Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

L’alto rappresentante UE: “Sostegno sul piano politico, finanziario, umanitario e militare”. Riprendono i bombardamenti ucraini su Zaporizhzhia

Le massime autorità europee sembrano ipnotizzate da un folle e pericoloso cortocircuito mentale che vede nella guerra ad oltranza, la soluzione più saggia per concludere brevemente un conflitto in corso. Purtroppo non siamo in un ospedale psichiatrico, ma al Consiglio Europeo, nel corso dell'ottava sessione del consiglio di associazione Ue-Ucraina. Ben inteso, non si parla più di sostenere Kiev fino alla vittoria, come era stato paventato due mesi fa, ma secondo l’alto rappresentante dell’Unione Europea Josep Borrell (in foto) l’obiettivo principale del sostegno europeo al paese è porre fine alla crisi ucraina il prima possibile. "Il messaggio principale dell'incontro di oggi al mondo intero è: l'UE continuerà a sostenere l'Ucraina... dal punto di vista politico, finanziario, umanitario e militare. Per tutto il tempo necessario e nella misura necessaria. L'obiettivo principale del nostro sostegno è per aiutare l'Ucraina a porre fine alla guerra, perché vogliamo che questa guerra finisca il prima possibile, ma… Vogliamo che finisca nel rispetto della sovranità dell'Ucraina", ha affermato Borrell.
Di fatto, nonostante il presidente Volodymyr Zelesnky abbia trionfalmente annunciato la liberazione di tre insediamenti nel sud del paese, il continuo sostegno militare occidentale a Kiev sta solamente allungando l’inevitabile annientamento di quella che per l’alto rappresentante dell’UE è un’Ucraina “democratica, indipendente e prospera".

La fallita offensiva verso Kherson per barattare altri aiuti militari
L’ultima offensiva avviata da Kiev sul fronte sud in direzione di Kherson si è trasformata in breve tempo in una carneficina: stando ai resoconti del Ministero della Difesa russo, Kiev avrebbe perso oltre 1700 uomini in due giorni; una sconfitta che secondo le parole dell’ufficiale dell'MI6 Alex Younger, potrebbe essere devastante per il paese. Persino i soldati in prima linea, intervistati dal The Guardian tradivano la feroce propaganda occidentale della “vittoria finale sulla Russia” e parlavano di una controffensiva che non ci sarebbe stata e se fosse stata attuata, sarebbe stata “un’imitazione”, in quanto per ogni missile lanciato dagli ucraini, i russi “ne lanciano 50, 40, 30”.
Secondo Igor Korotchenko, redattore della rivista National Defense, la decisione presa da Zelensky, avrebbe avuto un legame proprio con il vertice Ue a Bruxelles, dove si è discusso “della questione di ulteriore assistenza all’Ucraina da parte dell’Unione Europea – e dunque - Fu per questo incontro che Zelensky chiese una controffensiva, contando sul successo militare “, crede Korotchenko.
Ed è proprio sulle forniture militari che si giocherebbe l’eventuale fine prematura di un conflitto che certamente fa troppa gola all’industria degli armamenti perché possa concludersi in poco tempo. Per il generale di brigata statunitense Mark Kimmitt, il cui pensiero è stato riportato in un articolo del Wall Street Journal, un’eventuale riduzione dei flussi di armi potrebbe portare il presidente Zelensky a ricercare colloqui di pace con la Russia. La tanto agognata pace evocata da Borrell, in sostanza avverrebbe con misure diametralmente opposte a quelle annunciate dai leader europei. L'Unione ha finora garantito 2,2 miliardi di euro in assistenza macrofinanziaria al Paese, per mantenere a galla il governo ucraino durante la guerra, e ha concesso due miliardi e mezzo di equipaggiamento militare attraverso lo European Peace Facility. Una cifra che evidentemente sarà destinata ad aumentare


soldati ucr img 1231253


Riduzione delle scorte Nato per la guerra
Secondo il generale statunitense, inoltre, l'apparizione in uno degli ultimi pacchetti di assistenza di obici da 105 millimetri e munizioni di artiglieria di calibro più piccolo indicherebbe problemi con le scorte di armi della NATO.
"I sistemi più recenti sono obsoleti e meno avanzati di quelli consegnati fino ad oggi. Ciò potrebbe indicare che il tasso di consumo sul campo di battaglia ha superato la produzione a tal punto che le scorte in eccesso fornite all'Ucraina sono quasi esaurite. In tal caso, allora la NATO dovrà fare i conti con la diminuzione delle scorte di sistemi d'arma avanzati", ha osservato Kimmitt.
"Zelensky deve ammettere che una riduzione dei rifornimenti sarebbe disastrosa per il suo esercito, non solo in termini di operazioni sul campo di battaglia, ma anche in termini di invio di un messaggio agli ucraini per ridurre il supporto esterno. Avviare un accordo diplomatico sarebbe spiacevole e forse considerato disfattistama poiché ci sono poche possibilità di uscire dall'attuale palude, potrebbe essere meglio negoziare ora che dopo", afferma la pubblicazione.

Ancora attacchi alla centrale nucleare di Zaporizhzhia
Continua l’inferno di fuoco nel complesso nucleare di Zaporizhzhia, ora trasformato in un’imponente trincea della prima linea, dove enormi container di cemento sono pronti da un momento all’altro a rilasciare una devastante nube radioattiva.
Come riportato dalle autorità della vicina città di Energodar, le autorità ucraine hanno ripreso a bombardare il sito, infliggendo nella giornata di ieri almeno tre attacchi dalla sponda opposta del Dnepr. "La presenza di esperti internazionali della missione Aiea non è un fattore di arresto per il regime di Kiev, che continua a ordinare ulteriori provocazioni", afferma la pubblicazione.
"Gli attacchi di artiglieria – continua il comunicato - sono stati registrati nei seguenti luoghi: un edificio speciale della centrale nucleare, un soffitto di comunicazione a destra dell'edificio speciale, una recinzione di cemento. Un contenitore con acqua distillata è stato danneggiato nelle immediate vicinanze della seconda unità di potenza”.
Lunedì, come riportato da Vladimir Rogov, membro del consiglio principale della nuova amministrazione militare-civile della regione, quattro specialisti dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica hanno lasciato la centrale nucleare mentre solo due osservatori rimarranno a presidiare il complesso “per tutto il tempo necessario”. Il capo dell’AIEA, Rafael Grossi, ha affermato che il 6 settembre avrebbe informato il Consiglio di sicurezza dell'ONU rispetto a tutti i risultati delle ispezioni.
Due giorni prima, il canale ufficiale dello stato maggiore delle forze armate ucraine aveva ammesso di bombardare a Energodar, in prossimità della centrale nucleare:  "Nelle aree degli insediamenti di Kherson ed Energodar, colpi puntuali delle nostre truppe hanno distrutto tre sistemi di artiglieria nemici, oltre a un deposito di munizioni e una compagnia di personale", si legge nel comunicato datato 2 settembre.

Foto © Imagoeconomica

ARTICOLI CORRELATI

Ucraina: Stato maggiore di Kiev ammette i bombardamenti vicino alla centrale di Zaporizhzhia

Stati Uniti vicini alla linea rossa del conflitto aperto con la Russia

L'Onu riconosce il ruolo della Russia come garante della missione di monitoraggio a Zaporizhzhia

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos