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Scarpinato: "La maggioranza della classe politica ha deciso che lo Stato abbandoni i fragili e i vulnerabili per tagliare tempi e costi"

Via libera in aula al Senato, con il voto per alzata di mano, al ddl del Governo che interviene sulla procedibilità d’ufficio e sull’arresto in flagranza. Il provvedimento, già approvato dall’aula della Camera, è ora così pronto a diventare legge.
Dopo aver distrutto la sanità pubblica, così come l'istruzione e altri settori di fondamentale importanza sociale, la maggioranza della classe politica attuale (Forza Italia, Fratelli d'Italia e Partito Democratico e Lega in testa) ha deciso usare il machete anche per tagliare i costi della giustizia.
Una pratica partorita dalla Riforma dell'(in)giustizia firmata dall'ex ministro della giustizia Marta Cartabia e adottata in toto dal Governo Meloni e dalle principali forze di maggioranza.
Cosa comprende la riforma?
In linguaggio tecnico - come scritto nella relazione del governo in merito al decreto legislativo n. 150 del 2022 - la procedibilità per querela viene estesa a "reati, di non particolare gravità, posti a tutela di beni individuali, personali e patrimoniali'; mentre la procedibilità di ufficio è stata conservata nelle 'ipotesi in cui viene in rilievo una dimensione sovra-individuale dell'offesa (beni pubblici o a titolarità diffusa) o vi è una particolare esigenza di tutela delle vittime'.
Nello specifico per reati di 'non particolare gravità' si intendono lesioni personali, violenza privata, minaccia e sequestro di persona.
Certo, il ddl approvato oggi prevede la procedibilità d'ufficio per tutti i reati per i quali sia contestata l'aggravante del "metodo mafioso" o della finalità di terrorismo o di eversione.
Inoltre il ddl modifica il Codice antimafia prevedendo la procedibilità d'ufficio anche per il reato di lesione personale, ma solo quando è commesso da persona sottoposta a una misura di prevenzione personale, fino ai tre anni successivi al termine della misura stessa.
Si tratta, però, di un'occasione persa, perché il testo del Governo interviene solo su un aspetto, mentre il nostro testo ne affrontava anche altri: vale a dire che se non vi sono queste due particolari circostanze (metodo mafioso o lesioni a persone sottoposte a una misura di prevenzione personale) toccherà alla vittima sobbarcarsi il peso della procedibilità.
Quindi gli stupratori potrebbero farla franca perché irreperibili; borseggiatori seriali che finiranno fuori dal carcere in quanto le vittime sono turisti stranieri, tornati a casa dopo le Festività. E ancora: sequestratori che non finiranno a processo, se manca la denuncia del sequestrato; la violenza in ambito familiare, i reati informatici, le truffe a danno degli anziani e via elencando.


scarpinato senato frame


L'ex procuratore generale di Palermo e ora senatore del Movimento 5 Stelle (astenuto in sede di voto) Roberto Scarpinato aveva lanciato l'allarme a inizio anno depositando un disegno di legge che avrebbe 'aggiustato' il tiro, rendendo nuovamente perseguibili d'ufficio tutti i reati sopra citati.
Tutti reati, per inciso, che vengono consumati non solo da esponenti della criminalità comune, ma anche da appartenenti alle mafie che si avvalgono della forza dell'intimidazione per commettere delitti e imporre il silenzio delle vittime. Non è un fatto nuovo che il sequestro di persona è spesso usato dalle mafie a scopo estorsivo o per altri fini.
Le vittime dei reati di mafia, inoltre, (data la paura, la fragilità di carattere, l'età o per un'infermità) difficilmente si trovano nelle condizioni di esercitare liberamente la scelta di presentare querela.
Scarpinato, intervenuto oggi al Senato in sede di dichiarazione di voto, ha esposto un esempio che fotografa la "gravità delle scelte politiche" che ha portato il governo Draghi: "Un pregiudicato per reati contro la persona e il patrimonio, dichiarato delinquente professionale, sfonda a spallate e calci la porta di un'abitazione privata, aggredisce e pesta a sangue il proprietario e la moglie, provocando loro lesioni giudicate guaribili sino a quaranta giorni, distrugge il mobilio dell'abitazione e sega tutti gli alberi del giardino, tiene sotto sequestro i due coniugi per due settimane, adoperando sevizie e agendo con crudeltà verso i sequestrati: ebbene, nel film dell'orrore che vi ho appena esemplificato la data del 10 ottobre 2022, nella quale è stato approvato il decreto attuativo della riforma Cartabia segna uno spartiacque storico nel rapporto Stato-cittadino. Prima di tale data tutti i reati consumati nella sequenza che ho descritto erano perseguibili d'ufficio e ve li specifico: reato di violazione di domicilio con violenza sulle cose; reato di lesioni personali con prognosi superiore a venti giorni e sino a quaranta giorni; sequestro di persona aggravata; danneggiamento con violenza della persona. Dopo quella data tutti i reati indicati sono divenuti perseguibili a seguito di querela, perché - per ripetere testualmente le parole della relazione governativa citata - sono stati considerati 'di non particolare gravità' e perché - testualmente - non 'viene in rilievo una dimensione sovra-individuale dell'offesa'".
"In altri termini - ha detto - reati come il sequestro di persona ed altri ancora, che ledono beni di rilevanza costituzionale, sono stati considerati dal Governo non più eventi di rilevanza sociale e pubblica tali da imporre allo Stato di intervenire autonomamente", ma sono stati declassati a vicende individuali: il cittadino viene lasciato solo a fronteggiare l'aggressore o l'autore del reato, il tutto nell'ottica di voler "modernizzare" e rendere più "rapida" la macchina della giustizia. L'intento in apparenza è ottimo ma all'atto pratico trasforma "lo Stato da garante della sicurezza collettiva e tutore di beni individuali di rilevanza costituzionale in un ente prestatore di servizi a domanda, nei limiti delle risorse disponibili in bilancio", ha detto Scarpinato.
"Si tratta di una scelta politica del Governo che costituisce una perfetta declinazione dell'ideologia politica neoliberista, divenuta ormai egemonica e senso comune, che da circa un trentennio è stata messa in opera per ridimensionare il ruolo dello Stato nella sanità pubblica, nella scuola pubblica e in altri settori fondamentali dello Stato sociale che, dopo una lunga sperimentazione, ora viene applicata anche nel settore cruciale della giustizia penale. Si tagliano i costi della sanità tagliando la sanità, si tagliano i costi della giustizia tagliando la giustizia". Una sorta di privatizzazione della giustizia penale.
"La scelta politica operata dalla riforma Cartabia di disattivare l'intervento di ufficio dello Stato a tutela delle vittime appare criminogena - ha detto l'ex magistrato - perché si risolve nell'abbandono dei fragili e in un premio ai violenti". "Ne prendano atto - ha ribadito il senatore - e ne serbino memoria i cittadini ogni volta che subiranno violenza e sentiranno tutto il peso della loro fragilità e della loro solitudine perché la maggioranza della classe politica di questo Paese ha deciso che è cosa buona e giusta che lo Stato abbandoni al proprio destino i fragili e le persone vulnerabili per tagliare i tempi e i costi dell'amministrazione della giustizia".

Per ascoltare l'intervento Scarpinato dal minuto 5.34: clicca qui!

Foto © Imagoeconomica

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