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Annunciati ulteriori 2,8 miliardi di dollari in armamenti. Nebenzya: “Rischio scontro diretto tra NATO e Russia

Un affare irripetibile, un grande investimento a tempo indeterminato. Sembra essere stata questa la visione che ha caratterizzato la riunione del gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina (Ukraine defense contact group), tenutasi a Ramstein, in Germania, nella giornata di ieri. Un incontro che stato omaggiato con l’annuncio, da parte del segretario di Stato statunitense Antony Blinken, di ulteriori 2,8 miliardi di dollari in aiuti militari statunitensi a Kiev; di questi ben 2,2 miliardi di dollari finanzieranno investimenti a lungo termine per l’Ucraina e altri 18 alleati. Il Pentagono ha dunque lanciato un forte augurio ad una guerra ancora lunga e prospera nei confronti dell’industria bellica, per la quale lauti investimenti saranno garantiti per i prossimi 3 e 5 anni.
I fondi rimanenti di circa 675 milioni di dollari arriveranno sotto forma di altre armi e attrezzature militari direttamente dagli arsenali statunitensi.
"L'ultimo pacchetto include più sistemi missilistici a lancio multiplo guidato, obici da 105  millimetri, munizioni di artiglieria e [missili anti-radiazioni ad alta velocità], Humvee, ambulanze corazzate, sistemi anticarro, armi leggere e altro ancora", ha affermato il segretario alla difesa statunitense Lloyd J. Austin, sottolineando che dall’ultimo “incontro di luglio, molti alleati e partner si sono fatti avanti con le loro nuove importanti consegne di radar avanzati, carri armati e mezzi corazzati per il trasporto di personale".
Tra i nuovi sistemi d’arma, come riportato da Bloomberg, figurerebbero anche i missili a guida gps, Excalibur, con una spesa complessiva di 92 milioni di dollari. Questi nuovi arrivi assicurerebbero una gittata superiori ai 40 chilometri, con una probabile deviazione dal bersaglio di circa dieci metri.
Nessuna menzione su eventuali nuovi obici per missili a lungo raggio HIMARS; l’arma che avrebbe dovuto essere davvero determinante per la guerra. Kiev ne aveva chiesti almeno 50 per bloccare l’avanzata russa e 100 per una controffensiva; Washington a luglio, per bocca del presidente del Comitato per i servizi armati del Congresso USA, Adam Smith, ne aveva promessi solo 30. Questioni economiche? Difficile immaginarlo, dato che a fronte dei 3 miliardi stanziati, 100 HIMARS costerebbero agli Stati Uniti circa 400 milioni di dollari. Probabile che a Washington ci sia ragionata consapevolezza sull’impossibilità di una vittoria sulla Russia e l’obbiettivo vero consista nel prolungamento della guerra di logoramento funzionale all’industria bellica.
Particolare menzione è stata fatta per i pezzi d’artiglieria, che a detta del segretario alla Difesa Usa, avrebbero svolto un ruolo determinante per la difesa dell’Ucraina: "Ad aprile, gli Stati Uniti hanno consegnato il nostro primo lotto di obici M-777, (M777, utilizzati per bombardare i distretti civili di Donetsk, ndr) introducendo per la prima volta in Ucraina pezzi di artiglieria standard NATO", ha affermato Austin. "Oggi, gli Stati Uniti hanno consegnato 126 di quegli obici. E insieme a paesi di tutto il mondo, abbiamo aumentato di oltre 18 volte il numero di sistemi di obici per i difensori dell'UcrainaCiò ha contribuito a congelare l'offensiva russa nella regione del Donbass”.
Particolare enfasi si è dunque data al fatto che l’esercito di Kiev stia concludendo una vittoria dietro l’altra nei confronti dell’invasore russo: “L'Ucraina sta facendo progressi contro un nemico molto più grande… E ogni giorno vediamo la determinazione degli alleati e dei partner in tutto il mondo che stanno aiutando l'Ucraina a resistere alla guerra di conquista illegale, imperiale e indifendibile della Russia", ha affermato il segretario alla difesa Usa.

L’offensiva di Kherson: un bagno di sangue per il mercato delle armi

Se tra i progressi citati da Austin, è comprensiva la recente azione militare ucraina lanciata su Kherson, ampiamente pubblicizzata e gonfiata, risulta evidente come il linguaggio propagandistico abbia superato di anni luce la cruda realtà. È notizia di queste ore che “Zelensky ha sostenuto la proposta di Zaluzhny di sospendere la controffensiva nel sud dell'Ucraina e rafforzare l'attacco a Izium”, come stanno scrivendo i principali TG ucraini. A Kherson, è ormai un dato di fatto che l’attacco ucraino si è rivelato una carneficina e ogni tentativo di sfondamento è stato respinto clamorosamente, salvo la conquista di qualche villaggio “anonimo”, venduto al grande pubblico come il successo definitivo. Secondo il vice capo dell'amministrazione regionale di Kherson, Kirill Stremousov, le truppe ucraine avrebbero addirittura perso 3.000 uomini e un centinaio di equipaggiamenti militari stranieri. Una disfatta testimoniata anche dagli stessi militari ucraini intervistati dal Washington Post, che ha concluso come l’esercito di Kiev non fosse minimamente fiducioso nel successo dell’operazione. "Quando hanno iniziato a portare un numero così elevato di feriti, allora, francamente, mi sono sentito dispiaciuto per loro e ho iniziato a chiedermi: ne è valsa la pena farlo a un tale prezzo. Non lo so. Non c'è una risposta giusta qui", ha affermato un medico da campo
La rivista Times in questo senso è stata molto chiarificatrice: "Il successo della controffensiva di Kiev potrebbe avere un impatto più ampio sulle operazioni militari rispetto a semplici guadagni territoriali. Se una città chiave del sud può essere riconquistata dalla Russia, dimostrerà ai sostenitori occidentali dell'Ucraina che può utilizzare sistemi d'arma di fascia alta forniti da lei per ottenere un grande successo." Un grande successo rappresentato, come menzionato, da alcuni non ben identificati villaggi, comunque sufficienti per vendere una nuova commessa agli sponsor occidentali delle armi.

L’offensiva si sposta a Kharkiv e Izium
Attualmente, come riportato dall’amministrazione regionale, a Kharkiv, sono in corso sanguinose battaglie lungo l'intera linea di contatto e le città. Di Balakliya e il villaggio di Shevchenko, epicentro degli scontri, restano sotto il controllo dell'esercito russo e delle autorità militare-civili.
Anche qui gli annunci sull’andamento dell’offensiva sono contrastanti. Il presidente, Volodymyr Zelensky parla addirittura di 1.000 kmq (390 miglia quadrate) di territorio conquistato e oltre 20 villaggi.
Per Kiev la città di Balakliia sarebbe già stata presa, mentre per il capo dell'amministrazione militare-civile della regione, Vitaly Ganchev, un tentativo di accerchiamento è stato respinto dall’esercito russo lo stesso giorno.
"Nella zona di Balakleya, le forze armate ucraine hanno tentato di catturare la città, circondandola, ma sono riuscite a piegare la linea di difesa un po' su parte del territorio, poi sono state respinte di nuovo", ha spiegato Ganchev.

Rischio di uno scontro aperto tra Nato e Russia
Il continuo invio di armamenti, non decisivi per le sorti del conflitto, ma potenzialmente in grado di prolungarlo a tempo indeterminato sta diventando un pericolo per il mondo intero: secondo il Rappresentante Permanente della Federazione Russa presso l'Onu, Vasily Nebenzya, il rischio di uno scontro diretto tra la Russia e l'Alleanza del Nord Atlantico è in aumento a causa del confronto indiretto tra la NATO e la Federazione Russa in Ucraina.
"Uno scontro indiretto tra Nato e Russia aumenta oggettivamente il rischio di uno scontro diretto tra Russia e alleanza, nonostante le accuse che stanno facendo tutto il possibile per evitare uno scenario del genere", ha affermato il diplomatico, ricordando come la NATO stia “dirigendo manualmente le azioni di Kiev nel teatro delle operazioni”.
I rappresentanti dell'intelligence militare ucraina- ha proseguito Nebenzya - hanno pubblicamente riconosciuto che Washington è direttamente coinvolta nel coordinare ogni obiettivo dei missili americani HIMARS MLRS".
A darne ulteriore conferma era stato il rappresentante della Direzione principale dell’Intelligence del ministero della Difesa ucraino Vadym Skibitsky che, intervistato dal Telegraph, aveva rivelato come prima di lanciare attacchi missilistici utilizzando i sistemi HIMARS, Kiev coordini gli obiettivi direttamente con Washington.
La guerra infinita per alimentare il complesso militare-industriale dell’occidente non si concluderà a breve. Viene da chiedersi quanti massacri indicibili mascherati da successi dovranno essere ancora venduti sull’altare del business degli armamenti.

Foto: it.depositphotos.com

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