Come, appunto, riferito da Stoltenberg, nel suo discorso ai leader europei, Putin voleva “che rimuovessimo le infrastrutture militari in tutti i Paesi entrati dal 1997, il che voleva dire che avremmo dovuto rimuovere la Nato dall’Europa Centrale e Orientale, introducendo una membership di seconda classe. Lo abbiamo rifiutato e lui è andato alla guerra, per evitare di avere confini più vicini alla Nato”.
Separare permanentemente l’Europa dalla Russia
Altro punto toccato dal professor Orsini, che spiega la necessità di prolungare la guerra a tempo indeterminato, riguarda l’obiettivo di recidere i legami economici con Mosca in modo permanente:
“La Casa Bianca ha già portato a casa un risultato che richiedeva che la guerra si prolungasse per un certo numero di mesi, vale a dire la cesura tra la Russia e l’Europa e in particolare tra la Russia e la Germania. Perché una delle prospettive che maggiormente atterrivano la Casa Bianca è che potesse nascere un’alleanza, prima energetica attraverso i gasdotti, poi anche politica, che avrebbe messo in pericolo il predominio degli Stati Uniti sull’Europa”.
Episodio emblematico che ha sancito questa rottura, è stato certamente la distruzione dei gasdotti North Stream. Come riferito recentemente dal Washington Post, l’amministrazione Biden, tre mesi prima dell’esplosione sottomarina, aveva appreso da uno stretto alleato, che l’esercito ucraino aveva pianificato un attacco segreto, utilizzando una piccola squadra di sommozzatori. Dettagli accolti da un servizio di intelligence europeo e condivisi con la CIA nel giugno 2022.
La prossima guerra contro Taiwan
La terza ragione per cui gli accordi sono saltati, secondo Orsini, ha a che fare con la Cina, anch’essa incalzata dalle politiche secessioniste dell’isola di Taiwan, promosse da Washington, attraverso un sostegno militare analogo a quello adoperato con Kiev:
“In questo momento in Ucraina si stanno svolgendo 2 guerre: una guerra potenziale a Taiwan e una guerra reale con la Russia in Ucraina. Significa che gli Stati Uniti stanno interpretando la guerra in Ucraina in funzione della guerra potenziale con la Cina su Taiwan. Allo stesso modo l’analisi dei documenti che contano dell’establishment cinese ci dicono che la Cina interpreta la guerra in Ucraina come il primo tempo della guerra per Taiwan e questa è la ragione per cui non ha condannato la Russia per aver invaso l’Ucraina”.
In sostanza, secondo il professore, “gli Stati Uniti hanno ritenuto che se avessero stretto un accordo con la Russia a marzo avrebbero lanciato un messaggio di debolezza alla Cina in previsione di un’eventuale invasione Cinese su Taiwan”; un’isola che potrebbe essere teatro del prossimo scenario da “guerra mondiale”, con l’ennesima guerra per procura dove altre centinaia di migliaia di vite saranno immolate per gli interessi dell’impero.
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- Francesco Ciotti