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Gratteri: “Per rimediare consentire smart working per il penale richiamare i fuori ruolo”

Le "scoperture" negli uffici giudiziari italiani sono fin troppi evidenti. I numeri riportati da 'Repubblica' parlano chiaro: mancano 1.617 su 10.558 in organico, con un 15,32% in meno. E buchi ci sono pure nel personale amministrativo.

Questa scopertura arriva a punte del 17,9% a Bologna, del 23,3% a Roma, del 24,3% a Reggio Calabria. E in tutto il Paese sta causando ingolfamenti e rinvii di processi anche a distanza di anni, scatenando le sollevazioni degli avvocati.

"Per cercare di porre rimedio a questo blocco, molte sono le cose che si possono fare, ma vanno fatte nell'immediato, a brevissimo termine, per poter almeno in parte arginare questo disastro, che si aggraverà con la riforma Cartabia".

Secondo il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, sentito dall'Ansa, si divide in quattro punti l'intervento per porre rimedio al problema della carenza di magistrati negli uffici giudiziari italiani. In alcuni uffici importanti, come quello di Roma, il presidente del Tribunale ha formalizzato che, dal prossimo 15 ottobre, i processi penali collegiali (cioè quelli più gravi) non inizieranno prima di sei mesi dal decreto che dispone il giudizio. La domanda è cosa si può fare nell'immediato per arginare il problema. "Si possono richiamare in ruolo - ha risposto Gratteri - i magistrati che ricoprono posizioni per le quali non è necessario un magistrato, ce ne sono almeno 100; aumento dell'età pensionabile, su base volontaria, a 72 anni; consentire smart working anche per il penale per le udienze camerali come per le opposizioni alle archiviazioni; limitare l'esonero dalle attività giudiziarie ad un massimo del 50% ai magistrati che sono in commissioni parlamentari o presso la scuola superiore della magistratura".

I numeri riportati, però, preoccupano soprattutto in vista dell’entrata a regime della riforma 'ammazza - processi' voluta dal Ministro della Giustizia Marta Cartabia, che renderà “improcedibili” (cioè estinti) i procedimenti che durano più di due anni in grado d’Appello e un anno in Cassazione (con un periodo “cuscinetto”, per le impugnazioni proposte fino al 2024, in cui i termini sono prorogati rispettivamente di un anno e di sei mesi). Anche se dal ministero tentano di rassicurare, sembra evidente che la mancanza di toghe – se non risolta – manderà in fumo migliaia di processi per l’impossibilità di portarli a termine nei tempi previsti.

Nuova Procura Catanzaro: firmato contratto comodato
È stato firmato il contratto di comodato tra il Comune di Catanzaro ed il Ministero della Giustizia avente ad oggetto il compendio di immobili denominato "ex ospedale militare", sito in Piazza Stocco e destinato a sede della Procura della Repubblica. L'atto è stato sottoscritto dal sindaco, Nicola Fiorita; dal Presidente della Corte d'appello, Domenico Introcaso, in rappresentanza del dicastero, e dal Procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri, quale beneficiario dell'utilizzo del bene immobile che ospiterà la Procura e le sezioni di polizia giudiziaria. Alla firma del contratto hanno inoltre presenziato Teodora Neri, responsabile dei Servizi territoriali Cz1-Direzione Regionale Agenzia Demanio, e Vittorio Vannini, Direttore regionale dell'Agenzia del Demanio. "Si è così perfezionato - è detto in una nota stampa del Comune - l'iter avviato nel 2015 con lo scopo di dare vita a ciò che negli atti ufficiali venne denominata 'Cittadella Giudiziaria di Catanzaro' e che adesso può entrare nella sua piena operatività. L'incontro di stamane per la firma del contratto - si aggiunge - si è svolto in un clima di grande cordialità e spirito di collaborazione interistituzionale. Il Procuratore Gratteri ha voluto fare da guida nel corso di una visita ai locali del complesso dell'ex ospedale militare che dopo i lavori di ristrutturazione, riqualificazione e adattamento, curati dall'Agenzia del Demanio, restituiscono in tutta la sua bellezza il vecchio convento del '400, il cui chiostro è stabilito che rimanga disponibile alla fruizione della cittadinanza, previa intesa con gli uffici giudiziari di riferimento".

Foto © Emanuele Di Stefano

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