di Sante Pagano
Londra. I sostenitori del giornalista Julian Assange hanno formato questo sabato una catena umana formata da migliaia di civili che si è riunita fuori dal parlamento britannico per sostenere il fondatore di WikiLeaks. Il motivo? Fare pressione politica affinché il governo rinunci all'estradizione del giornalista negli Stati Uniti dove rischierebbe un'ingiusta condanna per spionaggio superiore a 175 anni di carcere.
I manifestanti si sono radunati in una lunga fila che si estendeva dalle ringhiere perimetrali del parlamento all'altra sponda del Tamigi, a creare un enorme rettangolo umano.
All’evento era presente anche Stella Assange, moglie dell'attivista di origine australiana, accompagnata dai due figli, alla quale abbiamo avuto la possibilità di porgergli delle brevi domande.
Il 51enne australiano è perseguito negli Stati Uniti per aver pubblicato nel 2010 sul sito WikiLeaks più di 700.000 documenti riservati relativi a crimini di guerra eseguiti dall'esercito americano, in particolare in Iraq e Afghanistan. In pratica si ritrova ad essere perseguitato per aver fatto bene il proprio lavoro da giornalista.
Il team legale di Assange ha presentato ricorso presso l'Alta Corte britannica contro la decisione di Londra di estradarlo.
Se Julian Assange verrà estradato, molti giornalisti verrebbero assaliti dalla paura di poter continuare il proprio lavoro divulgando la verità. Tutto questo in una democrazia che si definisca tale non può essere permesso.
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